recensione: Fiore d'equinozio

Creato il 08 ottobre 2010 da Alejo90
(彼岸花Higanbana) di Yasujiro Ozu - Giappone 1958 - commedia - 118min.
Primo film a colori di Ozu, tratto da un racconto di Ton Satomi, affronta il tema del cambiamento della famiglia giapponese negli anni '50.
Wataru Hirayama (Shin Saburi), uomo d'affari dalla posizione lavorativa invidiabile, vuole accasare la figlia maggiore, ormai in età da marito, che rifiuta il sistema del matrimonio combinato dai genitori, come era usanza comune nel vecchio Giappone. Un giorno Hirayama fa la conoscenza del giovane impiegato Taniguchi, innamorato della figlia (e ricambiato), che chiede la mano. Il padre fa molta fatica ad accettare il matrimonio per amore, senza garanzie economiche particolari e soprattutto non deciso da lui. Si creerà una situazione conflittuale tra padre e figlia che, anche grazie al ruolo di mediatrice della moglie di Hirayama, Kiyoko (Kinuyo Tanaka), si risolverà in un lieto fine.
Pur con la novità del colore, è un film in pieno stile Ozu; il regista tratta delle sue tematiche preferite (l'evoluzione dell'istituzione familiare giapponese ed i rapporti tra i suoi membri) con il suo consueto immobilismo di macchina, il suo incedere pacato e rilassante, il tratteggio variegato delle psicologie dei personaggi, la musica tradizionale e l'eleganza dell'inquadratura. Stilisticamente è una pellicola che non sembra essere al passo coi tempi, dato che non offre nulla di innovativo. Ozu sembra fare un unico, lunghissimo film, mantenendo sempre lo stesso stile, concentrandosi sempre sullo stesso tema ma adottando di volta in volta prospettive differenti. Per questo motivo anche Fiore d'equinozio costituisce una visione piacevole e a tratti affascinante, anche per la sua valenza storico-sociale.
Voto: 3/5

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