Tom Selznick (Elijah Wood) è un giovane pianista con già una carriera importante alle spalle. Da quando, e son passati cinque anni, ha steccato eseguendo un pezzo impossibile, La Cinquette, ha deciso di smettere, basta, il palcoscenico mi fa paura ecc. ecc. Tutto secondo il cliché dell’artista sensibile e un po’ pazzo. Ma adesso per amore della moglie attrice ha deciso di tornare a suonare in pubblico, e il luogo del gran ritorno è Chicago. Lui nervoso, l’attesa è spasmodica, eccolo trafficare con il piano del suo grande maestro, eccolo finalmente sul palco, ed ecco che sullo spartito trova scritto “se sbagli una nota, sei morto”. Che non sia uno scherzo Tom se ne rende conto presto. Gli arrivan messaggi sul cellulare dal suo misterioso nemico, e intanto qualcuno comincia a morire orribilmente, lì negli anfratti più nascosti del teatro. Gli viene intimato di eseguire proprio La Cinquette, quel pezzo impossibile, quel pezzo che l’ha traumatizzato, e immaginate i sudori freddi del povero Tom, gli attacchi di panico. Scoprirà, scopriremo, che c’è un cecchino appostato lassù, con la faccia e i capelli tintissimi di John Cusak e il ghigno che si vorrebbe mefistofelico del peggior John Cusack (quello, per intenderci, di film come The Raven). Fin qui non va male, solo che il film precipiti abbastanza presto nell’assurdità e nella goffaggine. Scusate, ma come possiamo credere al bersagliato pianista che deve – tutto in contemporanea – suonare il pezzo impossibile stando attento a non sbagliare, ascoltare all’auricolare gli ordini impazziti dell’assassino e tener d’occhio il cellulare? Che neanche Captain America. La prima parte promette parecchio e nella sua visualità eccessiva e sgargiante fa ricordare, più che Hitchock, i Powell e Pressburger di Scarpette rosse, oltre a tutta la collection degli italian gialli. Ma poi Il ricatto si ingarbuglia e sprofonda nell’implausibile e improbabile, anzi impossibile, oltretutto senza degnarsi di darci una minima, comprensibile spiegazione del perché l’assassino sia così incazzato e ce l’abbia tanto col pianista. Sì, c’è una complicata storia di eredità, sì, a qualcosa si accenna, ma i buchi non colmati della sceneggiatura restano tanti. Sicché le scene conclusive son davvero, spiace dirlo, penose.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Top Ten Tuesday: Top Ten Books I've Read So Far In 2015
Top Ten Tuesday Top Ten Books I've Read So Far In 2015 Dopo una settimana di assenza, colpa connessione assente, ritorna Top Ten Tuesday con una bella... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Susi
CULTURA, LIBRI -
Intervista! Parla Daniela Ruggero
Eeeee anche questo esame è andato, ora posso finalmente dedicarmi un po' al blog! Oggi vi propongo un'intervista, la cui protagonista sarà Daniela Ruggero.... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Chiaradm
CULTURA, LIBRI -
Lorenzo Viani, Viareggio – Le vie
Darsena vecchia (olio 50×60) 1960 – tratto da Catalogo Mostra 8-23 febbraio 1986 – Palazzo Paolina ViareggioQuando si vorrà, attraverso i secoli, studiare... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Paolorossi
CULTURA, RACCONTI -
“Sense8″, serie Tv diretta da Lana e Andy Wachowski: l’umanissima mente alveare
Sense8 – serie TV uscita a inizio giugno per la Netflix diretta da Lana e Andy Wachowski– non si fa mancare nulla. Azione (dalle risse di strada al tripudio... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Alessiamocci
CULTURA -
Lost in translation, ovvero: la storia di una proposta editoriale
Perdonate il titolo banale e forse fuorviante: in questo post non parlerò di tutto ciò che va perduto durante l’atto traduttivo. Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Thais
CULTURA, EDITORIA E STAMPA, LIBRI -
Sense8
Quando i film si fanno ad episodi.Ormai la TV è diventata un porto sicuro anche per i grandi nomi del cinema.Perfino i fratelli Wachowskis sono approdati, e... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da In Central Perk
CINEMA