Genere:Romance ContemporaneoEditore: Sperling & KupferPagine:216Prezzo: 14,90 €
Sinossi:
Donne, amori, uomini e ascensori: in viaggio su e giù per i pianerottoli del cuore
Il suo nome è GianBattista Stigler, ha più di cento anni, è innamorato delle donne, è il confessionale semovente più affascinante di tutti i tempi. Ed è un ascensore.
Il suo mestiere consiste nel trasportare con sicurezza, comodità e un certo buon gusto gli abitanti del palazzo e, in un secolo di onorato servizio, ha imparato ad ascoltare i pensieri dei suoi passeggeri.
Le donne che si siedono sul suo sedile di pelle, che si truccano davanti al suo specchio o che si appoggiano alla pulsantiera non sanno che l'accorto accompagnatore sente i loro sogni, i loro dubbi, le loro dolci insicurezze. Non solo: lui le pesa. Non tanto per controllare che non superino i fatidici 225 chili collettivi - l'unico ostacolo che fermerebbe le imponenti elevazioni di GianBattista -, ma perchè le emozioni femminili sono sempre in sovrappeso: le donne sentono troppo, amano troppo e ingrassano dentro, appesantendo il cuore.
Ecco allora che l'ascensore galantuomo ci racconta le disavventure delle sue amate, dei loro uomini e di alcuni passeggeri fuori del comune. Nei suoi viaggi tra i pianerottoli scopriremo molte delle sfumature dell'universo femminile e non: con Isadora Dukan e le sue fantasie tormentate dalla dieta, con Benedetta Colla che riattacca pazientemente i pezzi del suo cuore, con Massimo Distacco detto il Fuffa, tipico appartenente alla specie dei Paraculidi. Incontreremo anche Marzia Mars l'extraterrestre, che lascerà a GianBattista un regalo extraordinario: un tasto in più. Che l'ascensore ci insegnerà a usare, così come ci mostrerà che nel suo specchio non si vede solo il riflesso delle inquiline, ma quello di tutte le donne del mondo.
E voi, in chi vi rispecchierete?L’autrice:
Quando non parla a tutti i gatti e i cani che incontra per strada, legge tantissimo, scrive abbastanza, dorme parecchio e ride appena può. Spesso anche quando non può.
Tra i suoi libri: Di matrigna ce n'è una sola (Sonzogno), Perchè le donne sposano gli opossum? (Emma Books), i bestseller Cinquanta sbavature di Gigio e Cinquanta smagliature di Gina (Sperling & Kupfer).
Ci tiene a dire che ultimamente ha perso un chilo.
RECENSIONE A CURA DI ANITA BLAKE:
Allegro, esilarante, brillante sono solo tre degli aggettivi che possono descrivere “Il tasto G” di Rossella Calabrò, autrice milanese recentemente riapparsa sulle scene letterarie con “Cinquanta sbavature di Gigio” e “Cinquanta smagliature di Gina”, che ci delizia con un’altra perla di cultura e ironia.Le storie, perché di tante vicende si narra, sono raccontate da Gianbattista Stiegler, stimato e centenario ascensore di un grande condominio, nonché origliatore e psicologo delle donne.Uniche protagoniste del libro sono le vicende umane, impersonate, di volta in volta, da donne, uomini, bambini, cicale e pure marziane.Proprio da una giovane marziana nasce il titolo del romanzo: il tasto G. Il collegamento con l’universo femminile è immediato ma, cari lettori, non fatevi ingannare da questa apparente banalità: dietro il tasto G, aggiunto alla pulsantiera di Gianbattista, c’è tutto un mondo. Solo alle fine delle storie si riesce a cogliere cosa sia questo particolare pulsante e si apprezza in toto l’umanità raccontata.Lo stile frizzante della Calabrò denota, oltre una profonda conoscenza dei sentimenti dell’uomo, una padronanza della lingua italiana raramente riscontrata in altri autori.Non si tratta solo di scrivere bene e correttamente ma, come con le “parodie” della famosa trilogia erotica, di saper giocare con le parole, di saperle usare per creare brani brevi e incisivi, parafrasi, allusioni, battute che non stancano il lettore.La freschezza del testo e la risata facile che provoca non sminuiscono, tuttavia la profondità dei vari testi.I personaggi presi ad esame non sono che specchi di ognuno di noi, sono esempi delle virtù, dei pregi e, soprattutto, dei difetti che tutti abbiamo.L’insegnamento alla fine del libro? Accettarsi per ciò che si è, perché alla fin fine ognuno porta al mondo qualcosa, che sia insicurezza, che sia bellezza, che sia amore o, come nel caso di Orbetta De’ Talpis, qualche “venticello” sospetto nell’ascensore!
Voto: