Recensione: Il visconte dimezzato - Italo Calvino

Creato il 09 novembre 2015 da Amaranthinemess @AmaranthineMess

Avete presente quanto avete davanti un librone?
Non parlo di dimensioni ma di consistenza letteraria.
Ne avete sentito parlare così tanto che vi sentite quasi intimoriti, vi avvicinate con riverenza, sfogliate le pagine e immersi in un riverenziale silenzio iniziate a leggere.

IL VISCONTE DIMEZZATO (1951)

Italo Calvino

Ed. MondadoriPrezzo € 925 su Goodreads

TRAMA

Il visconte Medardo da Torralba va in guerra e, colpito da una palla di cannone, si ritrova dimezzato: tutta la parte sinistra del suo corpo è andata perduta durante l'esplosione.Non potendo più combattere, il visconte torna a casa, al suo castello ma non è più lo stesso. Le persone che lo conoscevano prima della sua partenza stentano a riconoscerlo: è diventato un uomo malvagio, capace solo di far del male.Dopo varie vicissitudini, quasi alla fine del libro, si scopre che la parte sinistra del visconte non è andata distrutta ma si è semplicemente staccata e anche lei è tornata al castello: infatti l'uomo coperto di stracci che si aggira da quelle parti è la metà sinistra di Medardo ed è buono, buono ai limiti dell'inquietante.

Castello Macchiaroli, Teggiano (SA)


PERSONAGGI

  • Le due metà di Medardo
    La connotazione "allegorica"delle due metà è chiara: i due Medardo sono il bene e il male, ok. Le due metà una volta separate sono ovviamente esseri incompleti che non possono stare al mondo: l'uno, il gramo, riesce solo a far del male, l'altro, il buono, è capace solo di un bene opprimente e integralista.
    E' mia personalissima opinione che nelle due metà si possa rintracciare anche una connotazione politica: il cattivo usa metodi molto affini a quelli delle dittature fasciste (l'allontanamento della balia Sebastiana che viene confinata - ingiustamente - nel ghetto dei lebbrosi o l'uso della scienza per torturare e uccidere esseri umani, ad esempio), il buono sacrifica senza dubbio l'individuo pur di perpetrare la sua idea di "bene" nella società.
  • La voce narrante
    La voce narrante è un ragazzino, nipote del visconte. Racconta ciò che succede con un atteggiamento stupito ma allo stesso tempo molto rilassato nonostante gli avvenimenti di cui racconta siano piuttosto bizzarri.
  • La comunità dei lebbrosi
    Sono gli artisti decadenti. Sono un gruppo di bohemien che vive di danze e di canti e solo grazie a questi riesce a dimenticare l'angoscia della propria condizione.
  • Il Dottor Trelawney
    E' un uomo di scienza del tutto disinteressato all'utilità della scienza: non usa il suo sapere per curare la gente ma per fare ricerche intorno ai fuochi fatui.
  • Il carpentiere Pietrochiodo
    Anche lui, volendo, è un uomo di scienza ma la sua è una scienza asservita al male, che viene applicata solo per uccidere e torturare. Spesso Pietrochiodo è assalito dal dubbio se sia giusto o meno adoperare il proprio sapere per far del male.
  • Gli ugonotti
    Sono stati cacciati dalla Francia e tutti i loro testi sacri sono stati bruciati o sono andati perduti e loro non ricordano più gran parte della liturgia della propria religione. Ripetono meccanicamente i pochi rituali che ricordano, neppure con troppa convinzione e sono dediti alla coltivazione della terra.

Il massacro di San Bartolomeo

STILE

Il tipo di narrazione è abbastanza semplice nonostante il tema trattato sia "fantastico".Il libro in realtà è scritto molto bene ed è facile seguire il racconto anche se non si viene catturati dalla storia.

CONCLUSIONI

Il libro, devo dirlo, non mi è piaciuto.Credevo mi sarei trovata davanti un capolavoro e mi sono ritrovata con una favoletta carina, ben congegnata ma nulla di che.Calvino, è vero, fornisce un'interpretazione a più livelli: c'è il livello di base in cui il libro è solo una favola, un livello intermedio in cui diventa forse un racconto morale sul bene e il male e forse altri livelli in cui si declinano varie rappresentazioni del potere da regimi di destra vs regimi di sinistra a scenari da Guerra Fredda.Non so, non mi ha colpito più di tanto, non mi ha lasciato a bocca aperta.
Adesso ripongo tutte le mie speranze ne I sentieri dei nidi di ragno. Speriamo bene.