Recensione in anteprima Tutto il cielo possibile di Luigi Ballerini e Benedetta Bonfiglioli.

Creato il 11 giugno 2013 da Valentina Seminara @imatimehunter
Ho potuto leggere questo libro in anteprima e mi ritengo davvero soddisfatta. Tutto il cielo possibile  è il mix venuto fuori dalle menti di Luigi Ballerini Benedetta Bonfiglioli, un fantasy un po' romantico o un romance un po' fantastico che sfida le leggi del tempo e trova nel passato la chiave per la rinascita della protagonista nel presente, con dolcezza, qualche insicurezza e tanta paura, com'è giusto che sia fra adolescenti. Vi va di saperne di più? In occasione dell'uscita del romanzo -proprio oggi!-, ecco a voi la mia recensione!
Recensione in anteprima Tutto il cielo possibile di Luigi Ballerini e Benedetta Bonfiglioli.
Tutto il cielo possibile Luigi Ballerini Benedetta BonfiglioliPiemme Freeway210 pagineIn uscita oggi, 11 Giugno 201315,00€
Voto: 4 Stelle!
Una ragazza,un ragazzo, l’estate…l’amore che arriva, la vita che cambia. Un romanzo di crescita che si tinge di fantastico, una storia che farà battere il cuore ma anche riflettere. Il primo romanzo a quattro mani di due bravi autori di storie sugli adolescenti.
Adele e Lorenzo si conoscono per caso un giorno d’estate, quando un acquazzone li costringe a rifugiarsi all’asciutto in un bar. Vogliono iscriversi entrambi a un corso di teatro, ma non potrebbero essere più diversi. Adele è riflessiva, le piace leggere e starsene per i fatti suoi, mentre Lorenzo è il classico bel ragazzo tutto muscoli che una come lei nemmeno la guarda. O almeno questo è quello che pensa Adele...E mentre a poco a poco imparano a conoscersi, ad aprirsi l’uno all’altra, a innamorarsi, capita la cosa più strana della loro vita. Perché quel bar è tutt’altro che normale: quel bar con i mobili anni Cinquanta e la musica fuori moda apre una porta verso il passato. Un varco che costringerà Adele a fare i conti con il mistero che avvolge suo padre, che non ha mai conosciuto ma che non ha nemmeno mai dimenticato.
La mia Recensione.                                         
Certi scrittori italiani hanno quel modo tutto libertino, schietto e lineare di descrivere le cose, in poche parole e con un buon effetto finale, che rispecchia il tipico linguaggio adolescenziale. E' vero poi che ci sono le eccezioni, quei libri scritti con tanti paroloni con carattere, che definiscono il loro stile lentamente e con una ricchezza di contenuti che è come immergersi in una piscina piena di piumoni morbidi e carezzevoli. Ora, se dovessi riferirmi a questo libro e fare un'altra analogia, direi che è più come tuffarsi in una piscina... piena d'acqua. Diretta, fredda e poi, quando ti abitui alla temperatura con movimenti meno rigidi, più calda e piacevole.
Ho iniziato a leggere, e sono arrivata al punto in cui in uno o due capitoli mi sono fatta il quadro della situazione, soddisfatta per il modo in cui le dinamiche prendono subito piede pur senza sembrare eccessivamente rapide, e curiosa di saperne di più; non proprio una curiosità morbosa e incalzante, quella che ti incolla alle pagine e ti fa salire l'ansia appena finisce anche solo un paragrafo. Più che altro, un ronzio persistente che attira la mia attenzione sulle pagine. Ma come dico sempre, da lì in poi diventa una questione soggettiva: linguaggio pomposo o semplice e d'impatto? La sottoscritta non saprebbe cosa dirvi, perché la schiettezza della Blasi e la carezzevole adorazione suscitata in me dallo stile baroccheggiante della De Winter mi incantano tutte le volte che prendo in mano uno dei loro libri.
Perché quest'introduzione? Luigi Ballerini e Benedetta Bonfiglioli sono solo due nomi, ma è la sensazione che i nomi suscitano a far accendere la lampadina, un po' come sono bastati i nomi delle due autrici sopracitate a definire chiaramente i loro stili così diversi, eppure ugualmente emozionanti. Dal loro lavoro a quattro mani è uscito fuori Tutto il cielo possibile, un titolo che è un abbraccio azzurro a tutte le possibilità del mondo, anche quelle più remote ed improbabili, e che mi ha fatto vivere tante belle emozioni.
Abbasso sempre le mie aspettative al minimo quando leggo un libro di cui so poco e niente, così da godermelo senza pregiudizi o altro. Così ho conosciuto Adele, che a diciassette anni sta per vedere la madre che sopporta a stento risposarsi, con un uomo di cui accetta malamente la presenza. Ha perso il padre quando aveva tre anni e da allora pensa a come la sua vita sarebbe potuta essere, di certo migliore di quella che è ora, se lui fosse stato ancora lì con lei. Dopo l'ennesima litigata con la madre, Adele esce con il suo motorino e si reca a teatro, per iscriversi ad un corso di recitazione, ma il portone chiuso e un muro di pioggia che le si abbatte contro la fanno rifugiare in una latteria poco distante, nella medesimo istante in cui un ragazzo sfrutta la sua stessa idea. Dove altro sarebbe potuto andare uno come lui, "tutto muscoli e niente cervello", in una stradina in cui non c'era altro se non il teatro e quello strano bar senza tempo? Adele non fa in tempo a chiederselo che Lorenzo, il ragazzo con la mole di un atleta, le rivela di essere lì per il teatro. Ma come possono due persone, all'apparenza tanto diverse, avere uno scopo comune?
La sua però non è una passione, come invece lo è per Adele. Lei è un po' scorbutica, ma adora leggere e starsene in disparte, persa fra i suoi pensieri, e recitare, immersa in ruoli sempre differenti, pronta a cambiare identità se quella di prima non le piace più. Lui è un fanatico della fantascienza e pazzeschissimo è la parola più lunga del suo vocabolario, ma non è così superficiale come può sembrare a primo impatto. Un evento strano e incomprensibile unirà le loro strade nel più irreversibile dei modi. Adele e Lorenzo tornano indietro nel tempo, al 1° ottobre del 1999. Il giorno dopo la morte del padre di Adele. Rimane così sconvolta che la sua confusione è pari all'esaltazione totale di Lorenzo, il quale ha trovato pane per i suoi denti. Cosa c'è di più fantascientifico di un viaggio nel tempo? Si imbattono in negozi con articoli acquistabili solo in lire e vecchie cabine telefoniche che non si vedono più. E sarà in una di quelle che Adele vedrà suo padre. In carne ed ossa.
Nel giorno in cui dovrebbe essere già morto.
La cosa smuove una certa curiosità, no? Come può un uomo che dovrebbe essere morto, uscire da una cabina telefonica come se nulla fosse? Adele non ha dubbi quando lo vede, è lui, ma va contro ogni logica. Di chiedere alla madre non se ne parla; ha bisogno di fare delle ricerche, o il pensiero che suo padre possa essere ancora vivo da qualche parte la farà impazzire. E non sarà sola: non riuscirebbe a scrollarsi di dosso Lorenzo neppure se avesse un po' dei suoi muscoli. D'altronde un viaggio nel tempo non è qualcosa che si dimentica facilmente, e ben presto i due si ritrovano insieme invischiati in qualcosa che somiglia fin troppo alla fantascienza, per lei. Lorenzo è il tipo simpatico, sexy e sicuro di sé con cui ridi fino allo sfinimento o che ti irrita a qualsiasi suo movimento. O magari entrambe, com'è per Adele. Eppure la sua presenza la aiuterà a districarsi dalla solitudine in cui ha vissuto fino a quel momento, trovando in lui qualcosa di più di un semplice compagno d'avventura. Il modo in cui il loro rapporto si evolve ha qualcosa che va dal comico al tenero gradualmente, o anche mischiandoli un po' entrambi. I loro caratteri divergono, totalmente opposti, ma coesistono in un accoppiamento davvero piacevole, via via sempre più affiatati e uniti.
Sua padre è sempre stato un eroe, per Adele, il suo punto di riferimento, la sognante possibilità di una vita che non si è mai realizzata, che è rimasta sospesa nel e se perfetto dell'immaginazione a confronto con la banalità e l'insoddisfazione della vita reale. Da qui il rapporto conflittuale con la madre, una donna che Adele si accorge di non aver mai conosciuto davvero, persa com'era nel suo costruire una vita fittizia in cui il padre è ancora vivo. I viaggi nel passato le insegneranno tanto, facendole capire cose che altrimenti sarebbero rimaste immerse in un mistero mai decifrato. Non solo il segreto dietro la scomparsa del padre, ma qualcosa che la riguarda più da vicino, che ha segnato la sua vita e il suo modo di approcciarsi ad essa fino ad allora. La tendenza a chiudersi in se stessa, a non lasciar mai vedere niente che possa comprometterla, debolezze e bisogni e sogni chiusi in un cassetto e rivisti come un film nella solitudine della sua mente, mai sotto la luce del sole. Il suo mondo fatto di castelli in aria l'ha chiusa ad ogni possibilità di socializzazione e l'ha resa un po' insensibile ai tentativi altrui di penetrare quella corazza, di legarsi a lei e volerle bene. Adele l'ha negato a tutti, persino a sua madre, e Lorenzo questo lo capisce subito. E' proprio ciò che la spaventa, la rapidità con cui Lorenzo entra nella sua vita e comprende i suoi intricati pensieri con uno sguardo, la sua reticenza a fornire risposte dopo poche parole, le sue paure e il suo carattere con una profondità inaspettata; a guardarlo però non si direbbe, e per Adele è ancora più sorprendente.
Quanto posso essermi ritrovata in Adele? Mi credereste se vi dicessi che, fuori dal mondo virtuale, sono un muro di pietra? Non lo ammetterei così liberamente, altrimenti. Perciò è stato un po' strano, per me, tuffarmi in questa storia. Riuscivo ad immedesimarmi in Adele, ad essere lei nei suoi modi di fare e nelle sue parole, eppure potevo anche guardare tutto da fuori. Un po' come essere un passante che segue da vicino le vicende di uno sconosciuto dall'aria familiare. E quella familiarità è sbucata fuori all'improvviso, quando mi sono concentrata più su di lei e meno sulla storia. Perché è vero che lo strano mistero legato al padre è il punto attorno cui girano le vicende, ma leggendo mi sono accorta che i suoi contorni sbiadivano mano mano che la verità saltava fuori. Come se Adele uscisse dall'opacità dei suoi sogni per svegliarsi finalmente nel nitido mondo reale. Un mondo in cui Adele va a patti con i suoi desideri anziché limitarsi ad idealizzarli, in cui sua madre ha trovato la felicità dopo tanto tempo e un ragazzo, che è meno stupido di quanto si possa pensare a primo impatto, la guarda come nessuno ha mai fatto prima. Sarà perché Adele mi somiglia tanto che Lorenzo mi ha proprio conquistata, con quel suo mix di dolcezza e malizia.
Volete sapere perché penso che valga davvero la pena leggere questo romanzo? Non ha alcuna pretesa, è nobile d'animo e d'intenti. Tutto il cielo possibile non è un fantasy, né un romance; è un insieme dei due e anche qualcosa di più, uno YA con le sue sfumature. Il vero mistero è più che altro legato alla vita e al modo inaspettato in cui ti impartisce le sue lezioni, che qui sfiora l'assurdo con il caso limite del genere fantastico. Perché di per sé l'elemento del viaggio nel tempo sembra passare in secondo piano, ma posso assicurarvi che questo non rende il romanzo meno interessante, come se fosse un difetto. Anzi, in questo mi ha un po' ricordato l'armadio del film di Narnia, col vecchio professore che sa più di quanto non dia a vedere. Allo stesso modo, non è il fantasy al centro della trama della storia, ma ciò che questa insegna a chi la vive leggendola ad alta voce nella propria mente, scegliendo di ascoltare e agire invece che vivere nell'illusione, nello stare sempre ai margini del campo senza mai gettarsi e giocare davvero per la paura di inciampare e farsi male. In duecento pagine, tutte queste emozioni -amore, paura, rabbia, rancore, gioia, incertezze, comprensione- si mescolano e si neutralizzano fra loro, dando vita ad un romanzo che impara e insegna, che, come una favola, ha la sua morale nascosta nel finale.

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