Data di pubblicazione: Marzo 2013
Pagine: 652
Prezzo: 19,00
Sinossi: Logen Novedita, il famigerato guerriero, ha infine esaurito la sua fortuna. Si è fatto un nemico di troppo e ora ha davanti a sé un futuro solitario e cupo, in cui da un momento all'altro potrebbe ritrovarsi a guardare la morte in faccia per l'ultima volta. Ma saranno proprio i morti a offrirgli un'ultima opportunità, perché qualcuno, là fuori, ha ancora dei progetti per il Sanguinario. Il Capitano Jezal dan Luthar, modello di egoismo e vanità, ha in mente poco altro che banali sogni di gloria, da far avverare in duello a colpi di spada. Ma la guerra è alle porte, gli eserciti si mobilitano e sui campi di battaglia del gelido Nord si combatte con regole terribilmente cruente. L'Inquisitore Glokta, carnefice storpio, sarebbe contento di veder tornare i resti del Capitano Jezal in una cassa, ma d'altro canto lui odia chiunque non sia stato ridotto nelle sue condizioni. Confessione dopo confessione, senza lasciar spazio a nessun sentimento se non al rancore, elimina i traditori in seno all'Alleanza, ma la sua ultima scia di cadaveri potrebbe condurlo dritto al cuore corrotto del governo. Se soltanto potesse sopravvivere abbastanza a lungo da poterla seguire...
La mia opinione: "Il richiamo delle spade" è il primo libro di una trilogia e trovo molto difficile giudicarlo in quanto, nonostante le circa 650 pagine, la storia non entra mai veramente nel vivo ma rappresenta una sorta di grandissima introduzione per ciò che (probabilmente) accadrà nei libri successivi. Il libro introduce infatti molti personaggi e storie apparentemente scollegate che si alternano di capitolo in capitolo, finché ad un certo punto trovano un centro d'incontro comune. Questa peculiarità da una parte è interessante perché ogni capitolo è un'incognita, non sai mai cosa aspettarti e quali personaggi troverai di volta in volta, però dall'altra è anche destabilizzante in quanto viene tutto tirato un po' troppo per le lunghe. Mi sarei aspettata che ad un certo momento (già prima di metà libro) le cose si chiarissero definitivamente, mentre invece questa sorta di lunga presentazione si protrae fino a fine libro e ammetto che ci sono stati alcuni capitoli in cui ho fatto fatica ad andare avanti. Però ci sono stati anche molti aspetti positivi che invece mi hanno invogliata a proseguire la lettura, come ad esempio i personaggi, che li ho trovati tutti interessanti in quanto hanno una caratterizzazione approfondita e, cosa importante, non hanno tratti caratteriali stereotipati (come il personaggio bravo che è sempre bravo o quello cattivo che è totalmente cattivo) tipici della letteratura fantasy. Qui al contrario si assiste all'evoluzione introspettiva dei personaggi: anche se alcuni ci vengono presentati come personaggi negativi poi assistiamo anche a cambiamenti positivi, mentre personaggi che dovrebbero rappresentare "i buoni" vengono messi a nudo anche di innumerevoli difetti e caratteristiche negative. Il fantasy che scrive Joe Abercrombie viene infatti definito "dark fantasy" proprio a causa dei lati oscuri dei personaggi principali, cosa che dona al romanzo una marcia in più e che io personalmente apprezzo molto. Anche il linguaggio adottato è tutt'altro che tradizionale e politicamente corretto, vi è infatti uno sfoggio abbastanza costante di termini sboccati ma in questo caso lo trovo un ostentare eccessivo che non mi aiuta ad apprezzare maggiormente il libro.
Quindi ricapitolando ciò che non mi è piaciuto del libro è il suo protendersi troppo in introduzione e l'ostentare di un vocaboli volgari, mentre è assolutamente da leggere per quanto riguarda gli interessanti personaggi che vi si sviluppano. Spero che nella lettura del secondo libro anche la storia diventi più interessante, così da aver giustificato questo primo libro introduttivo.
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