Recensione “Il segno del destino” di Robin LaFevers

Creato il 11 luglio 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Vittoria L.A

Cari lettori,  a volte capita di giudicare un libro dalla sua copertina (e dalla trama riportata sulla quarta), di lavorare di fantasia e aspettarsi qualcosa che nella lettura non trova riscontro. Personalmente credevo che, ne Il Segno del Destino di Robin LaFevers, avrei trovato uno Young Adult ricco di magia, ambientato in un’epoca simil medievaleggiante. Quello che invece mi aspettava, era un romanzo storico ricco e ben curato nei dettagli, al quale l’autrice ha aggiunto sapienti tocchi di delicato romanticismo ed elementi fantastici misti a credenze popolari. Un libro che mi ha piacevolmente sorpresa e che sembra essere arrivato in Italia un po' in sordina, ma che vale la pena portare alla ribalta.

Il Segno del Destino, nasce in patria come Grave Mercy e fa parte della His Fair Assasin Trilogy, giunta in America al secondo capitolo dal titolo Dark Triumph. Cercando aneddoti e informazioni sul sito ufficiale dell’autrice, ho scoperto che ha regalato ai suoi lettori diverse scene inedite, che per diversi motivi, sono state tagliate nell’editing finale.

Io ne ho scelte due che, abilmente tradotte da Irene Sorrentino e Marina Albamonte, potrete leggere scaricando il pdf.   Autore: Robin LaFevers  Titolo: Il Segno del destino  Titolo originale: Grave Mercy  Traduzione di: Donatella Rizzati  Casa Editrice: Fanucci  Collana: Tif extra  Pagine: 464  Prezzo:  12.00  Data di uscita: 23 Maggio 2013 Trama: Il destino di Ismae è stato scritto ben prima che lei nascesse: la Morte l’ha segnata con una cicatrice, ma questo marchio funesto si rivelerà invece la sua strada per la salvezza. Sarà proprio quella cicatrice a farla ripudiare dal marito, un uomo violento che è stata costretta a sposare. La mano della Morte continua a guidare la ragazza, che fugge da tutto per cercare riparo nel convento di Saint Mortain, dove alcune suore osservano ancora gli antichi riti tradizionali. Qui viene trasformata in una perfetta assassina; silenziosa, seduttiva e letale, un’ancella della Morte. Presto, Ismae viene inviata alla corte di Bretagna per fare luce sugli intrighi che mettono in pericolo non solo il regno, ma anche la vita della giovane duchessa Anne. Per riuscire nell’impresa, dovrà fare appello a tutto ciò che ha imparato nel convento. Peccato che non le abbiano insegnato come tenere a bada i moti del cuore, e Ismae si ritrova lacerata tra il dovere e l’amore che preme nel suo cuore. 
RECENSIONE

Bretagna, 1485 Ho una macchia rosso scuro che mi scende dalla spalla sinistra giù fino al fianco destro, una traccia del veleno della fattucchiera che mia madre prese per cercare di abortire quando era incinta di me. Il fatto che sia sopravvissuta, secondo la fattucchiera, non è un miracolo, ma il segno che sono stata generata dal dio della morte in persona.

Inizia così la storia di Ismae, una ragazza segnata sin dalla nascita dalla mano di Saint Mortain, patrono della morteLa incontriamo il giorno delle sue nozze, lontana dal sogno fanciullesco di un matrimonio d’amore. Il padre l’ha venduta per qualche soldo a un uomo che sembra la sua esatta copia: alcolizzato e violento. Ma, non è per lei una vita in quel villaggio bigotto dove tutti la evitano e la guardano con un misto di sdegno e orrore, ne tra le braccia di un uomo come quello al quale è stata venduta. Grazie al prete itinerante che ha celebrato la cerimonia, Ismae riesce a scappare per iniziare un viaggio che la porterà verso la sua nuova vita, proprio lì dove quel marchio che si staglia sulla sua pelle l’aveva destinata.

E così comincia il mio viaggio attraverso la Bretagna. Vengo contrabbandata come un carico proibito, nascosta tra rape o fieno nel retro dei calessi, svegliata da voci furtive e mani maldestre mentre passo dal prete itinerante alla fattucchiera, una catena oscura composta da gente che vive in armonia con gli antichi santi ed è determinata a nascondermi alla Chiesa.

Nell’abbazia di Saint Mortain per la protagonista c’è finalmente un approdo sicuro, un posto in cui spogliarsi del passato e delle proprie paure, dove crescere ed imparare ad essere donna. Non una donna qualsiasi, ma una donna potente, dotata di ogni possibile arte per conquistare e irretire le proprie vittime, con un bagaglio sulle arti del combattimento, sull’uso dei veleni e su ogni modo immaginabile di uccidere. Un’assassina, un’ancella della morte.

Il nostro compito, in questo convento, è istruire coloro che sono state generate dal Dio della Morte. Insegniamo loro a eseguire i propri doveri velocemente e con efficienza. Di solito scopriamo che Mortain ha concesso alle sue figlie alcuni talenti speciali o abilità. Abilità che vi aiuteranno a portare a termine la sua opera.

Dopo tre anni di addestramento, Ismae sarà destinata alla corte della giovane Anne di Bretagna, sulle cui spalle grava il peso di un regno lasciato orfano del re da poco morto. Una duchessa ancora bambina, la cui mano è stata promessa a più di un pretendente per favorire accordi e siglare una pace precaria, che adesso minaccia di infrangersi. Sarà compito della novella assassina sciogliere le intricate trame di corte e scoprire chi cela il volto da cospiratore dietro una maschera di educata gentilezza. La missione però le riserverà inaspettati risvolti ed incontri che metteranno la sua fede e le sue certezze a dura prova. Il Segno del Destino si è rivelato un romanzo storico magistralmente curato nei minimi dettagli. Gli usi, i costumi e tutti gli avvenimenti storici, sono frutto di un attento e minuzioso studio delle fonti. Nel suo sito, l’autrice dichiara che una delle domande più frequenti che le viene rivolta è quanto c’è di vero nella storia da lei narrata e, la risposta che lei da è: abbastanza. I fatti storici, i tempi, le battaglie, sono tutte prese rigorosamente dalla storiografia. Anche la maggior parte dei personaggi riportati, come i rappresentanti del concilio ristretto della duchessa, i nomi dei baroni e il fratellastro Francois sono esistiti veramente. Per dar voce a molti di loro, la LaFevers si è basata sulle descrizioni e su fatti riportati in molti documenti, così da non lasciare nulla al caso.

L’autrice è stata formidabile nell’intrecciare la sua fantasia alla realtà, inserendo solo alcuni personaggi: naturalmente la nostra Ismae ed il convento si Saint Mortain, ma anche Gavrie Duval, che non rientra nella “cerchia familiare” della duchessa. Un’altra libertà che la scrittrice dichiara di aver preso, è quella di aver inserito il personaggio di Madame Hivern nella storia nonostante nella realtà fosse morta alcuni anni prima della data di inizio del romanzo. Per chi volesse, è possibile approfondire l’argomento sulla storia ed i fatti che hanno portato alla scrittura del romanzo QUI. Interessante si è rivelato il pantheon dei nove antichi dei, abile risultato di commistione  tra fantastici e lontani echi delle divinità celtiche e romane. Saint Mortain, Saint Camulos, Saint Amourna, sono solo alcuni dei nomi che troverete. Divinità che come nella realtà sono state pian piano assorbite dalla religione cattolica, che ha edificato sulle pietre dei vecchi altari per i riti pagani le proprie chiese. Potete trovare sul sito dell’autrice uno specchietto con i nomi dei nove antichi dei e il legame con le divinità di origine celta e romana che li hanno ispirati QUI. Come già detto, la storicità è pienamente rispettata e anche i luoghi toccati dall’occhio del lettore, sono realmente esistiti. Non è così per il convento di Saint Mortein e le sue pratiche, frutto della fantasia della LaFevers, che però ha usato come immagine per costruirlo, una piccola cappella medievale, nei pressi di Ile de Sein, che fu edificata accanto ad un’alta pietra utilizzata per gli antichi riti pagani.  Per quanto riguarda la magia, nel romanzo se ne trova ben poca così come gli elementi fantasy a cui erroneamente questo libro viene accostato. Più che altro, si può parlare di uso fantasioso di alcune abilità, mischiate ad un pò di misticismo. Ma non mi spingerei oltre. Questo libro non è un fantasy puro né un Urban fantasy, ma uno storico con un tocco di romanticismo unito ad una visone fantasiosa delle antiche religioni. Nonostante le 464 pagine, lo stile fluido e scorrevole faranno scivolare via il testo senza che ve ne accorgiate. L’autrice, forse anche grazie alla sua grande esperienza nel campo di romanzi per bambini e ragazzi, è quello che si può definire un bravo affabulatore. Riesce a scandire il ritmo del racconto con sapienza, regalando momenti intensi e immagini di un certo impatto. Manca però, a mio avviso, un po' della storia che parla degli anni di addestramento in convento. Passiamo da una Ismae indifesa ad una Ismae assassina, senza vedere cosa e come glielo hanno insegnato. Peccato. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e i loro caratteri abilmente cesellati. I comprimari riescono spesso a far breccia nell’immaginario del lettore grazie alle loro peculiarità, così da renderli tutti vividi ed interessanti. Intelligente ed azzeccato, è il personaggio di Sybella. Appare e scompare dalla storia, ma riesce ad inserirsi nei momenti clou della narrazione, suscitando interesse e curiosità sul suo ruolo e sulla missione che le è stata assegnata. Si viene così a creare una certa aspettativa, che fa da apripista per il secondo capitolo della His Fair assassin Trilogy, Dark Triumph, del quale la ragazza sarà protagonista.

Unico neo, nonostante l’abile penna dell’autrice, sta nel sex appeal di Duval. Malgrado ci si affezioni a lui e, naturalmente si inizi a tifare per un lieto fine per la storia d’amore, il Duval uomo manca di un po' di pepe,che lo renderebbe infinitamente più “appetibile” agli occhi delle lettrici. Nulla da dire invece, sul personaggio di Ismae, vera più che mai:con i suoi dubbi, le sue paure e la sua voglia di riscatto.

Sono un' ancella della morte. Cammino nella sua ombra oscura e compio il suo volere. Servirla è la mia unica ragione di vita, e ho consentito all 'irritazione di allontanare quel dovere dalla mia mente. Non accadrà di nuovo.

Un libro che, come ormai avrete capito, mi è piaciuto molto e che considero ben fatto sotto tutti i punti di vista. Un appunto, prima di chiudere, è per la copertina scelta per l’edizione italiana; priva di impatto e leggermente fuorviante, perché da l’impressione di un libro per ragazzini.

Potete leggere un estratto del libro sul sito Fanucci QUI 
LA SERIE- HIS FAIR ASSASSIN (TRILOGIA): 1. Grave Mercy - Il Segno del Destino (Fanucci 2013)  2. Dark Triumph (appena pubblicato in America)  3. Mortal Heart (Pubblicazione prevista per il 2014)


Grazie al lavoro delle nostre traduttrici Irene Sorrentino e Marina Albamonte, potrete leggere due scene tagliate nella fase di editing de Il segno del destino.

La prima, curata da Irene, riguarda il periodo di addestramento di Ismae nel convento di Saint Mortain.

La seconda, quella di Marina, è invece un finale alternativo della storia. Il mio consiglio, è quello di leggerli dopo aver finito il libro, sia per non rovinarvi la sorpresa sia per inserirli nella corretta cronologia ideale della storia. Il finale alternativo risulterà, spero, particolarmente interessante e gradito, poiché vi darà uno sguardo su alcuni eventi e soluzioni che apriranno il secondo capitolo, Dark Triumph, e vi farà tirare un sospiro di sollievo sul destino di un personaggio al quale, non potete non esservi affezionati. 

Per leggerle potete andare QUI L’AUTRICE  Robin LaFevers è cresciuta circondata da scaffali di vecchi libri polverosi e un gruppetto di fratelli, convinta che il suo destino fosse scrivere narrativa. È autrice di numerosi libri per ragazzi, per i quali è stata insignita di diversi premi. Attualmente vive con il marito e un gatto nel Sud della California e trascorre le sue giornate alla ricerca di manufatti antichi e testi dimenticati. Sito autrice sulle serie per bambini QUI  Sito della serie QUI 


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