Esce domani per DeAgostini questo libro, di cui vi avevo già parlato! Attesissimo grazie al premio BEA 2015 (più importante premio americano per Young Adults), ha suscitato approvazione un po’ dappertutto. Nella recensione di oggi ve lo racconto dai miei occhi.
Ringrazio la DeAgostini per avermi permesso di leggerlo in anteprima <3"><3"><3
Titolo: La notte che ho dipinto il cielo (This Raging Light)
Autore: Estelle Laure
Casa editrice: DeAgostiniData di pubblicazione: 22 Dicembre 2015
Prima edizione italiana: 16 Febbraio 2016 Genere: Young Adult Pagine: 300
Trama: Per Lucille, diciassette anni e una passione per l’arte, l’amore ha il volto della sorellina Wrenny. Wrenny che non si lamenta mai di niente, Wrenny che sogna un soffitto del colore del cielo. E poi ha il volto di Eden. Eden che è la migliore amica del mondo, Eden che sa la verità. Quella verità che Lucille non vuole confessare nem-meno a se stessa: sua madre se n’è andata di casa e non tornerà. Ora lei e Wrenny sono sole, sole con una montagna di bollette da pagare e una fila di impiccioni da tenere alla larga. Prima che qualcuno chiami i servizi sociali e le allontani l’una dall’altra.
Ma è proprio quando la vita di Lucille sta cadendo in pezzi che l’amore assume un nuovo volto: quello di Digby. Digby che è il fratello di Eden, Digby che è fidanzato con un’altra e non potrà mai ricambiare i suoi sentimenti. O forse sì?
L’unica cosa di cui Lucille è sicura è che non potrebbe esserci un momento peggiore per innamorarsi… Opinione personale:
Ed è così che veniamo ai personaggi. Ed è così che mi trovo spiazzata, perché non ho le parole per spiegarvi cosa ho percepito. Da una parte, fatta eccezione per Lucille, ho trovato i personaggi un po’ stereotipati, inquadrati nel loro ruolo, che si muove lungo binari ben precisi, spingendo la trama nella stessa direzione. Wren è un corpo da bambina che ragiona da adulta, una presenza quasi inquietante e terribilmente triste, che si lascia andare poco, e quando lo fa conferma l’immagine generale. Eden è un angelo custode distratto. Ho odiato il suo comportamento, che non posso spoilerare ma che è stato anche fin troppo crudele, ma a prescindere da questo è stata fissa nel suo ruolo di amica/nemica come una madre poco credibile. E poi Digby, che sembrava essere una figurina di sfondo, un manichino vittima degli eventi. Mi piace l’idea che le cose che ci diciamo qui siano al sicuro, che le parole ci escano di bocca ed entrino nel terreno, facendo crescere alberi che custodiscono segreti tra le foglie. Ma c’è un’altra faccia della stessa medaglia: gli stessi personaggi, stereotipati da un lato, diventano presenze eteree se fissati per troppo tempo. Dopo poche pagine, avevo quest’impressione fortissima che stessi leggendo una ghost story, e che tutte queste figure fossero delle ombre attorno a Lucille. E devo dire, non è stato affatto spiacevole, piuttosto mi è sembrato di cogliere davvero quello che l’autrice voleva dire, mandando certi messaggi. Per esempio in Wren che ad un certo punto è truccata come un’adulta. Coincidenze?
Però qualcosa in questo gioco di percezioni, o nella trama, non ha funzionato. E io ho letto il libro come carino, piacevole, ma nulla di più. Non mi è entrato dentro, mi ha lasciato la bocca asciutta e gli occhi ancora puntati lontano in attesa. Probabile che i personaggi per me contino così tanto, che questo gioco alla fine li sminuiva troppo. Può darsi che effettivamente questo non è uno dei migliori del genere che io abbia letto, che si ferma troppo in superficie in alcune cose essenziali. Che rimane una storia carina ma si rende inevitabilmente leggera.
Intanto oltre tutta questa tecnica, restano dei bei gesti d’amore. Resta uno sprazzo di cielo in una stanza, perché l’amore può questo e altro. “La maggior parte delle persona passa la vita a vacillare. Non si concedono mai di cadere, neanche di provarci. Vanno avanti a fare quello che pensano di dover fare. Non cercano mai di scoprire qual è la loro vera natura, perché significherebbe tirare fuori un coraggio che molti non hanno”
“Tu pensi di essere così?”
“Così come?”
“Codarda.”
“A volte sì, credo. Anche se cerco di non esserlo.” Il mio voto:
Estelle Laure: è laureata in discipline dello spettacolo e si è specializzata in scrittura creativa per bambini e ragazzi al Vermont College of Fine Arts. Grande appassionata di Kurt Vonnegut, crede nell’amore, nella magia e nella capacità di affrontare le verità scomode. Vive a Taos, nel New Mexico, con i suoi due figli. La notte che ho dipinto il cielo è il suo romanzo d’esordio.