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Recensione (in anteprima): La pedina scambiata di Georgette Heyer

Creato il 06 novembre 2012 da Girasonia76
These Old Shades Recensione (in anteprima): La pedina scambiata di Georgette Heyer
Recensione (in anteprima): La pedina scambiata di Georgette Heyer Trama:
In una notte della Parigi pre-rivoluzionaria, il duca di Avon s’imbatte casualmente in un ragazzino in fuga dalle botte del fratello. Léon, così si chiama il fuggitivo, ha capelli incredibilmente rossi e occhi violetti e questi tratti richiamano al duca quelli di uno dei suoi più vecchi nemici, il conte de Saint-Vire. È subito chiaro che la decisione del duca, non a caso soprannominato Satana, di “comprare” il ragazzo per farne il suo paggio non è frutto di tenera compassione. Ma gli sviluppi della storia non sono altrettanto chiari, e ben presto si resta affascinati dalla sottile intelligenza di Avon, dall’impetuosità e coraggio di Léon, dagli intrighi e misteri che a poco a poco vengono alla luce. Fuori commercio da anni, La pedina scambiata è davvero un classico della classicissima Georgette Heyer.
Recensione (in anteprima): La pedina scambiata di Georgette Heyer L'autrice: Georgette Heyer (1902-1974) cominciò giovanissima a raccontare storie ispirate alla Primula rossa della baronessa Orczy per intrattenere il fratello malato. Spinta dal padre, Georgette mise questi racconti in forma scritta e nel 1921, a soli diciannove anni, pubblicò il suo primo romanzo, La falena nera. A partire da lì e fino al 1973 Georgette Heyer scrisse senza interruzione un best-seller dopo l’altro. Il suo costante successo nell’arco di cinquant’anni la conferma come un fenomeno letterario unico nella letteratura inglese del XX secolo, più volte assimilata a Jane Austen o a Charles Dickens per la precisione maniacale nella ricostruzione di ambienti, atmosfere e gergo del XIX secolo inglese, e ammirata da scrittori del calibro di A.S. Byatt e Margaret Drabble, Anthony Burgess e India Knight. Relegata a lungo con un condiscendente disprezzo nel settore rosa, Georgette Heyer si rivela ad anni di distanza un’autrice intelligente, capace di costruire trame suggestive, personaggi credibili e incantevoli, e di assicurare ai propri lettori quella “letteratura d’evasione che offre la possibilità di fuggire dalle tensioni della propria vita soddisfacendo un desiderio universale, che risale all’infanzia, di essere qualcun altro e vivere in qualche altra epoca per qualche ora” (A.S. Byatt).
Recensione: E' la seconda volta nella mia intensa vita di lettrice che mi capita tra le mani un romanzo di Georgette Heyer. Non mi stupisco che non mi sia accostata a questa autrice in passato, ingannata dalle "dicerie" su di lei, dato che era tacciata di essere autrice di harmony, di scrivere romanzetti rosa. Il mio lato snob mi aveva obbligata a tenermene lontana. Lo snobismo però viene meno se l'autrice in questione viene riportata alla luce da una delle mie case editrici italiane preferite. Bando ai pregiudizi, il primo romanzo della Heyer da me letto mi ha immediatamente convinta. Se per romanzetti rosa o harmony si intendono i romanzi alla Heyer, allora che ben vengano: leggerli è un'esperienza tra la delizia e lo spasso. Lo è stato l'uragano Sophy, lo è l'ambiguo Léon e il suo adorato Monseigneur, dai più ritenuto Satana in persona. Non serve a molto dilungarsi sulla trama, sia perché la trovate immediatamente qui sopra, sia perché non voglio privare chi desidererà leggerlo del gusto che si prova a scoprire l'evoluzione del romanzo, sia perché il punto forte della storia non è nella trama. Questa è sì interessante e coinvolgente, ma per noi lettori del 2012 potrebbe parere ovviamente banale e prevedibile: è difficile stupirci, difficile tenerci all'oscuro e nasconderci qualche mistero. L'hanno già fatto in passato e la nostra immaginazione, o forse il nostro intuito, è fin troppo abituato ad andare oltre per dedicarsi a svariate congetture senza restare nei confini che l'autore ci pone. E la maggior parte delle volte facciamo centro. Perciò, mentre leggiamo, non stiamo lì a chiederci chi è davvero Léon: ma sì, l'abbiamo capito e non ci vuol tanto, non stiamo a domandarci cosa guida il duca dal comportarsi in quel modo, non facciamoci deludere dall'aver intuito il finale della storia. Questo è un romanzo da godersi per ogni personaggio che appare in scena, per i dialoghi brillanti conditi da un costante sarcasmo, per le ambientazioni accurate di una Parigi (e ancor più di una Versailles) settecentesca. Una lettura che solletica i nostri sensi, che ci intrattiene in maniera raffinata ed elegante, che ci regala pagine originali pur nella loro prevedibilità e personaggi che non andranno via facilmente dalla nostra memoria. Così come la grande Sophy è ancora presente (e non penso verrà facilmente cancellata) nel database del mio cervello, anche il magnifico duca di Avon ha trovato il suo bel posticino accanto alla sua collega: sono lì, nei miei pensieri, a scambiarsi battutine sagaci e sarcastiche su ogni mia lettura.  Credo che la Heyer sia stata fraintesa e fin troppo bistrattata in passato. Non c'è che da ringraziare per la seconda possibilità che viene data a lei di riscattarsi attraverso queste ripubblicazioni e ai lettori di ricredersi e dandole una nuova occasione per dimostrare quanto sia in gamba e quanto meriti di essere conosciuta dal grande pubblico. 
Titolo: La pedina scambiata
(The Alistair Trilogy #1)
Titolo originale: These Old Shades Autore: Georgette Heyer
Traduttore: Anna Luisa Zazo Editore: Astoria Pagine: 368 Isbn: 9788896919460 Prezzo: €17,50
Valutazione: 4 stelline Data di pubblicazione: 7 Novembre 2012
Inchiostro di a 09:30 Recensione (in anteprima): La pedina scambiata di Georgette Heyer Recensione (in anteprima): La pedina scambiata di Georgette Heyer Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su Facebook Recensione (in anteprima): La pedina scambiata di Georgette Heyer Etichette d'inchiostro Astoria edizioni, Georgette Heyer, La pedina scambiata, Recensioni

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