Il principe, la bellissima ed affascinante Champa, l'innamorato Gautham la cui storia non riesce mai a concludersi in una ruota di avvenimenti che si ripresentano come un destino che non lascia spazio all'arbitrio personale, dipingono le loro vicende sullo straordinario sfondo di un'India vera e reale, in cui potrete capire meglio l'intreccio delle religioni che si fondono nei millenni in un continuo confondersi dell'unico vero senso di trascendenza comune, le cui variazioni non sono date che dall'insieme delle superstizioni e dalla necessità di dare una forma comprensibile all'incomprensibile, una spiegazione a quello che, per chi crede, non è necessario spiegare.
Forme religiose che hanno convissuto integrandosi perfettamente per millenni prima che la dominazione inglese, che da un lato ha formato l'India moderna, lasciasse il suo veleno che le ha rese nemiche feroci e violente tra di loro. Il dramma e l'orrore della partizione che questo contrasto ha fatto esplodere fino a portare alla nascita di due paesi disperatamente nemici e la sbalordita e straniante situazione di centinaia di milioni di uomini e donne che si sono trovati di colpo senza una patria, indiani guardati con sospetto se andavano in Pakistan, mussulmani odiosi se restavano in India, stranieri di serie B, disprezzati e derisi quando cercavano un nuovo vivere in una Inghilterra, che tutto questo aveva provocato. Una generazione perduta di apolidi che bene spiega gli odi ed i problemi geopolitici di oggi. Non perdetevi questa opera fondamentale che, sottolineo, mi è piaciuta davvero molto.
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