Recensione "Hansel e Gretel" (2007-Korea)

Creato il 09 ottobre 2014 da Giuseppe Armellini
(pesantissimi spoiler dopo la linea)
Quattro anni fa, o forse anche di più, adocchio questa favola nera coreana.
La cerco ovunque, invano.
Mio fratello riesce a trovarla e la scarica.
Purtroppo non mi ricordo il problema (altro film, qualità pessima, nessun sub o altro) ma la versione scaricata non va bene.
Vabbeh, la cerco altre volte e poi mi passa di mente per un annetto buono finchè ieri una ragazza non me la ricorda.
E la trovo nel tubo senza fatica.
Difficile catalogare Hansel e Gretel, paradossalmente anche difficile consigliarlo.
Parte come un horror, quasi una ghost story nelle dinamiche, con tanto di rumori, soffitte e presenze sfuggenti, passa poi a sembrar un horror più psicologico, poi, ma forse più durante chè questa sensazione di navigar tra più generi è costante, assume tutti i connotati della fiaba nera (ma non necessariamente di quella da cui prende il titolo), per poi spogliarsi di tutto nel finale, togliere vestiti gotici, horrorifici e fiabeschi e mostrarsi per quello che in realtà era, e che sottotraccia abbiamo sempre pensato che fosse.
Curiosa come la prima parte mi abbia ricordato due cose molto piccole, un episodio della mitica serie Ai confini della realtà, nella fattispecie un episodio in cui un bambino teneva "sotto scacco" con i suoi poteri la famiglia (terribile la scena della donna senza bocca) e l'horror amatoriale italiano Il Bosco Fuori, persino nelle dinamiche per cui i protagonisti finiscono nella casa.
A parte questo nella prima ora e mezzo c'è tanto di buono e tanto di meno buono.
Di buono c'è un'idea originalissima, quella di trasportare il protagonista (e lo spettatore con lui) in una realtà fiabesca che, piano piano, assume i connotati di una fiaba dell'orrore (ma del resto non erano horror tutte le fiabe dei Grimm?).
Una casa meravigliosa, giocattoli dapertutto, dolcetti colorati, pupazzi, ninnoli, colori sgargianti,  cibo a volontà, la casa dei sogni per un bambino.
Già, ma quei bambini son strani eh (la piccolina è meravigliosa), che se gli tocchi la mamma impazziscono, che non riescono a concepire la loro vita senza la presenza costante dei genitori, che lo vedi quel padre a cui trema la gamba o la mano con la tazzina, la vedi la goccia di sudore freddo che gli scende sulla fronte.
Il protagonista, appiedato da un incidente, passa la notte con loro, poi riparte la mattina dopo ma la foresta che circonda la casa dei sogni non lo fa uscire.
O.k, siamo in un incantesimo, o.k, so cazzi amari.
Arriverà un'altra coppia al posto di quei genitori che misteriosamente scompaiono.
E, forse, sembra tutto ripartire dall'inizio.
Di meno buono c'è una prima ora troppo ripetitiva nelle dinamiche, con i ripetuti tentativi di andar via, con scene troppo allungate, con personaggi, come quello della giovane troia donna arrivata col prete che è davvero troppo esagerato e macchiettistico nella sua "cattiveria".
Avrà quello che merita comunque.
E c'è anche altro che non funziona, come i riferimenti alla vera Hansel e Gretel davvero debolissimi, giusto un forno nel passato e una sola briciola di pane buttata là alla cazzo di cane.
Ma poi in quest'atmosfera sempre più densa e minacciosa, con gente che scompare, conigli che spuntano dapertutto, bambini che manifestano poteri tutt'altro che umani, piano piano iniziamo a tirare le fila.
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E si arriva all'ultima mezz'ora, magari telefonata, ma straordinaria.
Ora mi farò dei nemici, ma io credo che si dia troppa importanza a battaglie importantissime come la pace nel mondo, orse assassinate, cibo salutare e articoli 18 e troppo poco alla vera e propria battaglia che l'umanità dovrebbe affrontare, ossia quella di non privare un bambino della propria infanzia, quella di non permettere che una vita intera venga rovinata quando ancora non è praticamente cominciata.
Quei bambini vissero l'inferno.
Un inferno vero.
E tutto acquista senso.
E diventa metafora.
Hansel e Gretel è la ricerca da parte di 3 bambini di un padre e una madre.
La ricerca di un adulto con cui poter stare per sempre e fidarsi.
Hansel e Gretel sono 3 bambini che hanno preferito restare tali per non diventare adulti, per non diventare mostri.
Sono 3 bambini cresciuti tra violenze, soprusi e privazioni e che adesso, grazie alle parole di un falso Babbo Natale, sono riusciti a crearsi il loro mondo ideale, ogni desiderio è realtà.
Hansel e Gretel è quindi anche il potere dell'immaginazione di un bimbo che sostituisce e annienta la realtà, quel potere che avevamo già visto così straordinariamente ne Il Labirinto del Fauno e in The Fall.
E in quella strada nella foresta ci muoiono tutti quelli che i bambini non li amano, quelli che li privano di un futuro.
Questo ragazzo potrà invece salvarsi, perchè li ha capiti, perchè li ha conosciuti, perchè li ha abbracciati.
Loro vogliono rimanere bambini.
E non restare soli.
E trovare qualcuno che li ami.
Probabilmente quello che vorremmo tutti.
Ma se è vero che la vita è una fiaba a volte Babbo Natale non arriva mai.
Che c'è un orco a chiudergli la porta.
( voto 8 )

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