A due anni di distanza dal primo viaggio e dopo molti vani tentativi, Hyperversum trasporta nuovamente Ian e Daniel nel XIII secolo. Per riabbracciare l'amata Isabeau e vedere la nascita del suo primogenito, Ian si trova coinvolto nella ribellione dei baroni inglesi contro Giovanni Senza Terra. Daniel cerca di tornare nel suo tempo, ma rimane imprigionato suo malgrado nel 1215, tra le grinfie del nemico giurato di Ian: Geoffrey Martewall, barone di Dunchester.
Mia Recensione
Eccoci con la recensione del secondo capitolo di questa trilogia scritta dalla modenese Cecilia Randall. QUI potete trovare l’articolo del primo capitolo, mentre QUI potrete trovare l’interessante articolo della rubrica “Saghe Fantasy” scritta da Lya.Inizio anche per questa recensione parlando in generale. Il libro mi è piaciuto tantissimo, la scrittura, le descrizioni, i personaggi. Tutto. Però ho trovato un po’ forzata l’introduzione poiché non si è capito come è stato possibile, dopo 2 anni e mezzo, ristabilire la connessione con Hyperversum, visto che su ammissione dei protagonisti stessi, sappiamo che non è mai stato possibile comprendere la ragione per cui si sia aperto questo varco spazio-temporale (inspiegabile), che nel primo capitolo si aprì in seguito a un evento tanto catastrofico, quanto unico. A differenza del primo capitolo i personaggi protagonisti sono quasi del tutto diversi, ad eccezione di Ian e Daniel. Alcuni personaggi sono solo nominati, altri personaggi che avevano un ruolo centrale nella scorsa vicenda assumono qui un ruolo secondario, mentre quelli che avevano un ruolo marginale nel primo capitolo, qui assumono un ruolo centrale. Sto parlando in quest’ultimo caso di Geoffrey Martwell, barone di Dunchester, feudo immaginario situato sulle coste inglesi. La sua amicizia con Jerome Derangale (antagonista nel primo capitolo) fa si che, una volta incrociato Ian per caso in una locanda (che nel Medioevo ha assunto l’identità del conte Jean Marc de Ponthieu), cerchi vendetta per l’amico rapendo quello che ritiene responsabile della sua morte. Da questo evento scaturisce l’intera vicenda. Come nel capitolo precedente, anche in questo libro le avventure dei protagonisti ruotano attorno a un evento storico realmente accaduto, ovvero la rivolta dei baroni inglesi contro il sovrano Giovanni Senza Terra, che culminerà con la concessione della famosissima Magna Charta Libertatum.
Filo conduttore di queste peripezie è secondo me un famoso aforisma noto tra i pessimisti (scusatemi l’ironia): se qualcosa può andare male, andrà male. Questo ovviamente nell’evoluzione della vicenda è stato importante per rendere il racconto non solo più ricco di suspance, ma anche più emozionante.
Passiamo ora a quello che io reputo il punto forte dell’intero romanzo, ovvero il rapporto tra Ian e Martewell, tra il Falco e il Leone. Il loro rapporto di odio li porta spesso a scontrarsi in duelli il cui obiettivo è uccidere l’altro. Ma una serie di eventi li porterà ben presto a combattere sullo stesso fronte contro un nemico comune e sotterrare, almeno momentaneamente, l’ascia di guerra. Ciò nonostante avranno numerosi battibecchi, divertenti al lettore, incomprensibili per chi non conosce le vicende precedenti. Ho trovato veramente brillanti i dialoghi tra i 2! Ho apprezzato anche la maturità dei personaggi, l’importanza del senso d’onore, la correttezza. E così tra duelli all’ultimo sangue, teste tagliate e scomparsi misteriosi, le vicende non possono non lasciare fino all’ultima pagina il lettore col fiato sospeso. Quindi è con grandissimo piacere che valuto questo capitolo con 4e ½…se non fosse stato per l’introduzione avrei sicuramente assegnato la mezza stella mancante.
Isy