Recensione + Giorno 12!

Creato il 16 aprile 2013 da Marta @RosaMDeserto

Buonasera a tutti voi, sognatori e lettori!
Oggi ho riletto un libro conosciuto in tutto il mondo e ricco di emozioni uniche: Il Piccolo Principe di Antoine De Saint-Exupéry. Da giorni la sua vocina delicata mi ammaliava e alla fine ho ceduto. Mi sono seduta sulle scale, riscaldata dal sole, e ho iniziato a leggere la storia di questo piccolo, grande bambino, le cui parole e le cui "avventure" sono spunto di diverse riflessioni. Un tale libro, è anche una possibile risposta alla domanda del giorno 12, della rubrica presa da Facebook, sui libri.
Recensire un libro simile non è facile, quindi più che una recensione, lascerò le mie modeste riflessioni scaturite dai battiti del mio cuore.

12) Un libro che non ti stancherai mai di rileggere

Il Piccolo Principe. Assolutamente.
E' uno di quei libri che si leggono in pochissimo tempo e che restano nel cuore.
E' uno di quei libri che spingono a riflettere. Ad ogni rilettura nascono nuovi spunti, nuovi pensieri, nuove emozioni.
Una favola per bambini? Non solo, è anche un monito per gli adulti, che crescendo hanno perso la fantasia e il cuore puro e semplice dei bambini.

Il Piccolo Principe, di Antoine de Saint-Exupéry
Editore: Bompiani (Tascabili)
Pagine: 144
Prezzo: 7 euro
Data di Pubblicazione: edizione del 2007

Sito Ufficiale

Consigliato? Naturalmente la risposta è positiva. E' assolutamente consigliato a chi non ha avuto ancora il piacere di leggerlo. E' un libro che conoscono tutti, ma a mio avviso, va letto e riletto, per cercare di trovare sempre nuove riflessioni ed emozioni. Una sorta di favola per bambini, ma anche un modo per spingere gli adulti bizzarri a riflettere e a guardare di nuovo il mondo con gli occhi di un bambino.



Trama:
"Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)".
E' la storia dell'incontro tra un aviatore, costretto da un guasto ad un atterraggio di fortuna nel deserto, e un ragazzino alquanto strano, che gli chiede di disegnargli una pecora. Il bambino viene dallo spazio e ha abbandonato il suo piccolo pianeta perchè si sentiva troppo solo lassù: unica sua compagna era una rosa. Un libro che si rivolge ai ragazzi e "a tutti i grandi che sono stati bambini ma non se lo ricordano più", come dice lo stesso autore nella dedica del suo libro.



Recensione:
Avevo già letto questo libricino molti anni fa, ma è una di quelle opere che non può essere letta una volta sola e poi lasciata in libreria, senza avvertire di nuovo la voce infantile quanto saggia di quel bambino biondo che con delicatezza e dolcezza entra nelle nostre vite e le riempie di una nuova, piacevole, luce.

Il Piccolo Principe può essere considerato come un romanzo semiautobiografico dell'autore stesso, che si descrive in prima persona, essendo stato lui stesso un aviatore. Analizzando la sua storia, ebbe realmente una grave avaria in pieno deserto del Sahara nel 1935, e fu ritrovato e salvato miracolosamente dagli indigeni quando era ormai quasi morto di sete.
Il protagonista, l'aviatore, si ritrova infatti in pieno deserto, a seguito di un incidente con il suo aeroplano e, dopo una notte passata sulla morbida sabbia del deserto, sotto un cielo di stelle, è svegliato da una strana vocetta, quella di un bambino, che gli chiede di disegnargli una pecora.
Ha così inizio l'incontro magico con questo bambino speciale, il Piccolo Principe, che viene da un minuscolo pianeta, l'asteroide B 612, composto da tre vulcani (di cui uno spento), una sedia da spostare ogni volta per poter vedere i suoi adorati tramonti, e una rosa speciale di cui si prende cura amorevolmente.



Insieme all'aviatore, pian piano noi lettori ci perdiamo nel viaggio intrapreso dal bambino verso i vari pianeti, dove ci sono individui adulti, che incarnano tutti i vizi che ogni uomo ha: c'è un vecchio re che vuole governare continuamente, credendosi onnipotente; un vanitoso che ascolta solo le lodi; un ubriacone che beve per dimenticare la vergogna di bere; un uomo d'affari che passa le sue giornate a contare le stelle, credendo che esse gli appartengano; un lampionaio che deve accendere e spegnere il lampione del suo pianeta ogni minuto, perché il pianeta gira a quella velocità; e un un geografo che sta perennemente seduto alla sua scrivania ma non ha idea di come sia fatto il suo pianeta, perché non dispone di esploratori da mandare ad analizzare il terreno e riportare i dati.
Questi bizzarri personaggi sono uno spunto di riflessione per gli adulti, così presi dai propri problemi, dalla vanità, dal desiderio di comando, dal lavoro e in poche parole da se stessi, da non pensare all'altro, da non osservare quelle piccole cose che sono veramente essenziali.



Il viaggio del Piccolo Principe lo porterà, infine, sulla Terra dove farà un incontro speciale: la famosa Volpe che gli insegna l'importanza di una vera amicizia.

Questo credo che sia il pezzo che mi ha sempre maggiormente colpita, rispetto al resto. Forse è anche il capitolo più conosciuto e ricordato, per le meravigliose frasi che possiamo leggervi. La volpe aiuta il Piccolo Principe a comprendere fino in fondo il valore di un'amicizia, che se vera e sincera, resta realmente nel cuore, anche quando si è costretti ad allontanarsi. La volpe vuole essere addomesticata, ossia creare un vero legame con il bambino e, oltre a fargli comprendere che la sua rosa è l'unica al mondo - pur avendone trovate altre uguali -, rivelerà il messaggio più bello che ancora è citato dappertutto:
... Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile al cuore.
Un messaggio importantissimo, che spinge a guardare al di là del semplice sguardo, che porta ad ascoltare le parole del cuore, a percepire fino in fondo l'altro, l'amico, l'amore, la persona.

Trovo effettivamente molta difficoltà ad esprimere i pensieri che affollano la mia mente a seguito di questa seconda lettura.
Il Piccolo Principe spinge a cercare quel bambino che è sempre vivo in noi e che, crescendo, tendiamo a perdere. Francamente, io non voglio mai perdere quella fantasia, quella purezza dell'infanzia, quell'innamorarsi delle piccole cose che sono essenziali, quel malinconico amore nell'osservare un tramonto e il manto di velluto scuro tempestato di stelle.
Inoltre, spinge l'adulto a riflettere sull'importanza che si tende a dare al denaro, alle cose più materiali, piuttosto che ai sentimenti e alle cose più essenziali. Soprattutto nella nostra società, si tende a perdere quell'entusiasmo per la vita, per i colori che il mondo sa offrirci, buttandoci totalmente in un lavoro spesso monotono e ripetitivo al fine di guadagnare sempre di più. Molti adulti seguono mode spesso assurde, e si tende a credere che la vanità e il senso del comando siano cose positive, anziché bizzarre e distruttive.
E poi ci sono due sentimenti importantissimi che vengono messi in luce da questa favola-non favola: l'amicizia e l'amore, facendoci comprendere che è il tempo che dedichiamo all'altro, che lo rende unico ai nostri occhi. Soltanto con amore e perseveranza, con le nostre azioni, possiamo creare legami molto forti che non saranno mai dimenticati, anche quando per forza di cose bisognerà allontanarsi.
Così come la volpe ricorderà sempre il suo piccolo amico, semplicemente osservando il grano, che ricorderà il colore dei suoi capelli.

Ecco, temo di non aver detto tutto quello che provo, ma è difficile esprimere a parole la moltitudine di pensieri ed emozioni che ad ogni nuova lettura, questo libricino mi provoca dentro. Probabilmente non avrò centrato il punto, il messaggio che voleva dare realmente l'autore, ma sono dell'idea che ognuno di noi provi differenti sensazioni quando legge. Ed è proprio questa la magia dei libri!

Vi lascio con alcune delle perle che i personaggi di questo bellissimo libro ci donano, e ricordatevi sempre di guardare il cielo, perché lassù, vive ancora il Piccolo Principe, con la sua rosa, la pecora disegnatagli dal suo autore, e la sua magica persona. E chissà, forse un giorno potremo incontrarlo!


" Sai... quando si è molto tristi si amano i tramonti..."

" Se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda. "

" Non ho saputo capire niente allora! Avrei dovuto giudicarlo dagli atti, non dalle parole. Mi profumava e mi illuminava. Non avrei mai dovuto venirmene via! Avrei dovuto indovinare la sua tenerezza dietro le piccole astuzie. I fiori sono così contraddittori! Ma ero troppo giovane per saperlo amare ".
" Devo pure sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, semba che siano così belle." "Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe."Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe.E quando l'ora della partenza fu vicina:"Ecco il mio segreto. E' molto semplice:
"Cerco gli uomini. Che cosa vuol dire addomesticare?".
"E' una cosa da molto dimenticata, vuol dire "creare dei legami."
"Creare dei legami?"
"Certo, tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."
[...] La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi, mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, i campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me, è inutile. E questo è triste! Ma tu hai i capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano".
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe.
"Per favore... addomesticami" disse.
"Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe.
"In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino..."
"Volentieri" rispose il piccolo principe "ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose". "Non si conoscono che le cose che si addomesticano. Gli uomini, non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico, addomesticami".
"Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe.
"E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore.
"Ah!" disse la volpe, "...Piangerò".
non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
" L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
" Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..."
" Io sono responsabile della mia rosa...." Ripetè il piccolo principe per ricordarselo .
" La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".
soggiunse:
" Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo".

Autore:
Antoine de Saint-Exupéry era un pilota, proprio come l'amico del piccolo principe. Viaggiava su piccoli aerei per portare la posta da un punto all'altro del Sud America, e viaggiando pensava molto, e dopo aver pensato scriveva. Quando venne la guerra, diventò pilota di guerra. Un giorno del 1944, era luglio, si alzò in volo sul Mediterraneo e non tornò più.


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