Come ciliegina sulla torta dei problemi mutanti, Emma Frost, risvegliatasi dopo il duro scontro con il Fenomeno avvenuto nel numero precedente, tenta di assassinare Hope, ma fortunatamente Namor riesce a fermarla e a farla rinsavire.
Tutto questo mentre è in esecuzione il “piano 13″ per fermare il Fenomeno: Colosso, Kitty e Magik si sono recati nel reame di Cyttorak affinché convincano l’essere cremisi che conferisce a Cain Marko i poteri del Fenomeno a rimuoverli da quest’ultimo. Il piano ha successo, ma il problema ora è: chi diventerà il nuovo Fenomeno? Come la copertina dell’albo lascia ben intendere, Colosso assumerà il manto di nuovo avatar di Cyttorak e cosi riuscirà ad impedire che Kuurth giunga a San Francisco ad un prezzo però elevato per lui e Kitty.
Kieron Gillen fa un ottimo lavoro ai testi e la storia è senza ombra di dubbio uno dei migliori tie-in di questo “mega-evento” che mi sta lasciando molto perplesso in molti punti. Possiamo apprezzare questa storia grazie a diversi fattori: i diversi piani ideati per fermare il Fenomeno, le caratterizzazioni dei personaggi tra cui spicca un Ciclope vero leader del popolo mutante deciso a compiere qualunque azione necessaria per salvare i suoi simili, la trasformazione di Colosso nel nuovo Fenomeno, evento che ha già riportato le prime ripercussioni e sicuramente ne seguiranno altre.
Purtroppo l’ottimo lavoro di Gillen è vanificato dai disegni di Greg Land, un buon disegnatore che ha un grosso limite: è incapace di disegnare personaggi che abbiano un minimo di espressività, tutti i character sembrano essere dei manichini incapaci di trasmettere al lettore una qualsiasi emozione che sia rabbia o paura o altro.
Nella conclusione della minisaga di Legione seguiamo Frenzy, Gambut, Magneto, Rogue e il professor X cercare di recuperare l’ultima personalità di Legione, ovvero Styx, la più pericolosa. Lo scontro è difficile e combattuto su più fronti, sul piano fisico e su quello mentale, come può finire la storia si può ben immaginare, ma per questo gruppo di X-Men finisce un’avventura e ne inizia subito una nuova.
Si può considerare la storia di Mike Carey una storia senza infamia e senza lode, vi è presente qualche spunto interessante, ma non riesce a convincere in pieno. I disegni di Khoi Pham sono esattamente come i testi: senza infamia e senza lode.
Conclude l’albo una storia breve di Marc Guggheneim e Eric Koda in cui Thor porta a Tempesta il martello che tempo addietro Loki forgiò per lei, avventura che mi ha lasciato indifferente nonostante dei buoni disegni.
Buona lettura!!!
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