Autore: Francesca Costantino
Editore: Armando Curcio Editore
ISBN: 9788897508328
Fomato: Cartaceo, Ebook
Lingua: Italiano
Numero pagine: 507
Prezzo: 16,90 €
Genere: Fantasy – Sword and Sorcery/Urban
Voto:
Trama: CCancellate quanto sapete della storia del pianeta: “I figli di Baal. La guida rossa” inaugura la Nuova Era del genere umano. Ispirato ai giochi cult D&D degli anni ’90, Diablo e Baldur’s Gate, questo urban fantasy si dipana tra Aurigard, la Città d’Oro, e New York poco prima dell’11 settembre. Jason, Sean e Victoria (un negromante, un guerriero bardo e una maga nera) sono condannati a cercarsi tra le ere e le dimensioni, pur essendo una cosa sola. Essi infatti incarnano i tre “aspetti” del dio Baal, un’entità originaria di Venere e parte della Stirpe divina ntidea. Il demone Mephisto, reietto dalla Stirpe, renderà gli esseri umani schiavi di una setta, impedendo ai protagonisti di riunirsi nell’avatar di Baal, l’unico che può distruggerlo. Amore, magia, musica rock ed esoterismo fanno da sfondo alle vicende umane, in una lotta fratricida che rivoluzionerà il modo di pensare di ognuno di noi.
Recensione: Questa recensione doveva terminare con un voto di quattro o più stelle. Ammetto che inizialmente i Figli di Baal mi aveva entusiasmato, lo stile di scrittura della mi piaceva e la storia sembrava interessante: due universi collegati dove un detective alla ricerca di un assassino è in contatto tramite delle visioni con una “Merida” che si unisce a un piccolo esercito di guerrieri assieme a un elfo. Mi piacevano molto le descrizioni, i vari incipit, i personaggi… Il problema è che tutto ciò viene in seguito abbandonato. Il detective esce dalla polizia per andare a fare il musicista e la ragazza si “traveste” (in realtà ha una veste magica che la maschera da elfo) per unirsi all’equipaggio di una nave di soldati. Per carità, ci sta un cambio di trama, magari non si crea una storia banale ma già il modo in cui è raccontata comincia a diventare noioso. Lo stile della Costantino inizia ad arricchirsi di frasi fatte e metafore che possono piacere solo alle fans di Lara Adrian, per non parlare della scelta dei nomi. E’ un po’ come se, mentre si legge, si venisse interrotti da qualcosa o qualcuno. Non interrompereste la lettura se scopriste che il nome di un elfo, che è anche uno dei personaggi più importanti, fosse Matthew? O che Vic (sì, è proprio il diminutivo di Victoria, in una trama Sword and Sorcery ci sta quanto un T800 in un Harmony) impara a fare salti mortali o a battere un kraken in men che non si dica?
A proposito: proprio il personaggio di Matthew è uno spasso, un elfo super addestrato che non c’è mai quando è necessario e che usa i suoi poteri una volta ogni tanto. Pensate che a un certo punto il supermegamagogranfarabrutto tiranno dell’isola fa vedere una chiave magica alle truppe, gli viene rubata da un’arpia, dà l’ordine di recuperarla e lui si sta lì senza inseguirla. Poteva trasformarsi in un grifone per volare su di lei (anche perché l’urlo delle arpie, che sono anche banshee, non ha effetto su di lui) ma preferisce starsene lì. Sì, è vero che l’obiettivo era trovare il nido delle arpie ma mica lo dice all’inizio. Semplicemente l’elfo lo capisce da solo.
La protagonista invece scopre tutto man mano che va avanti. Scopre di essere una prescelta, scopre che ha i poteri, scopre di amare l’elfo, scopre di NON amare l’elfo, scopre di saper suonare un pianoforte senza averne mai visto uno, scopre che la magia in fondo è cattiva, scopre che non è vero buona…
Parlando dell’altro universo c’è la parte dei ghoul che è fantastica. Ve lo dico subito, c’è un piccolo spoiler, ma è troppo bella per non essere raccontata. In sostanza il protagonista si fa mordere dagli zombi e il suo sangue comincia a smettere di circolare. Riesce a uscire dalle fogne, dove vi era il tempio segreto, raggiunge un locale che conosceva dove vi era un serpente (e dove era morto un tizio il giorno prima, quindi chi aveva chiuso il locale aveva lasciato lì il povero rettile solo soletto), si fa mordere perché sa che il veleno è coagulante e dopo un bagno a casa sua si riprende. Poi un amico gli offre la cocaina per la prima volta, lui sviene, va a salvare Vic nell’altro universo e torna nel suo risvegliato dall’amico.
Alle situazioni assurde aggiungete che molti personaggi hanno il loro doppione con lo stesso nome in entrambi gli universi (o realtà parallele o mondi che siano).
L’originalità è limitata all’osso, come si può notare leggendo epilogo. Vi sono tre tipi di magia (bianca, nera e rossa), tre tipi di elfi (luce, silvani e oscuri) e guerrieri dal mantello di bronzo, d’argento e d’oro.
Concludiamo proprio con il finale che…. Non c’è. La tizia arriva dove deve arrivare e finisce lì. O comprate il nuovo libro o nisba.
Io il nuovo libro ce l’ho comunque.
E lo recensirò al più presto.
Come avrete ben capito I Figli di Baal non mi è piaciuto per niente. Sarò pure troppo cattivo ma la trama inconcludente, l’assurdità dei comportamenti dei personaggi e la noia che aleggia per tutto il romanzo rendono i figli di Baal un romanzo a mio parere bruttino. Ha pure vinto un paio di premi e in giro è pieno di recensioni entusiasmanti, ma non è il mio caso. Mi dispiace per la Costantino e spero seriamente di ricredermi con il seguito. Di conseguenza, se giustificate i vampiri sberluccicosi di Twilight o se vi è piaciuto il film di Eragon dategli un’occhiata. Altrimenti leggetevi Gaiman.