Recensione: Im Sang-soo - The housemaid.

Creato il 11 giugno 2011 da Enricobo2
Questo film, presentato lo scorso anno a Cannes con grandi attese, nasce con l'ambizione di ripercorrere la via tracciata da un famoso lavoro del 1960 di Kim Ki-young, uno dei più famosi capolavori coreani. L'operazione, a cui non sono mancati i mezzi a cominciare da un set costosissimo e raffinato, appare sostanzialmente fallita. Certamente l'eleganza e lo stile del racconto può affascinare lo spettatore occidentale, grazie all'esotismo che inevitabilmente dipinge la scena, ma la vicenda che si dipana con i tempi scanditi dalla teatralità tipica di quel mondo, non riesce a trovare una strada convincente e netta. Una giovane domestica è assunta in una ricchissima famiglia. Buona ed ingenua piace a tutti, incluso il giovane padrone di casa che ben presto se ne serve anche per altre attività. la ragazza ovviamente rimane incinta ed in preda di moglie e suocera; quindi, attraverso una serie di eventi sempre più tragici e violenti la storia si avvia verso un inevitabile ed infiammato, nel vero senso della parola, finale. Ci sono tutti gli elementi per un triller incalzante, mentre invece il tutto sfuma via senza mordente o al contrario per la cupezza di un noir, ma anche qui mancano gli elementi di rigore narrativo, soprattutto nei personaggi che, se si esclude la brava protagonista  Jeon Do-youn, giustamente premiata, sono un po' caricature di sé stesse, marionette estreme e stereotipate, tratteggiate troppo gossolanamente e senza chiaroscuri. Un'occasione perduta forse e ben lontana dalla sua ispirazione, anche se è abbastanza normale che i remake dei capolavori, difficilmente si avvicinino alla loro fonte di ispirazione.
Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:
BorisDonne senza uomini.Into paradiso.Il discorso del re.Qualunquemente.Che bella giornataAvatar.
Il concerto.Ipazia.
Il cigno nero.