Titolo originale: Kalte Stille Autore: Wulf Dorn Editore: TEA Collana: Super TEA Pagine: 440 Prezzo: 5,00 € cop. flessibile / 6,99 € e-book
Prima del silenzio. Inverno, la strada ghiacciata, neve tutt’intorno, un’auto sbanda, si schianta contro un albero, il guidatore è ferito: non riuscirà a salvare suo figlio. Aveva appuntamento con l’uomo che ha rapito il suo bambino quella sera, mentre era fuori casa con il fratello maggiore. Poi la telefonata, la corsa in auto col cuore in gola senza dire nulla a nessuno. E adesso tutto è inutile: sa che sta per morire. Capisce che anche suo figlio morirà. Dopo il silenzio. Da ventitré anni lo psichiatra Jan Forstner vive con l’angoscia della scomparsa del fratello. Tutto ciò che gli resta è un piccolo registratore che Sven aveva portato con sé la notte in cui erano usciti insieme e dove sono incise le sue ultime parole: Quando torniamo a casa? E poi il silenzio. E gli incubi che da quella notte non hanno smesso di tormentarlo. La notte in cui il padre è morto in un incidente d’auto. La vita di Jan si riassume tutta in quella notte: ha studiato psichiatria come suo padre, si è specializzato in criminologia e ora è tornato al punto di partenza: alla Waldklinik, dove lavorava il padre e dove adesso lavorerà anche lui. Vorrebbe dare una svolta alla sua esistenza, ma quando una paziente della clinica si suicida, Jan si trova coinvolto in un’indagine che svelerà un segreto atroce conservato per ventitré anni…
RECENSIONE
Dopo il mio primo, non esaltante, incontro con Wulf Dorn, ovvero la lettura del suo primo romanzo, La psichiatra, libro che è stato un grande successo, che ha ricevuto moltissime recensioni positive ma che a me, contrariamente alla maggior parte dei lettori, non è piaciuto granchè, ho voluto dare un'altra possibilitù a questo autore, leggendo il suo secondo romanzo, Il superstite. Non è detto che, visto che non ho avuto un riscontro positivo con il primo libro, lo debba per forza avere anche con gli altri di uno stesso autore, perciò cerco sempre di dare un'altra possibilità e vedere se un altro romanzo mi soddisfa di più. E questa volta posso dire di aver rivalutato Wulf Dorn e di aver apprezzato maggiormente questo sua seconda fatica letteraria. Il superstite, così come il precedente romanzo di Dorn, è un thriller psicologico, ambientato nell'immaginaria cittadina tedesca di Fahlenberg dove sorge l'altrettanto fittizia Waldklinik, un ospedale psichiatrico. A Fahlenberg torna, dopo anni di assenza dalla sua città natale, Jan Forstner, un giovane psichiatra cui è stato offerto un posto di lavoro proprio alla Waldklinik da parte del direttore che tra l'altro, era anche un caro amico del padre di Jan, anche lui psichiatra. Per Jan questa offerta è un'occasione per ricominciare dopo un periodo difficile in cui non ha lavorato per aver aggredito un suo paziente colpevole di pedofilia. Su questo punto Jan è molto vulnerabile perchè lui stesso ha perso un fratellino, Sven, ventitrè anni prima, forse per mano di un pedofilo. In realtà nessuno sa cosa sia successo veramente a Sven e Jan non si è mai arreso, ha continuato a cercare la verità per mettere finalmente a tacere i suoi sensi di colpa. Jan, infatti, è rimasto traumatizzato dalla misteriosa sparizione del fratello soprattutto perchè se ne attribuisce, in un certo modo, la colpa. Come se non bastasse, subito dopo la scomparsa di Sven, anche il padre dei due fratelli è morto per un incidente d'auto dopo essere partito per incontrare qualcuno, forse proprio il rapitore del figlio più piccolo. Dopo il suo ritorno a Fahlenberg, però cominciano a succedere tragici avvenimenti - prima un suicidio, poi incidenti e morti sospette - e tutto sembra essere collegato, non solo nel presente, ma anche col passato, quando una paziente della Waldklinik, era morta annegata dopo essere scappata in preda alla confusione mentale e al terrore dall'ospedale... L'intreccio di questo romanzo è piuttosto complesso; abbiamo numerose vicende che si collegano l'una all'altra, nel passato e nel presente, anzi, come viene detto nel libro stesso, si tratta di coincidenze; in effetti però, ce ne sono un po' troppe, a mio parere e trovo che l'autore abbia "costruito" un po' troppo la sua trama, rendendola forse un po' improbabile. Ciò non toglie che Il superstite sia un buon romanzo, non un thriller eccelso ma, per quanto mi riguarda, certamente migliore del primo romanzo di Dorn. Quello che ho apprezzato è stato il fatto che, anche se la trama può sembrare un po' troppo artefatta, la vicenda è ben orchestrata e non è prevedibile... o almeno, io non l'ho trovata tale, soprattutto sono rimasta molto stupita dall'identità dell'assassino, anche perchè l'autore fa di tutto per portare il lettore a sospettare di tutti, e in particolare di un personaggio, con continui depistaggi e indizi ambigui. È un romanzo senza dubbio coinvolgente, uno di quelli che ti incollano alle pagine, grazie ad uno stile di scrittura molto scorrevole, lineare e asciutto e al fatto che l'autore riesce a tenere un ritmo narrativo sempre sostenuto, con gli eventi che si susseguono in modo rapido, senza tempi morti. Devo dire però che manca un po' di suspense, non c'è quella tensione mozzafiato che mi aspetterei da un thriller psicologico, non ci sono grandi colpi di scena, quelli che ti fanno saltare sulla sedia per capirci, ma scorre tutto in modo fin troppo monocorde. Nel complesso, comunque, Il superstite è stata una buona lettura, con una trama che, come ho detto, anche se a volte un po' inverosimile, comunque cattura, dei personaggi costruiti in modo abbastanza soddisfacente, soprattutto per quanto riguarda l'indagine psicologica, e delle tematiche molto interessanti come quelle dei traumi infantili e dell'ipnosi. Insomma, se vi piace il genere e apprezzate Wulf Dorn, non perdetevi questo suo secondo romanzo!
Il mio voto: