Recensione "I Guardiani del Destino e altri Racconti" di Philip K. Dick

Creato il 08 maggio 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari lettori,
sono felice di presentarvi oggi un'affascinante raccolta pubblicata lo scorso aprile da Fanucci: I guardiani del destino e altri racconti di Philip K. Dick, principalmente noto al grande pubblico per il suo romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche? altrimenti conosciuto come Il cacciatore di androidi, dal quale nel 1982 è stato tratto il famoso film diretto da Ridley Scott Blade Runner con Harrison Ford e Rutger Hauer. Cresciuta come sono, a pane e fantascienza (sia letteraria che cinematografica), posso dire di apprezzare sinceramente l'iniziativa dello stesso editore italiano di pubblicare tutte le opere di questo autore, che rimane a tutt'oggi uno dei miei preferiti.
Titolo: I guardiani del destino e altri racconti
Autore: Philip K. Dick
Traduttori: M. Nati, S. Pergameno, P. Prezzavento
Editore: Fanucci
Collana: Collezione ventesima
Data di Pubblicazione: 7 aprile 2011
Pagine: 274
Prezzo: € 14,00Trama: La narrazione di I guardiani del destino si snoda attorno alla vicenda surreale di Eddie Fletcher, agente immobiliare la cui esistenza viene sconvolta dalla scoperta che la realtà è solo un meccanismo continuamente modificato e riplasmato da alcuni ‘guardiani’, potenti e misteriosi, che vivono al di fuori del pianeta. Philip K. Dick affronta qui uno dei temi portanti della sua produzione letteraria, il rapporto tra realtà oggettiva e realtà soggettiva, e lo fa con quella potenza visionaria che ne ha fatto uno degli autori da cui il cinema ha tratto maggiore ispirazione. Questa antologia raccoglie anche gli altri racconti brevi di Philip K. Dick trasposti in pellicole cinematografiche, ossia Next (2007), Paycheck (2003), Impostor (2002), Minority Report (2002), Screamers – Urla dallo spazio (1995) e Atto di forza (1990). Ecco un’occasione unica di accostarsi a un autore che, ancora oggi, è capace di metterci di fronte a rilevanti quesiti sul senso della nostra esistenza e sul nostro modo di leggere la realtà
RECENSIONE Una precisazione riguardo l’autrice di questa recensione. “Non ho letto il libro, ma ho visto il film” non è una frase che ritengo di aver pronunciato spesso. Non lo dico per snobismo. Probabilmente è dovuto in primis al fatto di essere cresciuta con dei genitori che preferivano più comprare libri che andare al cinema, per cui non lo dico per presunzione, si tratta di un dato di fatto. Ma se c’è mai stato un genere cinematografico o televisivo, oltre che naturalmente letterario, che mio padre ha sempre sostenuto e amato è quello fantascientifico. La sua passione, oltre a riempire gli scaffali delle librerie (il plurale in questo caso è voluto) di casa, ha coinvolto inevitabilmente prima noi figli, affettuosamente invitati, a volte costretti, a rivedere almeno una volta all’anno il suo film preferito (di cui possiede anche, naturalmente, il romanzo e relativi sequel), ovvero 2001 Odissea nello Spazio, poi i nipoti. Questi ultimi, nonostante siano coinvolti anche loro nella ormai biografica presa in giro del nonno riguardo “quel film con le scimmie e il valzer di Strauss”, non sono insensibili al fascino di nuovi mondi e navi spaziali. Anche mia figlia Francesca, due anni, riccioli dorati e occhioni stile formichina di A Bug’s Life, mi chiede indifferentemente di guardare Winnie The Pooh o il Dottor Who. E non certo perché sottoposta a lavaggio del cervello da parte della mamma, come potrebbero commentare i miei amici.
Premesso questo, è naturale che anche io negli anni non mi sia persa la visione delle cosiddette perle della cinematografia sci-fi, incluso il famosissimo Blade Runner. Ma nel contempo, il mio amore per i libri e la curiosità innata che mi porta a voler approfondire qualsiasi argomento sia di mio interesse mi ha spesso portato a voler “leggere il libro” dopo aver visto il film o viceversa. Per cui qualche anno fa ho acquistato, sempre della Fanucci, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, romanzo dal quale il film di Ridely Scott è stato tratto. E completamente diverso dalla sceneggiatura del film, tranne che per alcuni particolari. La stessa differenza che ho riscontrato leggendo la raccolta che si apre con The Adjustment Bureau (I guardiani del destino), la cui trasposizione cinematografica uscirà a fine maggio. Sinopsi e trailer del film (vedi trailer qui sopra) mi hanno fatto già capire che la storia di Eddie Fletcher, venditore immobiliare in una città e in un epoca non ben definiti, ben poco ha a che fare con quella di David, interpretato da Matt Damon: mentre il primo si ritrova per una serie di eventi imprevedibili ad assistere al disfacimento (vero e proprio) della realtà in cui vive, il protagonista del film deve lottare per riuscire a vivere accanto alla donna amata. Non mi permetto di discutere naturalmente la natura o la qualità di questo film, prima di tutto perché non l’ho ancora visto, e inoltre perché credo che, come nel caso di Blade Runner, è lecito che uno sceneggiatore possa trarre ispirazione da un’opera letteraria o di altro genere per tirare fuori il proprio capolavoro. Ritengo invece che queste differenze possano costituire un arricchimento, stimolare l’interesse di chi ha visto il film a leggere questo e gli altri racconti di Dick, o a far apprezzare un buon film ai topi di biblioteca tipo la sottoscritta.

Completamente diverso dalla trasposizione cinematografica, ancora, è Next, altrimenti conosciuto come The Golden Man. Il protagonista, Cris Johnson, una sorta “mutante” invincibile grazie al suo singolare dono (riesce a prevedere il futuro in tempo reale, e per questo, ad esempio, può evitare di essere colpito dai proiettili perché ne “vede” la traiettoria prima che vengano sparati) sembrerebbe più che altro mirare ad un evoluzione “alternativa” del genere umano, e mi ha fatto pensare di più a uno dei casi del Dylan Dog di Tiziano Sclavi, o agli eroi del fumetto X-MEN che il film con Nicholas Cage. Più simili agli originali, anche se naturalmente anche in questo caso implementati dalla fantasia degli sceneggiatori, gli altri racconti:

Paycheck (I Labirinti della Memoria), uno dei miei preferiti, ha come protagonista Jennings, che dopo aver accettato di svolgere per due anni un lavoro di ricerca ben remunerato ma segretissimo presso una misteriosa società di robotica, e aver sottoscritto la clausola obbligatoria che ha permesso ai suoi datori di lavoro di cancellargli a fine mandato la parte di memoria relativa a quello stesso periodo, scopre di aver firmato, prima di sottoporsi al trattamento, per rinunciare volontariamente alla somma dovuta, scegliendo di sostituirla con una busta contenente quelle che all’apparenza sembrerebbero inutili cianfrusaglie. Ma saranno questi oggetti, che scoprirà aver messo da parte lui stesso con precise intenzioni, e quindi i suoi stessi ricordi “indotti” a fargli recuperare la memoria e a permettere all’uomo di prendere le redini del suo destino.


Impostor (Impostore) narra la storia di Olham, che in un futuro imprecisato, nel quale la Terra è in guerra contro extraterrestri provenienti da Alpha Centauri, è sospettato dai suoi commilitoni di essere stato sostituito con un robot umanoide contenente una bomba nucleare. Inutili le sue proteste di innocenza: grazie alla perfetta tecnologia aliena, l’androide sarebbe indistinguibile dall’originale, comportamento e ricordi inclusi. Preso dal panico, l’uomo fugge dalla prigionia e cerca disperatamente la navicella con il quale si sarebbe schiantato il suo “sostituto”. Alla fine riuscirà a trovarla e a mostrarla ai suoi accusatori, ma scoprirà che gli alieni ostili sono molto più furbi di quanto lui credesse…

Minority Report (Rapporto di Minoranza), forse il racconto più complesso della raccolta, nel quale viene descritta una società nella quale la criminalità è ridotta al minimo grazie ad un’organizzazione che sfrutta i poteri extrasensoriali di tre esseri umani che vengono tenuti perennemente attaccati ad un complesso macchinario che trasforma le loro visioni in immagini di omicidi che non sono stati ancora compiuti. Il responsabile di questo sistema, il cosiddetto “Precrimine”, si chiama Anderton. Mentre sta mostrando a Witwer, il suo nuovo assistente, come funziona l’attività dei cosiddetti precog, scopre che il prossimo ad essere accusato di omicidio sarà proprio lui. L’uomo, convinto che si tratti di una previsione falsificata, cerca di scoprire in tutti i modi cosa c’è dietro ai report dei tre sensitivi e si trova di fronte ad una sconcertante verità, che lo porterà a dubitare dell’infallibilità di tale metodo preventivo.

In Screamers (Modello Due), il lettore si trova di nuovo di fronte uno scenario bellico: in un epoca imprecisata l’America è in guerra contro la Russia da diversi anni, ma ormai a farla da padrone sono i cosiddetti “artigli”, piccole sfere robot ideate in origine dagli americani, in grado di intercettare autonomamente il nemico e farlo a pezzi in pochi istanti. Queste armi terribili sono in grado di costruirsi e ripararsi da sole in laboratori sotterranei, nei quali gli umani non osano mettere piede. Il maggiore Joseph Hendricks, che come gli altri soldati statunitensi è protetto dagli artigli grazie a una piccola piastrina termica di riconoscimento, viene mandato a negoziare con i sovietici e si ritrova in un bunker con gli ultimi tre russi rimasti in vita: Klaus, Rudi e Tasso. Hendricks viene a conoscenza che i robot del sottosuolo hanno ideato e costruito una moltitudine di androidi in tre modelli diversi (un bambino con un orsacchiotto, un soldato ferito e un terzo dall’aspetto ancora sconosciuto), destinati ad avvicinare gli umani per sterminarli. Purtroppo sarà proprio il maggiore a dover scoprire alla fine, a spese sue e dell’intera umanità, non solo l’aspetto del fantomatico “M II”, ma anche che i cosiddetti modelli non sono solo tre.

We Can Remember it for you Wholesale (Ricordiamo per voi) riprende il tema della “memoria”. Il protagonista, Douglas Quail, brucia dal desiderio di visitare Marte, ma non potendosi permettere tale viaggio, decide di rivolgersi ad una società di nome Rekal, in grado di impiantare “memorie extra-fattuali” di qualsiasi tipo nei suoi clienti. Ma qualcosa va storto: Quail scopre di essere veramente l’agente segreto delle sue fantasie, al quale dopo una missione sul Pianeta Rosso era stata cancellata la memoria. Braccato dal governo, che lo vede naturalmente come un pericolo, riesce a trattare la sua libertà e torna alla Rekal con il patto farsi modificare, stavolta definitivamente, tutti i ricordi fin dall’infanzia. Il finale a sorpresa è assicurato.
Lo stile visionario e tendenzialmente pessimista di Dick, che dipinge un futuro indirizzato quasi inevitabilmente verso la distruzione del genere umano, insieme al tema ricorrente degli androidi che cercano di sopraffare e prendere il posto dei loro “creatori” originari e all’attenzione particolare dell’autore nei riguardi della psicologia e dei processi cognitivi dei suoi personaggi rendono la sua opera unica nel suo genere. L’impressione che esista qualcosa “al di sopra” di noi designato al controllo delle nostre vite, che si tratti di dei o abitanti di altri pianeti, è un altro di questi temi, particolarmente evidenziato dal racconto che da il titolo a questo libro. I suoi personaggi sono ben consci dell’ineluttabilità del loro destino, ma, nonostante siano in qualche modo rassegnati ad esso, non rinunciano a lottare fino alla fine per difendere la loro “verità”.
Vissuto per poco più di cinquant’anni, attraverso una guerra devastante, i pregiudizi del maccartismo, la falsa epoca d’oro di Kennedy e le contraddizioni del post-Vietnam, fino alla speranza reaganiana, l’autore ha certamente trovato il modo di esprimere ed esteriorizzare in modo toccante ed efficace gli innumerevoli travagli interiori dell’uomo cosiddetto “moderno”, evidenziando nei suoi racconti e romanzi il fatto che non esiste un’unica versione dei fatti, ma diversi e molteplici punti di vista, non solo per ognuno di noi, ma anche “in” ognuno di noi. Per questo mi sento di affermare che forse anche lui, dopo tutto, avrebbe apprezzato gli adattamenti cinematografici dei suoi film, non solo come omaggio personale ma anche come ulteriore visione alternativa di una realtà possibile. Io personalmente, in cuor mio, continuo a preferire le storie “di carta” a quelle sul grande e piccolo schermo, per cui vi invito a dare libero sfogo alla vostra immaginazione e a leggere questi bellissimi racconti.
L'AUTORE: Philip K. Dick nasce a Chicago il 16 dicembre 1928. Nel 1955 esce il suo primo romanzo, Lotteria dello spazio. Durante un’esistenza segnata dalle difficoltà economiche, scrive capolavori come La svastica sul sole, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, da cui è tratto Blade Runner di Ridley Scott, e Ubik. La Trilogia di Valis è la sua ultima opera, pubblicata negli anni Settanta. Muore il 2 marzo 1982, stroncato da un ictus. La notorietà di Philip K. Dick deve molto agli adattamenti cinematografici, tra cui Atto di forza (1990), Screamers – Urla dallo spazio (1995), Impostor (2002), Minority Report (2002), Paycheck (2003) e Un oscuro scrutare (2006). Nel 2008 è uscito il film Next, con Nicholas Cage, tratto dal racconto The Golden Man.
Fanucci Editore pubblica in esclusiva tutta la produzione di Philip K. Dick, considerato uno dei più importanti autori della narrativa americana del secondo dopoguerra. Sul sito della casa editrice (QUI) è possibile scaricare e leggere un'estratto del racconto che da il titolo alla raccolta.


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