RECENSIONE: Il canto delle parole perdute di Andrés Pascual
Creato il 09 ottobre 2012 da Bookland
Buongiorno lettori!
eccomi con una nuova recensione di un libro davvero stupendo di cui consiglio la lettura a tutti!
Titolo: Il canto delle parole perdute
Titolo originale: El haiku de las palabras perdidas
Autore: Pascual Andrés
Pagine: 391
Prezzo: 16,40 euro
Editore: Corbaccio
Genere: Narrativa,drammatico
Trama
Nagasaki, agosto 1945. Kazuo, un ragazzo occidentale
adottato da una famiglia giapponese, e Junko, figlia di una maestra di
Ikebana, si sono ripromessi di incontrarsi su una collina per suggellare
il loro amore adolescente con un haiku. Pochi minuti prima
dell’appuntamento, la bomba atomica trasforma la città intera
nell’inferno.
Tokio, febbraio 2011. Emilian Zäch, architetto svizzero in
crisi, funzionario delle Nazioni Unite e sostenitore dell’energia
nucleare, conosce una gallerista di arte giapponese ossessionata
dall’idea di rintracciare il primo amore della nonna.
Mia recensione
Scrivere questa
recensione sarà abbastanza difficile perché questo libro è davvero splendido,
ma probabilmente non riuscirò ad esprimere totalmente il mio pensiero.
Scritto da un
autore spagnolo, il libro racconta una splendida storia d’amore che trascende
ogni cosa, anche la vita stessa.
Il canto delle
parole perdute è forse il romanzo più bello e denso che abbia letto in
quest’ultimo periodo.
Il libro si apre
con la descrizione di Nagasaki durante la guerra, con Kazuo, un adolescente
olandese adottato da giapponesi, e Junko una bellissima ragazza dolce ed
innamorata di lui. Vivono tutte le difficoltà della guerra da quando sono molto
piccoli, ma nulla li ha preparati alla bomba atomica che distrusse tutto quello
che conoscevano e amavano. Separati e perduti i due ragazzi proseguono per due
strade diverse, ma non riescono a dimenticarsi......
Nel presente invece
c'è la storia di Emilian, un ingegnere che fa ricerche su i metodi di
produzione di energia pulita e che è pro nucleare. Durante un disastroso
viaggio n Giappone, in cui tutta la sua vita va in pezzi, conosce Mei, una
donna in carriera che lo affascinerà tanto da accettare di aiutarla nella sua
ricerca, ma soprattutto in quella di sua nonna.
Il canto delle
parole perdute è un libro che consiglio a tutti, mi ha colpita davvero
moltissimo, a partire dalla splendida cover, che però non credo sia
perfettamente in linea con il romanzo, personalmente avrei scelto un’immagine
più sconvolgente e più antitetica, magari una foto in bianco e nero dopo la
bomba atomica su Nagasaki con un tocco di colore….rosso ovviamente. Anche se
quella che hanno scelto sta forse a rappresentare la filosofia di vita dei
giapponesi sempre così calmi e posati.
A parte le mie
disquisizioni estetiche, come ho già detto, il libro mi è piaciuto molto,
infatti me lo sono gustata limitandomi alla lettura di 50 pagine al giorno e
ogni sera, quando arrivavo a doverlo chiudere, sentivo sempre un piccolo
brivido, perché la storia raccontata è davvero intensa.
Il libro mi è
piaciuto prima di tutto per le ambientazioni, sia quelle iperteconologiche del
Giappone e della Svizzera moderni, sia per le descrizioni assolutamente
sconvolgenti di Nagasaki dopo l’esplosione della bomba. Ho studiato ciò che è
successo, ho visto molti documentari drammatici ed intensi che parlavano di
radiazioni e dei suoi effetti sull’uomo, ma quello che viene descritto nel
libro è comunque incisivo perché raccontato dal punto di vista di un ragazzo.
Kazuo o Victor è
un adolescente diviso tra due mondi diversissimi: quello occidentale retaggio
dei suoi genitori olandesi e quello orientale che è cresciuto dentro di lui
grazie alla presenza dei suoi genitori adottivi giapponesi. Nonostante questa
forte contraddizione relativa alla sua educazione, Kazuo si sente giapponese e
se ne renderà conto solo dopo aver lasciato tutto, lui, come dice il suo nome
stesso, è un uomo di pace in un paese distrutto dalla guerra.
Altra
protagonista che mi ha lasciato un segno è Junko, una ragazza giapponese,
semplice e delicata come un fiore, che diventa una donna forte e determinata,
che nonostante tutte le difficoltà va avanti nella sua vita senza però
dimenticare il suo adorato Kazuo, ultimo baluardo dell’innocenza che è svanita
il giorno che è esplosa la bomba e che ha cambiato la sua vita.
I due
protagonisti che vivono nel presente non hanno avuto lo stesso impatto emotivo
e sono meno coinvolgenti rispetto a Kazuo e Junko, anche se comunque raccontano
la loro storia.
Insomma, per le
tematiche trattate, per le descrizioni e per i personaggi così belli e poetici,
ho deciso di assegnare al romanzo cinque stelline.
vi lascio con una citazione dal libro:
<è come se
fossi inseguita dallo spirito dell'haiku> confessò all'improvviso, senza
sollevare la testa dalla spalla di Emilian,
Lya
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