Titolo: Il Dono delle Furie
Autrice: Elizabeth Miles
Casa editrice: Nord
Prezzo: € 16,50
Pagine: 378 Il mio voto:
La mia recensione
Il Dono delle Furie è una lettura rapida e godibile che riesce, anche se a stento, a portare un pizzico di novità nel tanto popolare genere urban fantasy per giovani adulti, grazie alle interessanti figure su cui questo romanzo si concentra: le tre Furie. Misteriose, spietate e vendicative le Furie, Aletto Megera e Tisifone, erano per la mitologia Romana la personificazione della vendetta, pronte a torturare le loro vittime sino alla pazzia e poi alla morte e così la Miles le descrive. Tuttavia la caratterizzazione e la costruzione delle sue Furie, che in questo romanzo sono state relegate al ruolo di comparse sfuggenti, manca di incisività e passione, di quella scintilla incendiaria che ci si aspetterebbe accompagni la loro presenza.
La narrazione si alterna tra il punto di vista Emily e quello di Chase, due adolescenti di Ascension, Maine, che dopo essersi macchiati di tradimento nei confronti di persone care, hanno scatenato l'ira delle Furie, Aly Meg e Ty, che, a quanto pare, tenevano d'occhio la loro cittadina da tempo. La Miles non fornisce molte spiegazioni sulla presenza delle Furie ad Ascension osul perché si accaniscono sugli adolescenti, né si preoccupa di introdurne la storia. Diviene dunque chiaro che, almeno per questo primo romanzo della serie, i protagonsti non sono le tre vendicatrici, ma le loro vittime. Mentre Emily è impegnata a fornicare con il ragazzo dei suoi sogni, che sfortunatamente è anche il fidanzato della sua più cara amica, Chase è tutto preso nella scalata della la classifica sociale della propria scuola, pronto ad arrivare in cima con ogni mezzo a disposizione, quando le Furie compaiono nelle loro vite.
Con doni misteriosi, apparizioni terrificanti e un'aura da film horror, le Furie si abbatteranno sui due ragazzi, portandone alla luce le debolezze e le paure e facendo così deragliare la loro sanità mentale, al fine di punirli per i misfatti compiuti. Nessuna pietà, niente sconti di pena, nessuna scusa può bastare a saziare la fame di vendetta delle Furie se non la sofferenza dei traditori. Chase e Emily si troveranno a lottare strenuamente per avere salva la vita, costretti ad accettare l'impossibile e a combattere contro il male più infido, ma se riusciranno o meno a sopravvivere, sta a voi scoprirlo.
Il dono delle Furie è un interessante mix di scene adrenaliniche, attimi terrificanti e ricchi di suspance e momenti di vita vissuta e la semplice narrazione dell'autrice contribuisce a rendere il romanzo intrigante di facile lettura. Lo stile visivo e scorrevole della Miles rendono ila storia facilmente immaginabile, creando vere e proprie scene da film horror. E' facile rabbrividire per le spaventose trovate delle Furie, come lo è sorridere per le dimostrazioni di geniale crudeltà di cui la Miles fa sfoggio. Purtroppo però, anche se i colpi di scena non mancano e momenti intensi che coinvolgono entrambi i protagonisti riescono ad avvincere il lettore, il ruolo esageratamente marginale delle Furie rende questo romanzo molto banale e in qualche modo deludente. Ci si aspetterebbe che tutto giri attorno a loro, che la loro follia vendicativa tinga di rosso le pagine del romanzo e che la Miles dia loro un ruolo centrale e di spicco, ma così non è. Ty Aly e Meg, ovvero le Furie, vengono descritte distrattamente e le loro sporadiche quanto sfuggenti comparsate, lasciano un senso di vuoto incolmabile. Pare quasi che il lampo di genio che la Miles ha avuto nell'incentrare una sere sulle mitiche Furie, si sia consumato davvero troppo in fretta, dando vita a una storia di banale vendetta. Le tre ragazze sono sì inquietanti e malvagie, a volte anche deliziosamente perfide, ma dalle Furie, vi assicuro, ci si aspetterebbe di più. Forse il tutto sarebbe stato più coinvolgente se, invece della petulante Emily, a parlare fossero state le Furie stesse che, sono certa, avrebbero avuto molto da dire. Aspetto il secondo, sperando che i buchi vengano colmati e la storia decolli e che le possibilità future accennate nel finale vengano davvero sfruttate dall'autrice.