RECENSIONE “Crea dipendenza”. Dovrebbero stampare per legge questa etichetta nella quarta di copertina di tutte le opere di Jeaniene Frost, perché ogni volta l’effetto rapimento è devastante. Non se ne vorrebbe più uscire e giunti alla parola “fine” si farebbero carte false pur di aver subito in mano un seguito, o persino ci si accontenterebbe di un altro centinaio di pagine di banalità quotidiane e quisquilie ordinarie pur di non abbandonare l’atmosfera e gli incredibili personaggi che l’autrice ha creato.
"Scivolò nell’acqua verso di lei, spinto dallo stesso inesorabile impulso che induce le falene a danzare con le fiamme. Aveva passato l’equivalente di tante vite fra raziocinio, fredde macchinazioni e, in definitiva, il vuoto. Forse le falene sanno quello che lui non sapeva: che la gioia della fiamma vale il prezzo della distruzione."Come già avvenuto per il primo volume del Night Huntress World, e nonostante la piacevole e sorprendente rivelazione che è stato, mi sono avvicinata a questo libro con moderate aspettative. E invece, anche questa volta, sono stata ripagata con trecento incantevoli pagine che hanno smentito ogni possibile attesa di delusione, noia o lettura tiepida. Eppure Mencheres non si proponeva affatto come un personaggio facile. Nella serie regolare, il suo attrito con Cat e il rapporto incrinatosi criticamente con lei e Bones nel quarto capitolo offuscavano persino l’innegabile fascino e il naturale magnetismo della sua persona e del suo immenso potere. Mencheres appariva calcolatore, arrogante al punto da manipolare le persone e gli eventi in modo da adattarli ai suoi fini e alle sue visioni del futuro, e anche saggio e flemmatico, ma comunque troppo antico, troppo potente, troppo “altro” per poter essere più che una spalla, anche se di rilievo. La perdita dei poteri poi e lo spegnersi della sua volontà di vivere e collaborare con gli amici e con la sua gente, oscuravano ulteriormente la sua immagine. E invece la Frost usa tutto questo, pregi, difetti e sventure recenti, a vantaggio del personaggio, creando una figura piena, carismatica, assolutamente amabile, stanca dei millenni vissuti, degli intrighi, delle lotte, delle perdite, pronta ad abbandonare la sua esistenza e inaspettatamente sinceramente, legata alle persone di cui si è circondata… E per affiancare un simile vampiro, complesso, controllato e ferito, un figlio del sapiente Egitto che porta nel cuore e sulle spalle stanchi oltre quattromila anni di vita, l’autrice ha sapientemente creato una controparte femminile dotata di una schietta onestà e di una lucida intelligenza. Kira, così giovane e acerba con i suoi trent’anni di vita, è comunque la compagna perfetta per l’antico Mencheres.
<Ora ti sembro troppo vecchio per te?> mormorò. <Troppo diverso dalla persona che amavi prima di sapere tutto questo?> Gli occhi di Kira stavano già brillando di verde, e le sue labbra carnose si schiusero. <No, non mi sembri troppo vecchio.> Aveva la voce roca. <Né troppo diverso. Mi sembri mio. Chiunque tu fossi, chiunque tu sia… sei mio.> Mencheres sorrise, i suoi canini si estesero in tutta la loro lunghezza. <Così hai parlato, che così sia. Per l’eternità.>
Il risultato, come già avvenuto nel primo volume spin-off con Spade e Denise, è una storia d’amore delicata, tenera, riflessiva, che segue senza troppi scossoni il suo decorso naturale. E, soprattutto, capace di non far sentire la mancanza di quella tra Bones e Cat, sempre adrenalinica, passionale, esplosiva. Bones e Cat che, questa volta, hanno un ruolo di comprimari marginale e forse anche poco lusinghiero, nonostante la loro diffidenza iniziale sia ampiamente giustificata dal recente passato con Mencheres. In entrambi gli spin-off, la Frost fa sempre apparire la SUA protagonista (perché Cat è la sua protagonista d’eccezione, tanto che i libri della serie regolare sono scritti in prima persona col suo point of view, mentre gli spin-off sono sempre in terza persona) ai margini e poco coinvolta, senza indizi di un rapporto di intesa e nemmeno di amicizia con i protagonisti (nonostante Spade e Denise nella serie regolare le siano molto legati). È piuttosto Bones a ricoprire ruoli brevi ma molto intensi sul piano affettivo. È come se la Frost la volesse tenere lontana dal riflettore per paura che possa rubare la scena ai temporanei protagonisti; comprensibile, vista la potenza del personaggio, che però sarebbe piacevole vedere, per una volta, attraverso il filtro degli altri personaggi e seguire mentre stringe rapporti profondi con loro. Ma questo credo sia l’unico neo del libro, che si legge in un giorno, incapaci di staccarsi dalle sue pagine e di abbandonare i protagonisti che si trovano sempre in un momento importante, che sia uno scontro potenzialmente mortale con il subdolo nemico millenario Radjedef, che sia una dichiarazione d’amore o che sia un semplice brano di passaggio. Perché i libri della Frost non conoscono momenti “morti” o brani superflui. Tutto è assolutamente vitale, vibrante, coinvolgente, espressivo. In due sole parole, come dicevo in apertura, “crea dipendenza”! NIGHT HUNTRESS SERIES (ordine di lettura con le spin-off novels)
1. Halfway to the Grave (2007) – La cacciatrice della notte (Fanucci 2010) 2. One Foot in the Grave (2008) – La regina della notte (Fanucci 2011) 3. At Grave’s End (2008) – L’urlo della notte (Fanucci 2011) 4. Destined for an Early Grave (2009) – L’odore della notte (Fanucci 2011) Spin-off novel: First drop of Crimson (2010) – Crepuscolo Cremisi (Fanucci 2011) Spin-off novel: Eternal Kiss of Darkness (2010) – Il bacio eterno dell'oscurità (Fanucci 2012) 5. This Side of the Grave (2011) – ancora inedito 6. One Grave at Time (2011) – ancora inedito
Al momento sono previsti altri tre libri della serie regolare e per marzo 2012 il primo volume della serie spin-off The Night Prince con protagonista Vlad, dal titolo Once Burned, cui seguirà un secondo volume ancora senza titolo.