Recensione: IL FALCO E LA ROSA - di M.Masella, M.Camocardi, M.Formenti, O.Albanese, P.Picasso, R.Ciuffi, T. Melville ( I Romanzi Mondadori)
Creato il 02 aprile 2012 da Francy
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Il Falco e la Rosa, ovvero le nostre Magnifiche Sette in un colpo solo!
Autore: AAVVGenere: Storico/Contemporaneo
Ambientazione: Firenze
Pubblicazione: ed. Mondadori, collana I Romanzi Mondadori Classic,nr.1000, aprile 2012
Parte di una serie: no
Livello sensualità: Media
Disponibile in ebook: SI', da aprile 2012
LA STORIAAmori e passioni nell’eredità di una stirpe.
Storie di guerrieri, congiurati, pittori, musicisti, patrioti ed ereditiere si avvicendano attraverso i secoli all’ombra di un palazzo maestoso, custode di segreti e di misteri, mentre il medaglione di una schiava passa di sposa in sposa, pegno di amori tormentati ma sempre vittoriosi. Speranze e avidità, orgoglio e illusioni, inganni e rivincite si intrecciano così, dalle Crociate al Novecento, nella storia della nobile famiglia fiorentina dei Monfalco. Ne sortisce un affresco di amori e passioni in una Firenze indimenticabile, raccontata dalla penna di sette grandi autrici italiane in un romanzo unico, in tutti i sensi.
Non vi dirò niente. Non vi racconterò la soddisfazione di vedere sette italiane riunite in un solo volume. Non vi svelerò il dietro alle quinte e tanto affetto da parte di noi fans. Non vi racconterò l’ambizione di queste sette donne che vogliono solo il riconoscimento che meritano, essere scrittrici. Punto. Senza etichette di nessun colore: né rosa, né giallo, né nero. Scrittrici punto e basta. Che ci fanno sognare e che meritano il riconoscimento che a tanti è dato senza sforzo alcuno, solo perché stanno su uno scaffale in libreria o vanno in televisione o scrivono sui quotidiani articoli, sputando sentenze senza neppure conoscere a fondo l’argomento.
Non vi dirò niente di tutto questo. Ma vi racconterò l’armonia di sette racconti che si intrecciano, si inseguono, si completano proprio come su uno spartito, scritto all’unisono e da cui sgorga una piacevole, ipnotica melodia.
Miriam Formenti racconta di un crociato, di tempi duri, di cavalieri che tornano delusi o favolosamente ricchi da una terra arida e nemica e lo fa con la solita passione: perché si sente che lei scrive ciò che più le piace e che dalla sua penna le storie escono come le lettere dell’alfabeto: una dopo l’altra per attrarci ed incantarci. Bello questo inizio in tempi così lontani e densi di avventura, crudeli se vogliamo, ma affascinanti come Lanfranco e Rosa. Lui che ha un gran cuore ma braccia forti e lei che, nonostante l’avversa fortuna, ha stretto i denti e coraggiosa, ha tenuto duro in un mondo che può piegare chiunque. Rosa, senza spine e forte come lo stelo che nessuna tempesta potrà mai piegare. Lanfranco e Rosa, il loro amore indissolubile su cui poggeranno le fondamenta di una grande famiglia. E che famiglia…
Paola Picasso, che mi ha fatto rivivere la Congiura de’ Pazzi in una Firenze al culmine del suo splendore, tra uomini d’arme e d’amore e addirittura mi ha presentato Lorenzo, il Gran Mecenate. Ho passeggiato per le vie della città, quella Piazza della Signoria che già allora era ammantata di splendore e proprio là ho visto Raniero, che sognava la sua Costanza di Monfalco. Ho incontrato Riccardo di Monfalco e le sue trame, la sua arroganza quando decide il destino di sua sorella con tanta, maschile leggerezza. Il convento, l’angoscia, l’assassinio. Paola, col suo stile accattivante e forbito, elegante, indimenticabile.
Ornella Albanese, da brividi. Adoro il personaggio tempestoso di Alessandro, luce ed ombra, chiaro, scuro, azzurro e grigio… una tavolozza di colori che mi hanno ricordato una pittrice realmente vissuta a Milano, Sofonisba Anguissola e che io amo in modo particolare poiché anche lei ha lottato come fa la protagonista del racconto, Celeste. Perché loro non avevano la strada aperta, loro vivevano in un mondo esclusivo e impenetrabile, un mondo dominato dagli uomini: pittori, scienziati, navigatori: chiuso a doppia mandata, quel mondo. Celeste avrà le chiavi giuste per affacciarsi su di esso con carattere, determinazione e fascino, avrà abbastanza coraggio per aprirvi uno spiraglio e vincere. Le sue mani che corrono sulla tela. Le vedo. I suoi occhi guardano Alessandro. Lo vedo anch’io. Lei si nasconde dietro la tela, per pudore. Sono arrossita anch’io.
La sue mani danno vita, creano un ritratto e mentre il pennello mescola e stende i colori, anche noi siamo rapite e immaginiamo, grazie a lei, colui che le sta di fronte, il suo modello, il suo amore. Sarà Celeste a toccare il cuore di quell’uomo tenebroso e affascinante. Grazie per questo protagonista così vivo e misterioso perché Ornella, col suo ritratto, lo hai reso indimenticabile.
Mariangela Camocardi, il suo Lapo e la sua Olivia, strega stregata e scusate il gioco di parole: perché se lei ha sussultato vedendo per la prima volta quello sconosciuto avventuriero reduce da paesi lontani, anch’io l’ho fatto con lei. Un uomo che ritorna, che il destino porta verso un sentiero sconosciuto, verso una casa che racchiude segreti e sembra viva poiché in lei c’è la stirpe dei Monfalco. Che orgoglio veder buttati fuori i parenti, quelli cattivi, che orgoglio scovare ciò che da secoli era celato davanti agli occhi di tutti, che emozione vedere sul portone, insieme a loro, quello stemma che ci accompagna già da secoli. L’amore non conosce ostacoli, ha i suoi segreti e Mariangela li svela a poco a poco, con personaggi secondari che, anche in poche righe ci svelano una profonda umanità. Una figlia ritrovata, un uomo che ha sfidato i suoi voti per amore, una donna ingrata che però sarà capace del perdono. E l’amore, il grande amore che non esista a sbocciare accompagnato dalla rosa e dal giglio di Firenze…
Theresa Melville, che emozione. Non l’avevo capito e sei bravissima ad illuderci che tutto sia normale. Nessuno lo immagina e sembra impossibile. Eppure eppure… lui è… che emozione! Ci regali due innamorati, due anime gemelle che si riconoscono al di là dei sensi umani, in una comunione spirituale, fatta di olfatto, tatto, udito. Gemma come una pietra preziosa ed unica, dalla voce melodiosa, dall’animo sensibile, dalla vivace incoscienza. Federigo è prigioniero, estraneo in un mondo che conosce in modo diverso da tutti noi eppure meglio, eppure più profondamente. E come se non bastasse il fato a volerli separare, ci si mette anche una faida del passato, le due famiglie, i Monfalco e i Malaspina, già divise da un antico amore. Ma la musica, ah! La musica che viene dal cuore, quella che non conosce limiti e rapisce e fa volare. Il falco, dalla vista interiore acuta, ha trovato finalmente la sua rosa.
Maria Masella, come sono vicini a noi Bruno e Cate! Quanti secoli, quanti anni pervasi già di nostalgia, vite sbriciolate lungo i secoli, quasi mille anni. Ma come in tutti i tempi, gli uomini, le donne, l’amore, non cambiano. Bruno, che non ha mai dimenticato quella notte prima della battaglia, della grande avventura con Garibaldi, lontano dalla sua casa, per l’Italia, per quel sogno repubblicano che infiammò le anime di tanti patrioti. Caterina, neppure lei ha scordato le mani, il corpo di quell’uomo e infatti, inconsapevole, lo sta ancora aspettando. La magia di un incontro si trasforma nell’ansia, nell’angoscia di un passato che un equivoco ha reso odioso ad entrambi e il gioco si fa duro: duri gli sguardi, dure le giornate da passare nell’incertezza dell’amore, dura la vita se lui non c’è, se lei non è quella che credi. Bruno, non arrenderti, leale, sincero, innamorato. Cate, abbi fiducia perché quell’uomo non ti deluderà e i suoi baci ti toccheranno il cuore, come hanno fatto con il mio.
Roberta Ciuffi, che hai avuto il difficile compito di congedarci da questa famiglia, da queste vicende che ci hanno incatenato e fatto sognare. Con eleganza hai chiuso i battenti del portone avito su cui, in alto, ancora è inciso il blasone di famiglia. Ma ormai è consumato, roso dal tempo e dalle vicende umane. Quanti disastri, quanti amori, quanti pianti e risate tra quelle pareti, quelle stanze a cui il tempo e lo sfaldarsi della fortuna hanno strappato arredi, quadri, tesori. Che nostalgia, che struggimento nel cuore di Guglielmo quando decide che è tempo di guardare al futuro e lasciarsi alle spalle il glorioso e lunghissimo passato. Minerva, sua moglie, che ha solcato un intero oceano, che ha nelle vene la verve e la forza di sangue nuovo e che viene da lontano, lei saprà sorreggere ed amare un uomo capace di scelte coraggiose. Insieme, nel secolo delle grandi guerre e di sconvolgenti cambiamenti, anche i nostri protagonisti, i Monfalco, i discendenti di questa illustre casata, non ci tradiscono e ci trascinano verso l’amore che unisce un uomo e una donna, in una comunione che non è solo del corpo perché sarebbe troppo, troppo riduttivo. Struggente la nostalgia che fa battere i loro cuori dopo tanti anni, quando tornano alla casa avita. Tutto è cambiato, tutto si trasforma, tutto profuma di tempi andati. Ma a me è venuta voglia di ricominciare, sentivo già la mancanza di tutti, tutti coloro che mi avevano raccontato la storia di quelle mura.
Così, dopo aver chiuso il libro, l’ho riaperto e ho ricominciato…Firenze, Palazzo dei Conti di Monfalco, 1415…
- LEGGI QUI IL POST DI PRESENTAZIONE DEL ROMANZO CON LA 'GENESI' DI QUESTO IMPORTANTE PROGETTO ROMANCE A SETTE MANI.
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