Recensione: "Il ventaglio indiano" di Victoria Holt

Creato il 19 ottobre 2012 da Lauragiussani

Titolo: Il ventaglio indiano
Autore: Victoria Holt
Editore: Sperling & Kupfer
Data uscita: 1 gennaio 1998
Pagine: 337
Prezzo: 6.900 lire
Inghilterra, nella seconda metà dell'Ottocento. La giovane, seducente Drusilla vive giorni spensierati nel castello dei Framling, in compagnia dell'affascinante Fabian - di cui presto s'innamora - e della sorella di lui, la sventata e impulsiva Lavinia.Ma questo è solamente il preludio di una vicenda avventurosa, che da quei luoghi di pace condurrà Drusilla in India, durante la drammatica rivolta del 1857, e che appare inesorabilmente segnata da un oggetto dotato di misteriosi, arcani poteri: un antico ventaglio indiano di penne di pavone...

GIUDIZIO: 
Leggendo la quarta di copertina mi immaginavo un romanzo molto più interessante, una miscela di romanticismo e mistero, con l'aggiunta dell'indiscutibile fascino dell'India, dove si svolge parte della storia. Buonissime quindi le premesse, così come alcuni spunti di base dell'autrice. Peccato però che il risultato sembra esserle sfuggito di mano.
Sull'ambientazione nulla da dire: la descrizione - accurata ma mai prolissa - ha tratteggiato nella mia mente un'immagine chiara e dettagliata della bellissima Framling, e soprattutto dell'India. Drusilla onestamente non è una protagonista che spicca per simpatia, troppo buona, saggia e giudiziosa. Sorvolo sul nome, davvero irritante. La controparte maschile, Fabian, sembra essere un personaggio già più riuscito... quando è presente, d'intende. Il romanzo risente molto della sua assenza, più che il protagonista sembra un personaggio secondario che fa la sua comparsa qua e là, mentre la narrazione procede incentrata su Drusilla e sulla sorella di Fabian, la viziatissima e acidissima Lavinia. Davvero troppo lo spazio che l'autrice ha regalato a quest'ultima, sottraendo pagine e pagine al rapporto tra Drusilla e Fabian. Ed è un vero peccato, perchè le premesse c'erano tutte. A colpirmi particolarmente, infatti, è stata la parte introduttiva, nella quale viene riportato alla mente il primissimo incontro tra Fabian e Drusilla: lui, un bambinetto viziato e caparbio che di punto in bianco decide di volere una bambina - Drusilla - tutta per sé, quasi fosse una bambola con cui giocare. Dato che il piccolo rampollo ottiene sempre quello che vuole, ecco che Drusilla - all'epoca una bimba di appena due anni - si ritrova a passare due settimane nell'imponente e sontuosa villa, accudita in tutto e per tutto da un Fabian ben deciso a giocare al "papà".
E' un episodio tenerissimo, che crea un legame indissolubile tra i due personaggi, un legame sul quale l'autrice avrebbe potuto fare leva ma che invece si limita a menzionare distrattamente un paio di volte nel corso della storia. Ad ogni modo, questo piacevole spaccato da solo si guadagna un'intera stellina. La seconda - e purtroppo ultima - è invece da attribuirsi al meraviglioso ventaglio di piume di pavone, fulcro di una maledizione passata, presente e futura, e filo conduttore di un racconto nel quale trova spazio anche quel giusto pizzico di mistero.
Il romanzo è fuori catalogo ormai da tempo, ma ancora abbastanza in circolazione nell'ambiente dell'usato.

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