Trama e recensione:
Il regno di Cintra è caduto. Dopo quattro giorni d'assedio, le truppe di Nilfgaard irrompono nel castello e massacrano l'interafamiglia reale. La principessa Ciri è l'unica che riesce a fuggire ma,
all'improvviso, un cavaliere nemico le si para davanti e avanza minaccioso, brandendo un pugnale insanguinato... Ciri non ricorda cosa sia successo. Sa solo che ora è sana e salva, protetta dalla spada di Geralt di Rivia e dalle possenti mura di Kaer Morhen, la fortezza in cui si addestrano i giovani strighi, gli assassini di mostri. Anche Ciri vorrebbe diventare una di loro, così, se tornasse il cavaliere di Nilfgaard, lei non avrebbe più paura, anzi sarebbe pronta a combattere. Una sera, però, al termine di un'estenuante giornata di allenamento, la ragazza dimostra di possedere straordinarie capacità psichiche, così dirompenti da non lasciare adito a dubbi: è lei la Fiamma di Cintra di cui parlano le profezie, la forza che salverà i popoli del mondo dalla rovina. Il suo destino è quindi segnato: deve partire subito per EllandAer, dove una maga le insegnerà a controllare quell'immenso potere. Tuttavia, durante il viaggio, Ciri e Geralt dovranno stare molto attenti. Perché un sicario è già sulle loro tracce, disposto a tutto pur di eliminare la Fiamma di Cintra e scatenare il caos...
A volte penso che se non fosse stato per il successo dei due videogames della serie "The witcher", probabilmente i libri di Andrzej Sapkowsi non sarebbero mai stati pubblicati in Italia. E sarebbe stato un gran peccato. Sì, perchè Sapkowski è un autore fantasy di tutto rispetto e non ha, a mio avviso, niente da invidiare a ben più famosi e blasonati autori di questo genere.Dopo i primi due libri, "Il guardiano degli innocenti" e "La spada del destino", che erano una raccolta di racconti incentrati sulla figura dello strigo Geralt di Rivia, il 23 febbraio di quest'anno è stato pubblicato, ancora dall'editrice Nord, "Il sangue degli elfi" primo volume di una pentalogia scritta dall'autore negli ormai lontani anni '90.In questo romanzo si riprende in sostanza la storia da dove era finito l'ultimo racconto de "La spada del destino": Geralt aveva incontrato e salvato Ciri, la cosiddetta Bambina Sorpresa.Nipote della regina di Cintra, Calanthe, la piccola Ciri riesce a salvarsi dalla distruzione del suo regno da parte delle armate di Nilfgaard e dopo una serie di peripezie viene trovata da Geralt, il quale capisce che quella è la bambina del "destino", la bambina del Sangue Antico, il Sangue degli Elfi e pertanto deve essere protetta da chi le dà la caccia. La porta così a Kaer Morhen, la fortezza dove vengono allevati e addestrati i bambini per farne degli strighi. Lì Ciri, che nel frattempo ha dimostrato di possedere delle capacità magiche e di preveggenza, inizia il suo addestramento anche grazie all'aiuto di Triss Merigold, una maga vecchia conoscenza di Geralt.In sostanza tutto il libro è principalmente centrato sull'addestramento di Ciri, prima da parte di Triss e degli strighi e poi di un'altra maga, Yennefer, già conosciuta dai lettori nei libri precendenti. In questo libro Geralt è davvero poco presente purtroppo e se per caso avete intenzione di leggere questo libro senza prima aver letto le due antologie, allora scoprirete ben poco dello strigo. Infatti, mentre nei libri precedenti Geralt viene presentato a tutto tondo, con le sue peculiarità di strigo che nonostante le pozioni e gli elisir che l'hanno fatto diventare un mutante abile nell'uccidere i mostri e senza sentimenti, in realtà prova eccome sentimenti ed emozioni, rendendolo un personaggio dalle mille sfaccettature (e, secondo me, uno dei migliori personaggi fantasy degli ultimi anni), in questo primo romanzo "lungo" Geralt non viene affatto descritto in modo particolareggiato, come se l'autore desse per scontato che tutti hanno letto le due antologie. A questo proposito devo dire anche che ne "Il sangue degli elfi" si nominano personaggi o situazioni dei libri precendenti, quindi se posso darvi un consiglio cari lettori, è quello di leggere le due antologie anche se magari all'inizio vi lasceranno un po' straniti come è successo a me, visto lo stile dell'autore.Un'altra cosa che ho notato è che, in questo libro, è molto meno presente l'ironia e il sarcasmo che tanto mi avevano fatto piacere lo stile di Sapkowski. Sì, ogni tanto c'è ancora quel guizzo di ironia, ma molto attenuato. Speravo di farmi qualche bella risata ancora una volta, ma non è stato così. Inoltre, con rammarico, devo dire che c'è anche una parte del libro, quella in cui i vari maghi e regnanti si riuniscono per complottare, che ho trovato davvero noiosa e farraginosa, con dialoghi molto lunghi e a volte confusi, tanto che spesso ho dovuto rileggere le stesse frasi più e più volte per capire il senso del discorso.Comunque a parte questa parte un po' tediosa, la lettura è stata piacevole, il romanzo scorre bene e sono arrivata alla fine con la voglia di leggerne ancora. Il finale è ovviamente aperto e adesso purtroppo dovremo aspettare come minimo un altro anno per sapere come proseguirà la storia.