Recensione: IL SIGNORE DELLE MOSCHE - William Golding

Creato il 01 settembre 2014 da Sarabooklover
La mia recensione su "Il Signore delle mosche" di William Golding.

Titolo: Il signore delle mosche
Autore: William Golding
Traduzione: Filippo Donini
Editore: Mondadori Oscar
Data di pubblicazione: Marzo 1992 (prima edizione 1966)
Pagine: 202
Prezzo: 9,50
Sinossi: Un aereo cade su un'isola deserta mentre è in corso un conflitto planetario. Sopravvivono solo alcuni ragazzi che si mettono subito all'opera per riorganizzarsi senza l'aiuto ed il controllo degli adulti. Sembra il prologo ideale per un romanzo d'avventura che celebri il pragmatismo e il senso della democrazia britannici. Qualcosa invece comincia a non funzionare come dovrebbe, emergono paure irrazionali e comportamenti asociali, da cui si sviluppa una vicenda che metterà a nudo gli aspetti più selvaggi e repressi della natura umana.

La mia opinione: Avevo tanto sentito parlare di questo romanzo ma nulla mi poteva preparare a quello che realmente il romanzo è. L'autore, non solo racconta una storia allegorica sulla realtà umana utilizzando la figura dei bambini e rendendoli come lo specchio della società stessa, ma con fine psicologia riesce ad entrare nella mente dei suoi personaggi e a farli agire esattamente come dei ragazzini agirebbero se si trovassero nella situazione descritta nel libro. Ho sentito criticare la visione pessimista del romanzo e il fatto che i ragazzini fossero troppo cinici, nient'affatto! La verità è che la figura del ragazzino è più che mai adatta a rappresentare il clima prima ovattato e poi più esplicito di violenze, la violenza del gioco e di come sia labile il confine tra gioco e reale è legato a doppio filo con la presunta innocenza di un gruppo di bambini che sono invece capacissimi di uccidere giocando, perché gli vengono a mancare i divieti e i confini imposti dai genitori e dai "grandi" e che vivono tutto come se si trattasse solo di un sogno in cui anche ciò che accade di crudele viene presto dimenticato ed etichettato come un incidente. La lettura scorre bene e a mio avviso non manca di coinvolgere, di intimorire e turbare sottilmente il lettore, vi sono scene che lasciano sensazioni di ansia e inquietudine vividissime e che regalano la terribile impressione di essere lì con loro, al buio della notte, ad ascoltare i rumori e ad aver paura della bestia che si aggira nell'oscurità, da questo punto di vista per me il libro è stato fantastico. Invece ci sono alcune pecche stilistiche che purtroppo non mi hanno permesso di apprezzarlo quanto avrei voluto, le descrizioni dell'ambiente circostante sono spesso caotiche e di difficile visualizzazione, così come il linguaggio adoperato risulta desueto e smorza un po' l'entusiasmo della lettura. Il finale sembra essere stato messo non tanto per reale volontà dell'autore, ma perché dovesse, in quanto la piega che stava prendendo la situazione lasciava presagire ben altro epilogo, di certo più coerente con l'intero romanzo, ma ben più triste e negativo. Un libro comunque da annoverare tra gli indimenticabili e da leggere e rileggere per cogliere al pieno le infinite sfumature emozionali in grado di generare.
"Roger raccolse una manata di pietre e cominciò a gettarle. Eppure c'era uno spazio intorno a Henry, forse cinque metri di diametro, dove non osava colpire: lì, invisibile ma forte, c'era il tabù della vecchia vita. Attorno al bambino accovacciato c'era la protezione dei genitori e della scuola, dei poliziotti e della legge. Il braccio di Roger era condizionato da una civiltà che non sapeva nulla di lui ed era in rovina."


voto:

Acquisto consigliato? Sì, è uno dei classici moderni che vale la pena di leggere. E' da questo libro che è nato lo spunto per creare serie tv come Lost et similia :-)

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