Magazine Cultura

[Recensione] Il disordine delle cose di Rossana De Lorenzo

Creato il 20 febbraio 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Il disordine delle cose di Rossana De LorenzoTitolo: Il disordine delle cose
Autore: Rossana De Lorenzo
POD: Lulu.com
Numero pagine: 104
Prezzo: € 3,00
Voto:[Recensione] Il disordine delle cose di Rossana De Lorenzo

Trama:
“Potrebbe essere la perfezione, questo. Il disordine delle cose però quello buono, mi ha detto qualcuno, è ciò che può salvarci. Io non gli ho chiesto da che cosa. Anche se credo di averlo capito dopo, da che cosa: da noi stessi, ci salverà.”
Per gli amanti della lettura, del noir, ma anche per chi non se ne frega niente e ha solo voglia di una nuova proposta tra i libri impilati sul comodino o nell’ereader Per gli snob che solo la carta e niente più. E anche per i criticoni irriducibili, per i curiosi, i buoni, gli stronzi, gli amici, i nemici, i conoscenti, gli intelligenti, gli stupidi, i provocatori, le teste di cazzo, i nervosi, i tranquilli, i creativi, i noiosi, gli arroganti, i passionali, i tiepidi, i figli, le madri, i padri, i vicini di casa. E i serial killer! Questo per voi e anche per quelli che non ho citato.

Recensione:
Ho copiato e incollato direttamente la trama, così, senza alcuna modifica. Giusto per rendere noto quali siano il tenore e l’andamento dell’intero libro.
Dopo un paio di paragrafi di lettura mi ero già precipitato al computer per verificare quale diamine fosse la casa editrice in grado di pubblicare un testo simile, ed è stato un sollievo scoprire che si tratta di un autopubblicato: una volta tanto, non posso prendermela con gli editori per qualche pessimo editing o impaginazione.
Qui nemmeno di editing si può parlare: è un testo incomprensibile, del tutto privo (e intendo proprio del tutto, totalmente, completamente, interamente privo) di qualsiasi cura formale e stilistica, e perfino delle più basilari norme della lingua italiana. L’autrice ha buttato giù pensieri raffazzonati così come uscivano dalla tastiera, e il risultato è una perla rara da additare come esempio di violenza letteraria: la grammatica non esiste, l’ortografia è completamente andata a farsi esorcizzare benedire, intere frasi non svelano il loro significato nemmeno all’ennesima rilettura. Quand’anche un correttore di bozze coraggioso dovesse fare onore alla sua carriera e tentare l’impresa, verrebbe respinto dall’incomprensibilità della trama; che trama non è, a meno che non si voglia definire tale una sconclusionata accozzaglia di frasi e scene che solo in qualche sporadico punto sembrano avere una parvenza di ordine logico.
Ogni riga sbatte in faccia al lettore una catastrofe visiva senza soluzione, un difetto comune alla stragrande maggioranza degli autopubblicati ma che mai avevo riscontrato così evidente. Alcuni si salvano grazie a una narrazione con buone potenzialità, ma qui nemmeno questo dettaglio può essere preso in considerazione.
Mi è rimasta una sola considerazione da fare, quando sono arrivato all’ultima riga: meno male che di pagine ce n’erano appena poco più di cento, e meno male che è piuttosto raro incontrare sulla propria strada una lettura tanto tragica.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :