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Recensione in anteprima: Black Friars - L'Ordine della Croce di Virginia De Winter.

Creato il 08 luglio 2013 da Valentina Seminara @imatimehunter
Sono ancora un po' incredula, e non lo dico tanto per dire. E' davvero strano pensare che, dopo quattro anni di seguito, questo sia l'ultimo capitolo per una serie che ho amato senza riserve, e che continua a farmi battere il cuore a solo ripensarci. Black Friars - L'Ordine della Croce è il romanzo che tutte noi attendevamo ormai da troppo tempo -tempo che non sembra mai passare abbastanza velocemente, vero?, quando si tratta di opere così promettenti e tanto ben scritte. Virginia De Winter ha finalmente ultimato questa splendida serie, e non potrei mai esserle più grata di così!
Recensione in anteprima: Black Friars - L'Ordine della Croce di Virginia De Winter.
Black Friars - L'Ordine della Croce Virginia De WinterFazi Editore (Lain)500 pagineIn uscita 11 Luglio 201314,00€
Voto: ☆ ☆ ☆ ☆ ☆
Con questo quarto episodio si conclude la saga Black Friars, con cui Virginia De Winter, regina del gothic fantasy italiano, ha affascinato migliaia di lettori e si è conquistata un notevolissimo seguito in rete.
In questo ultimo viaggio nel mondo di Black Friars, Eloise Wess è alle prese con il misterioso ritrovamento di uno scheletro di un giovane ragazzo e questa volta non potrà ricorrere ai suoi poteri di evocatrice ma solo alle sue conoscenze mediche. Dalle indagini emerge una verità inquietante. Le ossa rinvenute sono solo il coperchio di un vaso di Pandora che sigilla i segreti più oscuri della Vecchia Capitale; segreti di personaggi potenti disposti a tutto pur di mantenerli tali.
In Aldenor intanto il re Fabian Vambenberg è gravemente ferito, e il suo erede Axel, fidanzato di Eloise, è costretto a tornare lasciando sola Eloise in questa che si preannuncia come la missione più rischiosa della sua vita.


La mia Recensione.                                         

Basta sfiorare con lo sguardo la prima riga, per riconoscere lo stile inconfondibile di Virginia De Winter. Sfumature gotiche dietro frasi eleganti ma inquietanti, espressioni ricche di ossimori, metafore e immagini straripanti di falsi sorrisi e amori contorti, quella passione per gli intrighi e i segreti onnipresente che serpeggia fra gli oscuri e ingannevoli angoli della Vecchia Capitale. Quanto mi è mancato tutto questo! Dopo aver riletto ogni libro parecchie volte nell'arco di un anno d'attesa, ho potuto finalmente toccare l'ultimo libro della serie Black Friars, dando tregua alla mia povera mente che non la smetteva proprio di partorire ogni tipo di finale possibile e immaginabile. L'Ordine della Croce mi ha regalato tutto ciò che avevo trovato nei libri precedenti, in un mix perfetto e ammaliante, al quale non avrei resistito neppure volendo.
Lo avevano avvertito, gli anziani: mai giocare con gli amici che gli adulti non potevano vedere.
La parola fidanzato pareva riecheggiare ogni volta che mi ci scontravo, ricordandomi il momento in cui Eloise, con la sua immancabile dose di sarcasmo raffinato e tagliente, ha dato il suo Si ad Axel, mettendo fine alle pene del povero Principe. Purtroppo per lui, questo non rappresenta di certo una garanzia d'immunità da ogni preoccupazione: Eloise non smetterebbe mai di rimarcare la sua libertà nemmeno sotto contratto matrimoniale... e noi non vorremmo che fosse altrimenti, vero? I loro battibecchi costituiscono una buona percentuale nel grafico che illustra il perché io ami tanto questa coppia. Dunque, la ritroviamo invischiata in un caso alquanto insolito, dove il preoccupante ritrovamento di un cadavere vede uno scolaro come vittima... e le creature del Presidio, in probabile analisi, come carnefici. La vicinanza di Eloise a nuovi pericoli manda Axel in paranoia; ciò che invece intralcia la serenità di Eloise è l'indifferenza con cui qualcosa che di sicuro non è il caso impedisce alla sua strada di slegarsi da quella di Clarisse Granville e, implicitamente, dal ruolo che il suo potere di Evocatores ebbe nella Rivolta.
Sophia si è ormai adattata alla sua vita come scolara al collegio di Altieres, fra le cugine Mayfield, un po' meno a quella di principessa della suddetta Nationes e ultima erede ancora in vita dei Blackmore. Naturale, per una ragazza che ha creduto di essere orfana per sedici anni. Ciò in cui sembra impegnarsi particolarmente è muoversi in giro per la Vecchia Capitale come fidanzata di... beh, al solo sentir nominare Gabriel Stuart, mi si contorce il cuore e mi sale un nodo in gola. E tremo per l'invidia!
Ecco l'altro fidanzamento ufficiale che ha sconvolto il mio cuore: il donnaiolo Principe di Maderian, il leggendario demonio dal viso d'angelo, capitola fra i sorrisi e l'impertinenza a stento trattenuta della Principessa Blackmore. E voi, che vi illudete o temete sia solo una manovra politica: Gabriel è intenzionato ad essere l'unico ad avere il diritto di chiamate Sophia mogliettina, e tanti saluti alla casualità del mio riferimento all'Ordine della Penna. È così passionale, così finemente arrogante e risolutamente protettivo, che sospirare al solo leggere il suo nome diventa una reazione involontaria.
Rose che nascondono spine acuminate crescono fra i legami personali, ma niente che riguardi la situazione in cui versa il continente potrebbe paragonarsi ai fiori. Qualcuno sta usando la Necromanzia per svegliare i corpi dei morti, e l'ipotesi più probabile è che si tratti di qualcuno del Granducato di Nalvalle, territorio indipendente ai confini fra Mistran e Valdyer; è tipico della loro religione, infatti, ricorrere a simili riti per rendere onore ai propri dei. Perchè però i morti hanno sconfinato nella Vecchia Capitale? Qualcuno ha voluto impedire per anni che la verità sulla Rivolta salti fuori -lo stesso, probabilmente, che non ha esitato ad avvelenare Cain Blackmore con sangue di cadavere. Piccoli indizi sparsi per il Continente, stanze buie che vedono accidentalmente la luce nel più macabro degli spettacoli, ombre da sempre in agguato che sfoderano avvertimenti raccapricciati e armi di dubbia legalità morale; intrighi che superano in orrore e raccapriccio qualsiasi fatto accaduto o dalle memorie rianimato nei precedenti capitoli di Black Friars; un ultimo, letale sospiro sospeso nell'aria del Continente, pregna delle nebbia del Presidio; delitti che tornano alla luce dopo anni e i cui colpevoli dovranno far conto alla morte che li ha già portati con sé di aver usurpato il suo trono divino: ecco ciò che vi aspetta nell'Ordine della Croce.
Sono consapevole che in questo libro ci sia molto di più che relazioni sentimentali. E' storia, religione, mito, fantasia, intrighi politici, guerre di sangue, orgoglio e potere, in un concentrato che ha avuto un potere ipnotico su di me fortissimo, fin dal primo libro. Amo ogni aspetto di questa serie e ancora adesso, dopo aver atteso estate dopo estate l'uscita di un nuovo capitolo e riletto i precedenti, non riesco a trovare qualcosa di cui lamentarmi o che vorrei cambiare. Ogni personaggio ha con sé sfumature di caratteri diversi, menti complesse di cui non bisogna per forza avere il punto di vista per sentire di conoscerli, di averli vicino. E ormai ci siamo abituati, no?, a cavalieri, il cui volto è nascosto da maschere nere, che non perdono occasione di mostrare le loro inimitabili abilità di esibizionisti certificati, donne dal temperamento forte e indipendente, a cui nessun uomo per una sana propensione ai segreti contorti potrebbe resistere, o Principi e Principesse che hanno abbandonato guerre all'ultimo sangue per battaglie di gelosia. L'Ordine della Croce è il libro di ognuno di loro, così come la Spada era di Eloise, la Chiave di Axel e la Penna di Sophia, perché ognuno di loro è coinvolto in modo diverso e ugualmente profondo alla sua trama. Cambierà tutto e tutto resterà uguale, e comprendete quest'espressione contorta perché sono ancora un po' stordita.
Che fosse questione di gusti era già noto a molti, ma qui c'è l'imbarazzo della scelta, il che significa che scegliere non rende l'idea. Destreggiarsi goffamente fra un angelo come Gabriel Stuart, che nasconde in sé l'indole del diavolo, e la perizia di Axel Vandemberg nel rimarcare la possessività verso la sua donna non è cosa facile, soprattutto considerando tutti coloro che stanno in mezzo. Insomma, c'è una tale, occludente presenza di volti maschili dalle fattezze rasenti la perfezione, che davvero non si sa dove guardare. Non che i miei pensieri vagassero tanto lontano da Gabriel Stuart, ma non disdegno mica il resto della comitiva. Anzi. Gli armoniosi giochi di sentimenti intessuti precedentemente trovano finalmente una via alternativa per sfogare la loro passione. È stato diverso, da questo punto di vista, perchè nessuna coppia era più sospesa -okay, magari attendevo ancora che Lara Degret facesse di Gil un uomo serio e responsabile, ma non ero sicura che Lady Creatrice avesse il potere di darci l'impossibile-, e non avevo proprio idea di come sarebbero finite le cose. Poco importa, è impossibile prepararsi anticipatamente a qualsiasi libro che porti su di sé la firma di quest'autrice.
Ma sono i deliziosi battibecchi fra certe coppie, con i loro seguenti momenti d'intimità -segnatevi questo da qualche parte-, dolcezza, passione e incontrollata emozione, che mi fanno più ammalare d'invidia e amore. D'altronde, con due fidanzamenti in corso e la speranza, sempre viva mentre mi accingevo ad aprire il libro per la prima volta, che almeno uno dei due trovasse la sua conclusione nel matrimonio, la cosa era inevitabile, non credete? Axel e Gabriel sono perfetti a modo loro, con i loro atteggiamenti, difetti e pregi, ma sono Eloise e Sophia a far risplendere il loro fascino -nonché il proprio, sono due donne che mai potrei vedere oscurate da certe figure maschili-, dovendo esercitarlo con cautela e furbizia, secondo leggi femminili non scritte.
Le loro vicende e quelle dei loro amici, sebbene a volte separate secondo spazi e tempi differenti, confluiscono ad un medesimo risultato, che però non vede sempre intenti o usi simili. L'ultima sfida lega le loro ricerche al Presidio e a ciò che con esso ha e ha avuto a che fare nel corso del tempo; dipenderà poi da quanto Stephen Eldrige si sentirà annoiato e deciderà, per puro altruismo, di risolvere il caso!
L'autrice semina indizi con l'abilità ampiamente dimostrata nei volumi precedenti, scongiurando la banalità in favore di un più complesso disegno che chiude il cerchio di intrighi di morte e miti passati e ci da finalmente le risposte cui agognavamo. Certo è, però, che l'espressione attenti a ciò che desiderate qui non passa inosservata, poiché il prezzo da pagare sarà la deliziosa agonia di un coltello che penetra lo scudo naturale del nostro corpo per raggiungere, trionfante, il cuore. Ecco, in poche parole moriremo agonizzanti prima che qualche vicino di casa possa farlo al posto nostro, sentendo urla giorno e notte, per settimane di seguito.
Non mancano parole che hanno la cadenza dei toni inquietanti con cui le storie di paura si distinguono dalle altre, dominando gli incubi con mostri sotto il letto e angoli bui che nascondono figure in movimento. Non c'è più posto per i sotterfugi, adesso: tutte le carte che ogni giocatore ha raccolto fin'ora, nel silenzio dei suoi intrighi, occultati da sorrisi velati e da minacce implicite, verranno scoperte e schierate fino all'ultima sul campo di una battaglia che è nell'aria da anni.
E vi mozzerà il fiato -sempre se di fiato ve ne rimanga-, vedrete! Appassionante, travolgente, un richiamo che è impossibile negare alle proprie orecchie e, di conseguenza, al cuore. Inutile dirvi -ma io lo faccio lo stesso- che se avete davvero amato i primi libri, questo vi darà il colpo di grazia. Non posso ancora credere che la serie sia finita, e a differenza dei capitoli precedenti il pensiero di rileggerli per ingannare l'attesa del successivo non ha più il suo effetto calmante. Perciò il mio consiglio, per chi vorrà seguirlo, è: leggete quando non avete troppi pensieri per la testa e godetevi la lettura, soprattutto il finale, non correte in alcun modo per saziare il bisogno di sapere cosa accadrà nelle pagine successive, né guardate l'ultima pagina. Non. Fatelo. Perché fino all'ultima frase troviamo ancora traccia di sorprese e risposte, che lasciano un sorriso a distendere le labbra e lacrime a fargli da contorno. Straziante, la consapevolezza che dopo non ci sia altro, a parte la consueta lista dei personaggi -l'ho letta tutta per pura nostalgia, e avevo appena terminato la lettura.
Virginia conferma così il suo titolo di regina del new gothic italiano con il più sensuale, passionale, oscuro e intrigante romanzo della serie Black Friars.

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