Editore: Newton Compton (Collana Live)
Pagine: 128
Prezzo: 0,99 cent
Edizione integrale
Traduzione di Bruno Armando
Consigliato? Sì. Lo consiglio vivamente, per scoprire un'America di un'epoca passata, ma con temi non così lontani dai nostri giorni, per riflettere un poco sulla solitudine dell'uomo e sulla troppa importanza che si da alle cose materiali e al denaro, perdendo così certi valori importanti. E... per chi ha voglia di innamorarsi di un personaggio unico come il Grande Gatsby!
Valutazione
Trama:
L’essenzialità, la finezza descrittiva, i personaggi indimenticabili hanno fatto di questo romanzo un “classico moderno”. Il misterioso, affascinante e inquieto Gatsby, con le sue feste stravaganti, il lusso e la mondanità di cui si circonda, non mira in verità che a ritrovare l’amore di Daisy. Ma è possibile ricatturare il passato? Nello scenario dei frenetici anni Venti, di cui Fitzgerald e la moglie Zelda furono protagonisti, il desiderio di Gatsby diventa emblema di un sogno di assolutezza, che la realtà frantuma e disperde. Molti grandi attori hanno prestato il loro volto a Gatsby e Daisy, tra i quali Robert Redford e Mia Farrow nel 1974, Leonardo DiCaprio e Carey Mulligan nel 2013.
Recensione:
"Era uno di quei rari sorrisi dotati di eterna rassicurazione, che s'incontrano quattro o cinque volte nella vita.
Fronteggiava - o sembrava fronteggiare - l’intero mondo esteriore per un istante, e poi si concentrava su di te con un irresistibile pregiudizio a tuo favore. Ti capiva fin dove volevi esser capito, credeva in te fin dove ti sarebbe piaciuto credere in te, e ti assicurava di aver ricevuto esattamente l’impressione migliore che speravi di dare."
Quando devo, o meglio, voglio esprimere la mia opinione su dei romanzi, ritenuti dei classici e dei capolavori, m'introduco sempre a punta di piedi, cercando di articolare i miei pensieri in modo tale da esporli al meglio delle mie capacità.
Ammetto, con assoluta sincerità e una leggera punta di imbarazzo, che è la prima volta che leggo qualcosa di Fitzgerald, quindi non conoscevo prima d'ora questo autore, né posso fare paragoni con altri suoi romanzi. Tuttavia, ho comprato uno dei Mammut della Newton Compton che racchiude tutte le sue opere e, appena possibile, sarò felice di leggerle, perché il suo stile mi ha conquistata!
Ho acquistato il Grande Gatsby per due motivi, forse futili, ma che sono risultati vincenti: da un lato l'edizione economicissima della Newton Compton nella sua adorabile collana Live, dall'altro lato l'uscita imminente - e ormai attuale - del film ispirato, con protagonista il mio attore preferito che, con la sua interpretazione favolosa, merita assolutamente l'oscar. Be', il nome lo sapete: Leonardo di Caprio, a mio avviso, ha incarnato perfettamente la figura di Jay Gatsby e me ne sono totalmente innamorata.
La vicenda si svolge nell'America dei fulgenti anni 20, fatta di lusso e mondanità, ricchezza e feste strabilianti, il tutto circofuso dall'ammaliante musica jazz. Siamo in un periodo durante il quale la materia, l'immagine, i soldi sembrano contare molto più dei sentimenti, che risultano sbiaditi, falsi, incerti, vaghi. Eppure, in mezzo a tutto ciò, c'è la figura di un uomo particolare, che ogni notte dà vita nella sua immensa villa a una serie di feste stravaganti, dove il lusso e la grande musica, e la stravaganza sono alla base di tutto e tutti possono parteciparvi senza alcun invito.
Stiamo parlando di Jay Gatsby, un giovane uomo, che è presentato al lettore con le parole di un altro importante personaggio, Nick Carraway, che ha appunto la funzione principale di narrare tutte le vicende che coinvolgono questa grande e affascinante figura. Nick e Jay in realtà rappresentano i due opposti: se da un lato il primo è un moralista, conformista e puritano, dall'altro, Gatsby incarna la figura del sognatore, o meglio, di colui che lotta - invano - per realizzare il suo sogno più grande, ritrovare l'amore perduto, rivivere il passato perso.
Gatsby, infatti, ha comprato quella villa, si è arricchito (ma non sappiamo mai perfettamente in che modo, anche se si immaginano giri di affari illeciti), e mette in scena ogni sera tutte quelle scene, per il solo scopo di attirare Daisy, il suo unico, grande amore. La donna di cui si è innamorato ma che, partendo per la guerra e a causa della sua povertà, non ha potuto sposare.
Jay Gatsby, infatti, è uno nome che si dona quando decide di cambiare la sua vita. Sin da bambino, James Gatz - vero nome - capisce che non è destinato a rimanere povero, ma a grandi cose. E l'occasione si presenta quando incontra un uomo ricco, che rischia di morire. Lo salverà e da lui apprenderà tutta la classe, la gentilezza e l'eleganza, che però alla morte, saranno le uniche cose che riceverà in dono. In qualche modo - non lecito - trova il modo di arricchirsi e costruisce perfettamente un'altra persona, un altro sé, che però non sarà mai veramente amato.
Gatsby osserva ogni sera una luce verde, simbolo del sogno, di Daisy, che si trova al di là del lago, e allunga una mano per afferrarla. E' così che ce lo mostra Nick la prima volta, e noi seguiamo la trama attraverso i suoi pensieri e i suoi occhi.
Conosciamo così molti altri personaggi: oltre Daisy, il sogno e grande amore di Gatsby, una donna frivola e amante del lusso che, in verità, non ama così tanto Gatsby e leggendolo scoprirete perché; suo marito Tom, persona aggressiva, razzista, e un traditore odioso, non gli importa nulla di far sapere a tutti di avere altre relazioni e non ci pensa troppo a mettere nei guai Gatsby quando, quest'ultimo, cercherà di sottrargli sua moglie. Poi c'è Jordan, amica di Daisy, persona che mi appare perennemente annoiata, come del resto sono quasi tutti i ricconi del romanzo. Sì, perché - come già detto - in una vita fatta di lusso e feste, i sentimenti si svuotano del loro significato, non ci sono ideali, ed è facile che subentri facilmente la noia.
Ed è proprio per questo che è facile amare Gatsby. Lui è la rappresentazione di una persona che fa di tutto per raggiungere il suo sogno; che lotta sempre, per allontanare da sé un'immagine che non vuole; che ha ideali profondi che intende seguire, ma si perde nei suoi sogni. Gatsby è ancorato a un passato che non può ripetersi, ma in cui lui crede fermamente.
"Non puoi rivivere il passato".
"Non si può rivivere il passato?", esclamò incredulo. "Certo che si può!"
Ci sono poi altri personaggi secondari, che però, saranno la causa scatenante del finale drammatico: Myrtle, amante di Tom, una donna che si lascia contagiare molto dal lusso e dai soldi, e forse si fa trattare anche piuttosto male da quell'uomo insulso; e suo marito, un poveraccio, anche piuttosto ingenuo, che si farà facilmente plagiare dalle parole di Tom. Non vi svelo troppo, anche se sicuramente molti di voi sapranno già tutto ciò che accade.
La conclusione del romanzo è sicuramente tragica, ma anche molto, ma molto triste. Emerge tutta la solitudine di questo grande uomo che tanto ha donato agli altri, ma poi si è ritrovato solo. Una solitudine che grava sul cuore, rappresentata al meglio dalle parole di Nick. Mi è sembrato come di provare le medesime emozioni: un insieme di tristezza, ma anche di rabbia, per l'indifferenza delle persone, per la loro ingratitudine, per il loro egoismo.
Gatsby è un uomo diverso da tutti, un uomo che ama profondamente, un uomo che si è fatto da solo. Un uomo che, però, è perennemente solo. Solo Nick lo comprenderà, solo lui gli resterà sempre vicino.
Mi è piaciuta particolarmente la frase che Nick gli rivolge nel loro ultimo incontro:
"Sono un branco di schifosi", gli gridai attraverso il prato. "Tu da solo vali più di tutti loro messi insieme".
Mi trovo totalmente concorde. Gatsby, pur avendo fatto nel corso della sua vita atti non leciti per arricchirsi, è l'unico personaggio che veramente riesce ad entrare nel cuore.
Ho odiato particolarmente Daisy, il suo pensiero sempre fisso sul dio denaro, che illude e inganna Gatsby, e poi non ci mette niente a ritornare con il marito traditore, solo perché veramente ricco, e non un Nuovo Ricco o finto ricco come Gatsby. Daisy è una persona marcia, a mio avviso.
Era gente sbadata, Tom e Daisy, rompevano cose e persone e poi si ritiravano nei loro soldi e nella loro noncuranza o qualunque cosa fosse che li teneva insieme, e lasciavano che fosser altri a pulire lo sporco che lasciavano...
Trovo che questa frase incarni perfettamente i miei pensieri a riguardo di tali personaggi.
In soli nove capitoli, Fitzgerald, riesce a intessere una trama ricca di emozioni e vicende, con un'ottima caratterizzazione dei personaggi, tutti perfettamente individuabili con propri pensieri e personalità. Lo stile mi piace molto, è molto descrittivo e suggestivo. L'autore utilizza immagini evocative per simboleggiare certi temi: come ad esempio i grandi occhi del dottor T. J. Eckleburg che si scorgono su un grande cartellone pubblicitario a metà strada tra New York e West Egg, intesi come una sorta di Dio che tutto osserva e facilmente giudica, soprattutto un mondo corrotto e dedito all'aspetto materiale più che a quello spirituale. O la luce verde che, instancabilmente, Gatsby cerca di afferrare, riflesso del suo sogno più puro.
Mi sono innamorata anche del suo mondo. Ammetto che non mi dispiacerebbe partecipare a una delle feste di Gatsby, ma manterrei i miei ideali. Sarebbe una sorta di sogno, senza, tuttavia, perdere sé stessi, le proprie idee, i propri genuini sentimenti.
Forse ci sono parti del romanzo - soprattutto all'inizio - che appaiono più noiose, solo perché non è facile immaginare e immergersi totalmente in un mondo troppo lontano dal nostro presente, ma dotato di un fascino tutto particolare.
In conclusione, è un romanzo che va letto e che, superata una parte iniziale a tratti noiosa, ti fa completamente innamorare della figura di Gatsby, e trasmette una serie di emozioni non così belle, ma che sicuramente danno modo di riflettere.
Personalmente, alla fine, io avevo le lacrime.
Non ho dato il massimo, ma come potete vedere, ci si avvicina tantissimo!
"Gatsby credeva nella luce verde, al futuro orgiastico che anno dopo anno indietreggia di fronte a noi. C'è sfuggito allora, ma non importa - domani correremo più in fretta, allungheremo ancora di più le braccia ... e una bella mattina...
Così remiamo, barche controcorrente, risospinti senza sosta nel passato."
Ammetto che la visione del film, per una volta, mi ha consentito di leggere con maggior interesse il libro, forse perché mi ha aiutata a immergermi ancora di più in un'epoca tanto distante dalla mia - ma non così lontana per certi elementi, vedasi la voglia di pensare solo agli aspetti materiali con la conseguenza di perdere facilmente i propri sogni e ideali - e, pur non essendo un'esperta di cinema, secondo me è stato un film davvero bello e perfettamente in linea con il romanzo.
Forse è una delle rarissime volte in cui non ci trovo nulla - o quasi - da ridire, anzi, è stato ripreso alla perfezione. Ci sono proprio sottilissimi differenze che, però, non compromettono il giudizio, anzi!
Questa pellicola è la quarta trasposizione cinematografica del romanzo, dopo una versione muta del 1926 diretta da Herbert Brenon e interpretata da Warner Baxter e Lois Wilson, ma andata perduta; una seconda del 1949 diretta da Elliott Nugent e i cui due protagonisti sono stati interpretati da Alan Ladd e Betty Field, e una terza, più famosa, del 1974, diretta da Jack Clayton, con Robert Redford e Mia Farrow.
Non farò una vera recensione a questo film, anche perché non ne sono capace. Pur avendo studiato qualcosa di Cinema all'università, non è mai abbastanza per fare una critica perfetta. Vorrei solo esprimere i miei pensieri.
Ho letto molti pareri negativi sul film, anche a Cannes non è stato accolto benissimo, anzi, solo l'ottima performance di Leonardo di Caprio è stata acclamata (e se non gli danno un oscar questa volta, vado in America e faccio una strage!).
A mio avviso è stato un bel film, nulla di eccezionale, ma comunque piacevole. C'è sicuramente un tocco di originalità, nel confrontare i costumi perfettamente in linea con l'epoca, con una colonna sonora più moderna, attuale. Forse una scelta non ottimale, ma comunque non la critico. Amo Baz Luhrmann, da quando mi ha fatto innamorare tremendamente della sua versione di Romeo+Juliet (sempre con Leo!), vista e rivista e stravista; certo, non è migliore ovviamente del testo di Shakespeare, ma apprezzo moltissimo l'originalità; e poi che dire di Moulin Rouge? Io lo amo quel film!
Ecco, a proposito di Moulin Rouge, forse una nota stonata è stata proprio questa similitudine. Mi spiego meglio, ho trovato molti elementi uguali tra i due film. Ora, non sto a elencarli, ma più volte mi è parso di vedere un Moulin Rouge spostato nell'America degli anni 20. Pur apprezzando lo stile del regista, ammetto che ho storto un po' le labbra. Insomma, magari qualcosa di diverso poteva essere fatto.
Tuttavia è un film da vedere, sicuramente per l'ottima interpretazione di Leonardo di Caprio (lo so, lo sto citando troppo, ma ne sono follemente innamorata. Non guardatemi come una fan malata, ma lo ammiro da quando era bambino!!!). Secondo me è stato un perfetto Jay Gatsby. Quando si gira e sorride, un pensiero è sorto: è lui, è proprio lui! Non ha interagito troppo, ma le sue espressioni facciali sono così perfette, così in linea con i vari sentimenti del protagonista.
Un applauso però va anche agli altri attori. Sono riuscita ad odiare anche qui Daisy e Tom, a provare noia con Jordan, pietà e anche una certa tristezza per Myrtle e suo marito, a mio avviso, persone troppo ingenue e lei si lascia davvero troppo ammaliare da una vita non sua, fatta di soldi e lusso.
Tobey Maguire mi è piaciuto il giusto. Cioè, a mio avviso - ma magari posso sempre sbagliare - non cambia molto nel suo modo di recitare. L'ho visto in altri film, e non so, non mi ha convinta al 100%. Ma va bene così.
Insomma, lo so che non sono una brava critica in fatto di film, ma io vi consiglio ugualmente di vederlo. Magari non uno Spectacular Spectacular - giusto per citare un film affine - ma sicuramente un film piacevole!
Io mi sono innamorata davvero di Gatsby! E vivrei volentieri con lui nella sua villa meravigliosa. Insomma, se Daisy è una povera pazza, ci sono io! Ehm, ok, concedetemi questo attimo di follia!
E ora un po' di immagini di attori, prima di lasciarvi!
E per concludere del tutto... il sorriso del Grande Gatsby!