ho finito in questi giorni di leggere l'ultimo libro della collana Giunti Y, di cui avrete sicuramente sentito parlare viste le tante recensioni pubblicate. Ho cercato di evitare spoiler e "zigzaggare" nel web tra le varie opinioni per non farmi influenzare e forse ci sono riuscita un pò troppo ^_^
Ma entriamo nel vivo ...
Titolo: Hybrid, quel che resta di me
Autore: Kat Zhang
Editore: Giunti - Collana Y
Pagine: 407
Prezzo: 14,50
Versione letta: cartaceo
Il mio pensiero:
Quando la Giunti ha anticipato l'uscita di questo romanzo lo ha presentato come un libro che scava dentro i problemi d'indentità. Leggendo la trama: due anime che nascono legate e abitano lo stesso corpo, ho pensato ingenuamente che il tema fosse altro, un modo distopico per parlare di crisi d'identità e sessualità, problemi ben più profondi con cui alcuni adoloscenti si trovano a combattere. Invece è un libro che nasce da un'idea sicuramente originale che poteva essere sviluppata con un secondo livello di lettura, più profondo, che non ho trovato. Quest'aspetto mi ha un pò deluso, in particolare perchè nella quarta di copertina spiccano queste parole: <<Problemi di identità ed etica: un'idea originale e provocatoria - Publishers Weekly>>. Ecco, c'è l'idea originale, una duplice identità, ma niente di provocatorio e poco di etica. E' un libro d'intrattenimento come molti altri. Detto questo, ci sono anche aspetti positivi. Si tratta di un esordio e a tratti si percepisce una certa insicurezza, o eccessivo utilizzo di poetica, ma nel complesso è ben scritto, scivola via nella lettura e emoziona. Il personaggio di Addie/Eva è ben costruito e permette al lettore di identificarsi, è una novità assoluta poter vedere e sentire dal punto di vista di un'anima recessiva intrappolata nel corpo di una coetanea. E se all'inizio è la novità ad attrarre, la coerenza della narrazione dal punto di vista di Eva si concretizza quando riesce a muovere i primi passi nel suo corpo. Mi è mancato uno sviluppo più corposo dell'amore che sboccia tra Eva e Rayan, è chiaro fin dal primissimo incontro che c'è qualcosa tra i due, ma tutto questo contorno distopico - medico, soffoca molto lo sbocciare di quest'emozione che invece avrebbe coinvolto maggiormente nella lettura. Magari l'autrice si rifarà nel secondo libro, in effetti tutto nasce nel finale. Sicuramente non manca una società opprimente e senza scrupoli, gli ibridi sono trattati alla stregua di cavie e devono lottare per conquistarsi il diritto a vivere, se pur nella fuga. L'angoscia e l'assenza di speranza di salvezza per le protagoniste Addie/Eva nella prima parte del libro è totale, sembra quasi senza via d'uscita. Anche se personalmente sarei stata più cattiva e avrei acuito il dolore per la rottura dei rapporti con la famiglia, non per masochismo, ma perchè avrebbe reso il personaggio di Addie/Eva più completo. Per quanto riguarda i personaggi secondari, ho adorato la bambina fatina Kitty, come Hally/Lissa; mentre Devon/Rayan è rimasto un pò nascosto, a mio avviso, ha grandi potenzialità per far innamorare centinaia di lettrici, quindi spero che nel secondo libro si possa sapere di più su di lui. "Hybrid, quel che resta di me" è il primo libro di una trilogia, di cui però posso dirvi poco riguardo l'uscita del sequel. Insomma è una buona lettura, non entra tra le mie migliori perchè l'ho trovata originale ma un pò acerba.