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Recensione Il Grande Gatsby (6.5) Le luci e i colori strabordano, i contenuti NO

Creato il 19 maggio 2013 da Frenckcinema @FrenckCinema

il grande gatsbyCosa succede se un romanzo come Il Grande Gatsby arriva per la quarta volta al cinema nella storia?

Beh l'unica risposta plausibile sta nell'enorme spaccatura riservata dalla critica, ognuno ha amato un particolare adattamento e questo nuovissimo targato Baz Luhrmann non poteva che accontentare qualcuno e scontentare qualcun altro. 

Luhrmann da sempre è conosciuto come un regista amante dello sfarzo, delle luci e del continuo movimento, un visionario che racconta le sue storie nel modo più spettacolare possibile e molto probabilmente con questo film tende "leggermente" ad esagerare.

Si parla di un grande classico del passato come Il Grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald, un romanzo che ha ispirato intere generazioni di cineasti tra cui un certo Francis Ford Coppola, autore della sceneggiatura della versione del 1974 e per questo un romanzo che merita rispetto.

Detto questo non voglio assolutamente dire che il signor Luhrmann abbia mancato di rispetto ad un colosso della letteratura mondiale, ma per certi aspetti pare proprio non aver dato quell'importanza dovuta ad una storia incredibile pensando solo a rendere il contesto realmente fantastico.

Con Moulin Rouge e Romeo + Giulietta l'obiettivo fu raggiunto a vele spiegate, con Australia invece il regista finì per sembrare abbastanza superficiale, ma con Il Grande Gatsby lo è stato pesantemente, un'orgia di colori, suoni, balli e feste che hanno nascosto il vero reale pezzo forte del romanzo, la grandezza di un personaggio come quello di Gatsby, un eterno sognatore, nato povero e divenuto una potenza solo per un sogno.

leonardo dicaprio grande gatsby
Con questa prima parte per niente lusinghiera sembrerebbe che solo gli effetti visivi, le ambientazioni, le musiche e le ricreazioni di luoghi oramai andati siano la parte giusta di questo nuovo adattamento, ma attenzione state dimenticando il cast fatto di stelle lucenti come Leonardo DiCaprio, Joel Edgerton, Tobey Maguire e Carey Mulligan.

Per DiCaprio ancora una volta un'interpretazione da Oscar, difficle ora come ora prevedere una sua candidatura, mancano tantissimi mesi e tra l'altro l'attore non è mai stato tanto apprezzato dagli Academy, il suo personaggio è grandioso e pieno di sfaccettature, difficile da interpretare per qualsiasi attore, ma non per DiCaprio, naturale come sempre e adattabile ad ogni evenienza.

Per Maguire finalmente un'interpretazione di caratura dopo i grandi fasti di Seabiscuit, da tempo imperniato nella mediocre interpretazione di Peter Parker nello Spider-Man di Sam Raimi  è tornato lucente ed apprezzabile, un passo in avanti verso la maturità tanto agoniata.

Poche luci e molte ombre per Carey Mulligan, si parla di una delle attrici rivelazione degli ultimi anni con ruoli chiave in film apprezzati come Drive, Non Lasciarmi e Shame, mai così poco espressiva come in questo film, difficile apprezzarne il grande talento che l'ha elevata a grande attrice da piccoli film, per lei Il Grande Gatsby si rivela un piccolo buco nell'acqua in una carriera comunque al momento spettacolare.

il grande gatsby feste
Dal punto di vista visivo, Il Grande Gatsby è stato straordinario, con paesaggi mozzafiato, riprese di una New York anni venti estremamente realistiche ed in più alcuni momenti di buon 3D, per l'appunto, alcuni momenti visto che per il resto del tempo è sembrato veramente inutile.

Difficile inoltre non apprezzare l'ottimo accostamento musicale tra la grande epoca del jazz ed il mash up realizzato con le nostre più moderne sonorità, dalla dance al rap passando per il pop, un mix incantevole e per niente scontato.

In conclusione Il Grande Gatsby si perde nell'enorme sfarzo di luci e suoni, le feste offuscano la storia, gli interpreti regalano ottime interpretazioni, ma senza una linea guida legata alla teatralità di questo bellissimo romanzo latitano pesantemente, in definitiva Luhrmann realizza un film che finisce per specchiarsi nella sua grandiosità dimenticandosi del vero cuore del romanzo da cui esso è tratto.

Un'occasione mancata per realizzare una grande opera tratta da un romanzo immortale.,,,

di Frenck Coppola


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