Recensione "Il profumo delle bugie" di Bruno Morchio

Creato il 21 aprile 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Roberto Gerilli Cari lettori,
Continuiamo a parlare dei finalisti del Premio Bancarella 2013. Oggi è la volta de Il profumo delle bugie, romanzo scritto dal genovese Bruno Morchio ed edito da Garzanti nel 2012. Autore: Bruno Morchio
Titolo: Il profumo delle bugie Editore: Garzanti Collana: Narratori moderni Pagine: 250 Prezzo: € 16,40
Data di Pubblicazione: 8 Novembre 2012 Trama: La famiglia D'Aste è una delle più in vista della città: una ricchezza antica e continuamente accresciuta grazie all'attività immobiliare e a solide relazioni con i "poteri forti" della città, a cominciare dai politici. Su tutti, nell'ampia villa dove risiedono i D'Aste, domina il vecchio patriarca, il nonno Edoardo. Visti i pessimi rapporti con i figli, ha deciso di puntare tutto sul venticinquenne nipote Francesco: sarà il volto nuovo della famiglia, a cui viene affidato il risanamento di un vecchio quartiere. Le tensioni non mancano: tra Edoardo e i figli, il padre di Francesco, che è medico, e zia Lena, che è tornata dopo un lungo soggiorno in India. Perché anche le donne hanno un ruolo centrale, negli equilibri e nelle faide familiari: la moglie di Edoardo, anziana e malata; sua nuora Rosita, che non essendo "nata bene" resta per sempre un corpo estraneo al clan; e soprattutto la giovane Dolores, la fidanzata di Francesco, con la sua leggerezza e la forza seduttiva della sua giovinezza e la sua sensualità. Sarà lei a scardinare l'ipocrisia che ha sempre regolato i rapporti familiari e a far divampare contrasti soffocati troppo a lungo, nell'arco di poche settimane - raccontate attraverso il punto di vista dei tre uomini della dinastia - che conducono a un Natale decisivo per la vita di tutti.
RECENSIONE Ho letto questo libro con grandi aspettative (vista la candidatura al prestigioso premio), ma sono rimasto deluso sotto ogni punto di vistaLe proprietà linguistiche dell'autore non sono in discussione, ma il suo stile narrativo mostra numerosi limiti. L'intreccio è basato sulle dinamiche di una famiglia importante e ricca, con particolare riguardo al rapporto generazionale tra nonno, figlio e nipote. Uno spunto non molto originale che potrebbe comunque essere sfruttato in maniera intelligente, se non fosse che in realtà Il profumo delle bugie è privo di una storia portante

Il romanzo di Morchio non è altro che un insieme di flashback raccontati e di dialoghi mal costruiti: i personaggi si incontrano, parlano e l'autore allunga il momento con aneddoti sul loro passato. Una scelta narrativa stucchevole che annoia il lettore già alla fine dei primi due capitoli. Come se non bastasse, i personaggi, che in un romanzo del genere sono a dir poco fondamentali, sono piatti, dozzinali, stereotipati. Hanno tutti la stessa voce, parlano in maniera innaturale e sono, in definitiva, solo delle macchiette prive di carattere o autenticità.

L'aspetto più tragicomico del romanzo, tuttavia, è l'uso delle "parolacce": da grande estimatore di Quentin Tarantino, penso che le volgarità facciano ormai parte del linguaggio quotidiano di molte persone e non ha quindi senso lasciarle fuori da un romanzo, ma devono comunque essere usate con raziocinio, per dare autenticità. Ne Il profumo delle bugie, invece, le poche "parolacce" presenti appaiono all'improvviso, senza logica, quasi l'autore volesse usarle per dimostrare di sapere usare "lo slang giovanile". Il risultato… beh, mi limito a dire che suona a dir poco falso

Tirando le somme, Il profumo delle bugie è (dispiace dirlo) un libro brutto, e rimane incomprensibile come sia potuto finire tra la rosa dei candidati per il Premio Bancarella 2013. L'AUTORE Bruno Morchio vive e lavora a Genova come psicologo e psicoterapeuta. Ha pubblicato articoli su riviste di letteratura, psicologia e psicoanalisi ed è autore di altri sette romanzi, che hanno per protagonista l'investigatore privato Bacci Pagano. Sono apparsi in edizione Garzanti: Con la morte non si tratta, Le cose che non ti ho detto, e Colpi di coda. Fan group su Facebook: «Bacci Pagano, un investigatore da carruggi».

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