RECENSIONE: Il canto dell'immortale di Torben Guldberg

Creato il 04 maggio 2014 da Bookland

Buona lettura
Titolo: Il canto dell'immortale
Autore:Torben Guldberg
Pagine: 432
Prezzo:19,90 €
Editore: Longanesi
Trama
Dall’anno Mille al 1400, lungo cinque secoli densi di avvenimenti per l’Europa, si snoda la storia del protagonista e voce narrante di questo romanzo. Dai terrori superstiziosi per l’inizio del nuovo millennio fino all’arte del periodo rinascimentale, passando per le crociate del 1200 e la peste del 1300, l’Immortale intreccia la sua esistenza con quella delle persone comuni, che nel mondo vivono e soffrono cercando un senso alla loro esistenza e al loro soffrire, e canta di guerrieri ed eroi, streghe e cantastorie, nel tentativo continuo di comprendere e spiegare i grandi temi dell’umanità: l’amore e la fede, il mito e la realtà, la morte e la rinascita. Un romanzo che indaga e racconta i più importanti sentimenti umani – quelli che, nella loro inafferrabilità, rimangono sempre identici a loro stessi – con una scrittura ricercata e ricca di immagini, di grande suggestione, che riesce perfettamente a ricreare e illustrare i vari aspetti delle epoche narrate, dalla vita di campagna del Medioevo alle crociate, alla magnificenza dell’arte rinascimentale.


Mai fu più sbagliato leggere questo libro in un periodo di calma piatta! Perché dico questo? Perché questo libro racconta una storia interessante a con uno stile noioso e piatto. Sicuramente dipende dallo stile di scrittura dell'autore danese, ma a me il tutto è risultato un vero e proprio mattone infinito da leggere.
Il romanzo racconta la leggenda dell'Immortale, un eroe guerriero del folklore nordico, che racconta, dal suo punto di vista, la sua storia dalla nascita fino ai giorni nostri. Lui infetti è immortale ed è in vita da 2000 anni. Il suo nome è un mistero, la sua vita è un susseguirsi di lavori, cambiamenti ed evoluzioni della sua persona e del mondo che lo circonda. La sua storia, narrata da bardi e scritta in manoscritti, è mutata nel tempo così come lui stessocambiato.
Del libro mi ha attirato il titolo e la promessa di una storia all'highlander con un eroe perduto nella storia che racconta dal suo punto di vista ciò che accade nei secoli della sua vita. Detto così mi sembrava un romanzo grandioso, ma lo stile piatto e poco entusiasmante dell'autore, ha reso un romanzo promettente in una noia colossale. Mi aspettavo uno stile epico, leggendario, forte e particolare, invece il libro è scritto in modo quasi impersonale, come se il protagonista non avesse vissuto tutto ciò che racconta; insomma mi è sembrato abbastanza macchinoso e ho avuto seri problemi a finirlo. Nella storia non c'è nulla che non vada: è varia, appassionante ed intrigante, i personaggi sono incisivi e sfaccettati e gli incontri fatti nel corso dei secoli sono in sintonia con il periodo narrato. Nonostante questo e i quasi 9 giorni che ci ho messo per finirlo, il libro non mi ha coinvolto minimamente, mi ha incuriosito ma non mi ha trasportato all'interno della storia perché, se da una parte la storia è bella, lo stile è tutt'altra cosa: non so se il problema sia la traduzione in italiano o sia proprio il testo originale. La prima persona costante non mi è mai piaciuta molto nei romanzi ma di solito dopo un po' mi abituo, in questo caso però ho avuto difficoltà a comprendere questo modo di scrivere lento e prolisso e l'abitudine non è arrivata; in alcuni momenti la mia mente si è ribellata. Un punto positivo è relativo alla divisione in fasi della vita dell'eroe immortale che sono ben scandite dai secoli che passano: ogni periodo vive in modo diverso con una filosofia diversa e prima è un guerriero, poi un contadino, ancora dopo un mendicante, un cantastorie ecc. ma si sente sempre disperato e incommensurabilmente solo. Quindi tante vite, tante esperienze che insegnano all'uomo ad accettarsi e ad accettare il cambiamento continuo ed instancabile dell'umanità il tutto condito con le forti passioni del protagonista il quale, grazie alla sua immortalità, ha potuto vedere il mondo da ogni possibile angolazione. Assegno, con rammarico, due stelline al libro poiché, come ho detto precedentemente,lo stile adottato ha reso difficoltosa e lenta la lettura non permettendomi di godere un splendida storia.
Lya

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