Autrice: Miriam Mastrovito
Editore: La Penna Blu
La prima cosa che mi ha colpito del romanzo è il linguaggio energico e schietto del testo, o almeno all’inizio, poi man mano si calma assumendo toni più pacati e perdendo il vigore che mi aveva entusiasmato.
Joshua entra in contatto con Chissà Dove, incontrando Maya, fata sovrana, ed è una delle scene più belle del romanzo, carica di pathos e atmosfera magica.
“Joshua ruppe gli indugi finalmente e concesse ai suoi polpastrelli l’ardire di sfiorarle una guancia. A quel contatto fu lei ad accostarsi a lui. Gli percorse le braccia con un soffice tocco, raggiunse la nuca e lievemente ne attrasse il viso verso il suo. Gli sfiorò con piccoli baci il collo, gli angoli della bocca e le labbra. Una pressione appena percettibile lo invitò a dischiuderle. Il lungo bacio che seguì lo fagocitò in un vortice di emozione e desiderio. Si abbandonò arrendevole all’abbraccio di Maya lasciandosi trascinare verso il fondo. Pochi movimenti sinuosi e furono sott’acqua. I baci di lei ora erano misti di calore e freschezza perché, insieme al suo, recavano il sapore del ruscello. Man mano che si immergevano, i loro corpi ricevevano una spinta dal basso. La corrente fece ciò che l’uomo non aveva osato. I capelli della fata fluttuarono nell’acqua, volteggiarono verso l’alto scoprendo tutte le forme. Adesso Joshua poteva sentirla più che mai.”
Questo stralcio mi è parso soave, onirico, come una bella melodia o un sogno dai colori pastello e luci chiare, una delle immagini più belle che abbia visualizzato nella mia mente!
Joshua ha il dovere di salvare Chissà Dove, mondo sconvolto da una tipica faida tra il bene e male. Riusciranno i protagonisti ad aiutare Maya e a restituirle ciò che le hanno violentemente strappato?
Il testo è scritto bene, anche se sembra cambiare dall’inizio, dove vedo una forte energia e irruenza; alla fine, dove invece le parole scorrono con più attenzione e meno grinta, anche se poi c’è qualche simpatico scambio di battute.
Gli appunti che devo fare sul romanzo sono essenzialmente due.Il primo è la carenza di azione e colpi di scena, non ci sono avvenimenti sconvolgenti, alti e bassi dirompenti, situazioni di caos e di calma, quindi per me è stato tutto un po’ troppo calmo.Il secondo riguarda i dialoghi. Il co-protagonista di Joshua è un bambino, ma nei dialoghi tra lui e la nonna, anche lei coinvolta nel mondo fantastico del mendicante e del regno di Chissà Dove, il piccolo formula frasi molto articolate e troppo mature per la sua età, non dovrebbe avere una tale padronanza del linguaggio. Questo mi ha infastidito, perché non riuscivo a figurarmi un bambino quando leggevo le sue battute. Il Mendicante di Sogni è una lettura piacevole con idee originali e un personaggio davvero nuovo per me, peccato manchi un po’ di “movimento” alla storia che mi è sì piaciuta, ma non preso completamente.
❤❤❤
TRAMA
Joshua si terse le lacrime con il dorso della mano, lasciandosi inebriare da un senso di meraviglia. Accarezzò con lo sguardo ogni singola foglia, ogni sasso sparso sul sentiero fino a raggiungere piccoli piedi che sfioravano l'acqua del ruscello. Scelse di risalire piano la figura che pur già conosceva per assaporarne ogni centimetro. I suoi occhi e il suo cuore si riempirono poco a poco fino a traboccare in un unico, intenso sospiro. « Maya. . . » I sogni racchiudono i desideri, le fantasie e a volte anche le paure degli uomini. Che succederebbe se ne fossimo privati? È quello che cercherà di impedire Joshua, approdato a Chissà Dove, il magico regno in cui la fata Maya custodiva i sogni prima che il perfido Nergal la depredasse e le strappasse le ali riducendola in fin di vita. La sua impresa, costellata di splendidi capolavori disegnati sull’asfalto, si intreccia con le indagini del Commissario Zanetti, che lo riterrà un pericoloso serial killer, e con la rinascita di Daniel, un bambino appena uscito dal coma, che ha promesso a Maya, la sua salvatrice, due ali fatte di petali bianchi...