Recensione in anteprima: Slammed. Tutto ciò che sappiamo dell'amore, di Colleen Hoover

Creato il 04 marzo 2015 da Mik_94
Non si può piangere per sempre. Tutti, prima o poi, si addormentano Titolo: Tutto ciò che sappiamo dell'amore Autrice: Colleen Hoover Editore: Fabbri “Life” Numero di pagine: 352 Prezzo: € 15,90 Data di pubblicazione: 12 Marzo 2015 Sinossi: Lake ha vissuto l’anno peggiore della sua vita: la morte del padre, i litigi con la madre, un trasloco in una nuova città e la fatica di reinventarsi una vita. Finché non conosce Will, il vicino di casa, a sua volta costretto dalla vita a crescere in fretta. L’intesa è immediata, ma il primo giorno in classe Lake scopre che il loro è un amore impossibile: Will è uno dei suoi professori. Altrettanto impossibile allontanarsi, dimenticarsi, rinunciare: e così Lake e Will – costretti a restare divisi – si parlano attraverso la poesia, anzi, le poesie, in pubblico ma in segreto, servendosi di uno slam (una gara di versi) per dirsi tutto ciò che devono e vogliono dirsi.                                     La recensione Io non ci rinuncio. Io mica mi arrendo. Voglio capire qual è la differenza tra “nuovi” e “giovani” adulti – e non ci sono riuscito, non ancora. Voglio trovare un romanzo di un genere esploso all'improvviso, ma tristemente sempre uguale a se stesso, che mi faccia credere che ci sia sempre di meglio, che al young adult le nuove autrici – tutte donne, tutte appresso ai soliti temi: tutte uguali – rubacchino anche la profondità, la verosimiglianza dei loro racconti, e non solo i protagonisti all'ultimo anno di liceo in preda agli ormoni – e se ci sono riuscito, qualche tempo fa, è stato proprio grazie a Colleen Hoover che da allora, all'incirca, mi ripropongo di leggere di nuovo. Quando la Fabbri, in cerca di un parere maschile, mi ha indicato una serie di titoli da recensire in anteprima, la mia scelta, a colpo sicuro, è ricaduta, quindi, sulla ristampa di Tutto ciò che sappiamo dell'amore. Uscito qualche estate fa, è entrato ed uscito ed entrato ed uscito dalla mia lista dei desideri a tempi alterni: mi convincevano i pareri positivi, mi faceva passare la voglia, però, anche la minima recensione stonata. Non sarebbe stato come Hopeless, delicato e tostissimo, con due protagonisti originali e un oscuro contorno di abusi familiari e infanzie negate; ma a scatola chiusa, se proprio dovevo scegliere, sceglievo la Hoover. Scatola chiusa tra virgolette. In realtà, come capita con quei libri che ti incuriosiscono ma che poi, convinto non li leggerai mai, vai a spulciarti per bene, impaziente di capire cosa sia piaciuto e cosa invece no, devo confessare che sapevo più di quanto volessi a proposito di questa storia. La svolta drammatica della parte finale, ad esempio. Quella che a tutti, me compreso, a causa di un'ironia inusuale che mi è parsa solo mancata discrezione, ha fatto storcere il naso. Poiché preparato, mi è sembrata poca cosa: ci sono passato sopra; il resto scorreva. Il pregio del romanzo – primo di una trilogia, ma perfettamente autoconclusivo – è che è piacevolissimo, lieve, e che i classici lutti dei protagonisti non risultano troppo. Lontano dalla profondità di Hopeless, è un romanzo tutto sommato onesto, che non vuole farsi ricordare grazie a trovate ruffiane o fastidiose – il sesso esplicito, la promessa di una maturità che poi manca – ma neppure per il sentimento travolgente tra i due giovani protagonisti – due ragazzi che si amano, anche se, come in Pretty Little Liars, lui è un professore di lettere e lei una studentessa – dei quali non avverti mai la loro relazione come maledetta dalle stelle; realmente ostacolata. Lake e Will, con le loro famiglie bisognose e l'esigenza di crescere in fretta, si muovono in un ambiente noto – il liceo – e percorrono insieme le tipiche fasi del lutto e le altrettanto tipiche fasi dell'innamoramento: gli amici consueti, i consueti litigi, anche se i simpatici fratellini minorii e i loro preparativi per Halloween e il filo doppio delle emozionanti esibizioni al N9VE danno una nota di colore. Considerando la presenza costante di una narratrice che non brilla per buone idee, più infantile dei suoi diciotto anni, il romanzo ha il suo riscatto, la sua ora d'aria, quando sottraggono la parola a Lake le lettere dei genitori e, soprattutto, le poesie rabbiose e autentiche dello Slam. Gara poetica senza rime e senza regole che unisce i due personaggi, dirimpettai e qualcosa di più, dietro un microfono e contro l'ingiustizia di una vita da vivere come viene; sia quando dispensa dispiaceri, sia quando distribuisce piccoli miracoli. La poesia, purtroppo, resta sul palcoscenico e non influenza lo stile: non scende in campo, non dà quella cosa in più alla prosa lineare e standard delle autrici che fanno romance, ma il troppo stroppierebbe e Tutto ciò che sappiamo dell'amore risulta abbastanza. Semplicemente, abbastanza. Abbastanza problematico, abbastanza romantico, abbastanza carino. Il che è molto di più di quanto si possa dire di tanti new adult che si prestano a stroncature spietate e a facile ironia. Tutto ciò che sappiamo dell'amore – traduzione liberissima dall'americano Slammed, titolo che finirò sempre per confondere con quello di una brutta e (quasi) omonima commedia di Gabriele Muccino - non sarà il vostro breviario dei sentimenti. Tutto ciò che saprete sull'amore, ecco, non lo saprete grazie a questa lettura. Non spicca il volo, ma è un viaggio a velocità costante confortevole e senza tratti al buio, mentre la strada è tutta dritta – nonostante qualche buca sporadica faccia sobbalzare – e alla radio passa un pezzo che ti piace e che fa, lungo il tragitto, buona compagnia.
Il mio voto: ★★★ Il mio consiglio musicale: Swedish House Mafia - Don't You Worry Child Feat. John Martin (Acoustic Version)

Don't you worry, don't you worry child
See heaven's got a plan for you.”

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :