Magazine Cultura

Recensione "Il Dono Incantato del Brigante" di Rafik Schami

Creato il 24 gennaio 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Francesca Rossi

Un mondo pieno di magia. Topolini innamorati e libri segreti. Ogni pagina mille storie da raccontare. Ogni porta ha una chiave che consente l’accesso ad un mondo nuovo, da scoprire. La chiave per entrare nel mondo della fantasia è l’arte in ogni sua forma. Il libro di Rafik Schami, Il Dono Incantato del Brigante, è proprio questo: una piccola opera d’arte che immette in un mondo incantato, che catapulta il lettore in una atmosfera magica, leggera come può essere solo una piuma, o un bel sogno che finisce troppo presto.  

Titolo: Il Dono Incantato del Brigante

 

Autore: Rafik Schami

Casa Editrice: Garzanti

Titolo originale: Der Kameltreiber von Heidelberg

Traduttore: Paolo Scopacasa

Illustrazioni: Henrike Wilson

Pagine: 125

Prezzo: 18,50 euro

Trama Il libro è nascosto in fondo a un armadio segreto, protetto da occhi estranei. La copertina è di pelle scura e le decorazioni sono dorate e un po' sbiadite per l'usura. Ma quando il piccolo Adel lo apre si ritrova improvvisamente avvolto da una spessa coltre di fumo bianco. Una dolce brezza profumata di caffè soffia tra i suoi capelli. La stanza è scomparsa. E al suo posto si trovano una distesa di sabbia assolata, una tenda e un vecchio arabo seduto su un tappeto. È il brigante più famoso del deserto siriano, e la sua casa è ora tra le pagine dell'antico libro. Ogni volta che qualcuno lo sfoglia può ascoltare la sua voce profonda e orgogliosa che narra di cammelli parlanti, del perché i pavoni temono i corvi e fanno la ruota una sola volta al giorno, del leone vegetariano, dell'elefante e della topolina innamorati, del castellano che divora i sogni dei servitori e dell'amicizia fra alberi e pesci. A ogni pagina una storia e un'avventura, un dono magico che solo il vecchio brigante è in grado di creare. 
RECENSIONE E’ riduttivo sostenere che il libro di Rafik Schami, Il Dono Incantato del Brigante, sia un’opera “per bambini”. E’ un dato di fatto che ci si trovi di fronte ad una raccolta di deliziose favole, ma non è forse vero che proprio le favole e le fiabe non hanno età? Gli stessi cartoni animati, da Disney in poi, non sono amatissimi anche dagli adulti, che non perdono occasione di rivederli in tv o in dvd? Affermare che questo piccolo gioiellino figlio della cultura araba sia “letteratura infantile”, quindi non più indicato ai concreti uomini moderni, vorrebbe dire rinunciare a sognare e rinunciare a ricevere, attraverso la lettura, quella piccola dose di “polvere magica” che ci aiuta a vivere meglio e ad evadere dalla realtà.  Il libro contiene 8 racconti che affondano le loro radici letterarie e culturali nel mondo arabo (non musulmano, si ricordi che i due termini non sono sinonimi). Il primo racconto, Il Cammelliere di Heidelberg, è la storia di un ragazzino sognatore che scopre un libro magico. Aprendolo, viene catapultato nel deserto dove suo nonno, il brigante Adel, inizia a raccontargli storie fantastiche. In questo racconto spicca il ruolo centrale che nella cultura araba ha il cammello. Lo stesso brigante si mette a descriverlo dettagliatamente, a lodare la nave del deserto che ha consentito agli Arabi di vivere e prosperare. La descrizione minuziosa, che Schami alleggerisce con eleganza, riprende gli antichi componimenti poetici arabi in cui il cammello era descritto fin nei minimi particolari, per esaltarne tutte le doti e celebrarne il ruolo sociale cosi importante. E’ notevole il fatto che il ragazzo protagonista del racconto, che si chiama Adel come il nonno, pensa che “cammelliere” sia un insulto. Non può essere altrimenti per lui che è cresciuto in Germania, tra due mondi e due culture. Sarà proprio un cammello parlante a fargli riprendere contatto con le sue radici e a spiegargli il concetto di “integrazione”, che non vuol dire perdita d’identità, ma fusione di due culture diverse nel rispetto delle proprie origini. Il secondo racconto Il Corvo Acrobata, è un elogio della diversità, del coraggio di credere in se stessi e nelle proprie idee, anche quando si è i soli a farlo e una “curiosa lezione” sull’origine della ruota del pavone. La storia è quella di un piccolo corvo deriso dagli altri membri della sua specie (una piccola società gerarchizzata in cui è presente il concetto di “livello sociale”, il rispetto del rango e anche i pettegolezzi dei vicini, come ogni buona società che si rispetti), per la sua caratteristica di fare la verticale col becco. Un giorno il piccolo corvo decide di far visita al pavone, l’animale più bello, per carpire il segreto della sua famosa “ruota”.Il racconto è anche una esortazione a non scendere a compromessi e ad affermare la propria personalità. Il terzo racconto, Albin e Lila, ha per tema la diversità, l’amicizia, la solidarietà e la comprensione tra gruppi diversi, in questo caso galline e maiali. Uno dei maiali, Albin, è emarginato dal gruppo per la sua carnagione troppo chiara. E’ un diverso che fa amicizia con una gallina, Lila, anch’essa ostracizzata dalle altre compagne perché diventata troppo vecchia e quindi buona ormai solo per il brodo. Sarà proprio Albin, con la sua grande generosità, ad aiutare le galline a respingere la volpe, per loro minaccia mortale. Il quarto racconto Il Leone Benilo, riprende i temi della diversità e dell’amicizia attraverso il legame che si instaura tra un leone erbivoro, una gazzella non più in grado di correre veloce e un pazzo. Tutti e tre hanno in comune la ribellione al loro “branco” e alle sue regole, la voglia di guardare il mondo da un’altra prospettiva e il fatto di aver pagato la loro trasgressione con l’emarginazione. Il drago e il matto, quinto racconto, ripropone il tema dell’uomo che vive ai confini della società umana perché considerato folle, ma sarà l’unico a salvare il suo paese dalla minaccia di un drago. Il protagonista, Hilal, forse non è del tutto pazzo., maun uomo che guarda oltre le convenzioni. La storia più bella è forse la sesta, Bobo e Susu. L’amicizia tra un elefante ed una topolina che si trasforma in amore vero e proprio. I due, però, non possono vivere liberi e felici come vorrebbero, data la loro diversità e la diffidenza dei rispettivi gruppi di appartenenza verso questa love story molto originale. La soluzione sta in un fiore, che consente di trasformarsi in qualunque cosa si desideri. Bobo e Susu fanno l’incantesimo uno all’insaputa dell’altra, invertendo cosi i ruoli; Bobo diventa un topolino e Susu una elefantessa. Eppure entrambi, da quel momento in poi, vivranno felici e avranno anche dei figli, i “topofanti”. Il loro amore è stato possibile perché entrambi si sono messi “nei panni” dell’altro. “Fatima ovvero la liberazione dei sogni", penultimo racconto, narra le vicende di una ragazzina scaltra ed intelligente, che vince grazie all’astuzia, come una moderna piccola Shahrazade, una sorta di “orco ruba sogni”, in grado di privare chiunque si arrabbi della facoltà di sognare e fantasticare. La piccola Fatima riesce a volgere la situazione in suo favore, restituendo i sogni ai legittimi proprietari. La fantasia è un bene prezioso, non si baratta, non ha prezzo e nessuno si può permettere di perderla, o il suo animo sarà destinato a svuotarsi e a inaridire. L’ultimo racconto, L’Albero Volante, è la storia di un giovane alberello anticonformista, che vuole essere libero di scegliere il proprio destino e la propria natura. Ama le storie e vuole vivere a contatto con il mondo e gli animali. Non accetta di essere omologato (essere un melo o un albicocco). Vuole essere ciò che la sua coscienza gli impone. Per questo sceglie di vivere in un posto diverso da quello in cui è nato. A “cambiare residenza” lo aiuteranno le rondini. Racconti stupendi narrati con grazia, eleganza e finezza. Storie cosi non si narrano spesso oggi. I temi ricorrenti sono l’amicizia, l’amore, la solidarietà, l’integrazione, il rispetto della diversità, dell’altro, la diffidenza sostituita dall’affetto, la libertà, l’anticonformismo, la ribellione alle convenzioni. L’ambientazione araba non è certo un ostacolo alla comprensione delle storie, che hanno una morale e valori universali, anzi è un arricchimento. L’immaginazione, in fondo, non ha lingua, non ha religione, non ha confini né frontiere. Consiglio il libro non solo a quei genitori che hanno voglia di leggere favole genuine ai loro figli, attraverso le quali imparare i valori e la forza dei sentimenti, ma anche a quegli adulti che cercano un barlume di speranza, uno spazio di cielo azzurro nel grigio delle città e in una realtà che troppo spesso dimentica il valore della leggerezza e della fantasia.

“Un narratore in stato di grazia. Senza alcuna arroganza trasmette una profonda morale con parole che incantano tanto chi ascolta quanto chi legge. (Un’opera che non dovrebbe mancare in nessuna cameretta!)”Rheinischer Merkur“Schami ha una scrittura straordinariamente arguta e vivace. E anche se sono ambientate nel deserto o nella giungla, le sue storie sembrano svolgersi proprio qui dietro l’angolo”Neue Zurcher Zeitung

L'AUTORE: Rafik Schami è nato nel 1946 a Damasco, nel quartiere aramaico. Nel 1971 viene esiliato, si trasferisce in Germania e studia Chimica a Heidelberg. I suoi romanzi sono stati tradotti in 21 lingue e Schami è uno degli autori in lingua tedesca più famosi al mondo. Tra i suoi bestseller L’Amante di Damasco, Il Lato Oscuro dell’Amore, La Voce della Notte. Ha scritto anche un libro sulla cucina e le tradizioni damascene con la sorella Marie Fadel, La Città che profuma di Coriandolo e di Cannella.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :