Recensione: Il bacio della morte, di Marta Palazzesi
Creato il 08 febbraio 2013 da Mik_94
Titolo:
Il bacio della morte.
Autrice:
Marta Palazzesi
Editore:
Giunti Y
Numero
di pagine: 383
Prezzo:
€ 12,00
Data
di pubblicazione: 16 Gennaio 2013
Sinossi:
Thea è una ragazza di diciotto anni, irriverente, simpatica e
ribelle. E ha il potere di creare i sogni, un dono raro, ereditato da
suo padre, un potentissimo Incubus armeno. In un favoloso palazzo ai
confini della Romania, Thea e i suoi compagni vengono addestrati
duramente per combattere gli Azura, spietati Demoni del sottosuolo. E
Thea si destreggia molto bene nei combattimenti così come la sua
migliore amica Serena, la bellissima figlia di Andreas Grigor, il
Signore del Palazzo. Le due ragazze sono inseparabili fin
dall'infanzia e insieme sognano di sconfiggere i Demoni e magari, un
giorno, di innamorarsi di qualcuno di speciale. Ma quando dal nulla
arriva un guerriero misterioso e viene assegnato proprio a Thea come
compagno di allenamenti, la serenità della ragazza e quella di tutto
il Palazzo sono messe a dura prova. Damian è un affascinante
Succubus, con un oscuro e doloroso passato, e soprattutto è così
sexy che è davvero difficile concentrarsi... È l'inizio della
trilogia della "Casa dei Demoni", che si svilupperà in un
affascinante mosaico di avventure mozzafiato, personaggi
indimenticabili, incredibili colpi di scena, tradimenti, rivelazioni
e amori impossibili. E i protagonisti si troveranno a combattere non
solo con veri Demoni ma anche con quei demoni interiori che popolano
i cuori giovani e irruenti...
La recensione
Vi
dico la verità: a diciotto anni suonati, sono in una fase tardiva
dell'adolescenza in cui - sedendomi al computercon una finestra di
Word aperta davanti - le mie storie, i miei ricordi, le mie sensazioni
e tutto quello che conosco assumono, del tutto naturalmente,
sfumature fantasiose. Il mio liceo diventa, senza troppo sforzo,
un'antica abbazia medievale, la mia cotta di turno una ragazza da
salvare da un destino infelice, prof e compagni difficili da digerire
perfidi alchimisti o demoni. L'urban fantasy non mi ha ancora
stancato. No.Spero
sempre in sorprese che difficilmente arrivano, ma datemi una bella
copertina, una storia romantica e dai toni dark e, risparmiandomi magari la piaga di un triangolo amoroso di troppo, potete garantirmi
serate di letture piacevolissime, anche se lontane anni luce dalla
perfezione. Semplici, disimpegnate, ma ancora incredibilmente
d'effetto.Quando
Il bacio della notte, romanzo
d'esordio della simpatica Marta Palazzesi, è uscito, lo scorso
Gennaio, nelle nostre librerie, non mi sono lasciato coinvolgere
dall'entusiasmo e dal furore generali. Ne ho parlato, certo, ma
tenendomi lontano da conti alla rovescia e commenti entusiastici.
Felice per il successo di una nostra giovane scrittrice, ma
consapevole che, spesso, da grandi aspettative derivino delusioni
ancora più grandi.L'ho
letto, e senza lasciarmi condizionare. Senza pregiudizi e con tiepide
speranze a farmi compagnia. Una storia semplice, non ancora pronta a
sganciarsi dall'ombra imponente delle grandi saghe USA, ma certamente
carina. Il resto l'avrei scoperto solo leggendo. Se ci fossero stati
sviluppi positivi nel corso della lettura, bhe, sarebbero stati
certamente i benvenuti.
Nonostante questo, però, il romanzo è
riuscito a deludermi ugualmente, posizionandosi al di sotto di
aspettative già di per sé non altissime. E questo, purtroppo, mi è
stato chiaro immediatamente. Tutto quello che di originale il primo
volume della Casa dei demoni aveva da offrire, l'avevo già trovato, efficacemente descritto, nella quarta di copertina.Nella
sinossi si legge del difficile rapporto tra Thea e i genitori, dei
poteri “da incubo” del taciturno Damian, di pugnali, Azura e
Mondi Sotterranei, ma in 383 pagine non ho trovato altro. Nessuna
aggiunta, nessun approfondimento ad ampliare le discrete premesse
iniziali. La storia semplicemente non tocca altri punti. Il bacio
della morte, infatti, ruota attorno ad una sorta di trama-non
trama. Apparentemente c'è, ma è di carta velina.Sottilissima,
come una bandiera leggera e sbiadita, sventola stancamente tra
amicizie, battuta divertenti o mordaci, gelosie, sudati
allenamenti, balli e capitoli decisamente troppo lunghi. Un punto
forte della storia sono indubbiamente i dialoghi e l'inconsueta
protagonista che li anima, rendendoli frizzanti, giocosi, brillanti e
con la giusta dose di realismo e pepe.
Thea,
nonostante i suoi diciotto anni, è l'eroina più irresponsabile,
vivace e inconsapevole che si possa immaginare. Conscia dei suoi
lineamenti aggraziati e delle sue belle gambe, cammina meno ingobbita
e intimorita delle aspiranti Bella Swan; è un maschiaccio che,
nonostante una caratterizzazione non eccelsa, fa subito simpatia,
irritando simpaticamente per i suoi modi bruschi e per una
linguaccia a tratti velenosa e tagliente. Ambito vertice di un triangolo
sentimentale, è contesa dal ricco Alex – cugino della sua migliore
amica, Serena – e dal suo misterioso compagno d'allenamento –
Damian. Due belli che, come si dice, non ballano. La
cosa più fastidiosa, accanto a una trama molto scarna, è la
staticità delle ambientazioni, degne di una noiosa sitcom a basso
budget. I protagonisti si muovono davanti a uno sfondo fisso,
dettagliato e ampio quanto può esserlo la scenografia di carta pesta di una recita
della scuola materna. Abbiamo un castello, una palestra, giardini
vari, ma descriverne le forme e l'aspetto sembra un optional. Quasi
come se la fantasia avesse un limite da non superare e l'autrice
ristretti costi da rispettare per l'arredamento di regge e la cura di foreste
e boschi immersi nel cuore di una Romania mai liquidata con una tale
fretta. Se non fosse stato per il titolo e la cover, in tutta
sincerità, avrei avuto la sensazione che mi fosse finita tra le mani
la sceneggiatura di un episodio delle Winx o della serie più
recente (e deludente) del cartone Sabrina Vita da Strega. Non
posso esprimermi, inoltre, in merito ai paragoni con la serie di
Richelle Mead. Non l'ho letta, ma temo che il comprensibile
confronto non farebbero altro che andare a discapito del romanzo
della Palazzesi. Qui il pensiero delle serie fantasy più preziose
non mi ha sfiorato nemmeno, ma il paragone è sorto con i titoli,
forse, meno interessanti del genere: Switched, Wings,
Bleeding Love, Bacio Sacro.Lo
stile è lieve, senza sbavature, ma, se prima poteva considerarsi un
pregio, si dimostra in seguito troppo lieve... anche solo per lasciare
un piccolo segno. E mi vengono in mente Amabile Giusti, Dorotea De
Spirito, Barbara Baraldi e Bianca Leoni Capello, che, a storie
scritte sulla falsa riga di Twilight, avevano saputo dare
intensità, personalità, amore, forza.Mi
auguro che, maturando, la scrittura di Marta possa regalarci le
stesse cose. La strada che ha davanti, visto il suo esordio
tutt'altro che memorabile, non può che gradualmente migliorare. O almeno è quello che, di tutto cuore, mi auguro, per lei e per coloro che fedelmente la sostengono.
Il
mio voto: ★★
Il
mio consiglio musicale: Paramore - Decode
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