Devo ammettere che ultimamente la sfiga mi perseguita. Come se non fossero bastati i giorni passati senza corrente al freddo e al gelo, adesso ci si mettono anche i malware a rompermi le scatole, così ieri pomeriggio, in preda a una crisi isterica, ho formattato tutto il computer. Ero così nervosa che non ho nemmeno salvato il salvabile e *sigh* credo di aver perso qualche recensione che era bella pronta da un po' di tempo. Pazienza. La salute mentale prima di tutto.
Avevo però voglia di chiacchierare di libri, quindi approfitto di questa fantastica (?) rubrica e parto subito con due titoli letti un botto di tempo fa. Uno addirittura ad agosto 2014. Ma bando alle ciance e cominciamo!
Le Sintonie dell'Amore di Colleen Hoover
| Leggereditore, 2014 | pag. 310 | € 12,00 | Hopeless #2 |
Voto:No voto, no partyCi sono ricordi che è pericoloso portare alla luce, cicatrici che è doloroso riaprire: ma per Holder e Sky, due ragazzi difficili con un tragico segreto alle spalle, è fondamentale affrontare quello che è stato per poter vivere quello che sarà.
Holder vive perseguitato dal proprio passato, schiacciato dal senso di colpa per il suicidio di sua sorella Leslie. E poi c’è il ricordo di Hope e di quel maledetto giorno in cui ha lasciato che la sua vicina di casa di quando era bambino salisse su quella macchina e sparisse per sempre dalla sua vita. Il rimorso che incupisce la sua esistenza lo costringe a continuare a cercarla, fino a quando in un supermercato incontra Sky, che ha gli stessi occhi della sua amica di un tempo, e pensa di averla ritrovata.
La vicenda di Le coincidenze dell’amore raccontata dal punto di vista di lui, per rivivere una splendida storia attraverso nuove emozioni.
Sono in grande, grandissima difficoltà, nel parlarvi di questo libro, perché se da una parte mi è piaciuto per svariate ragioni, dall'altra mi ha fatto giungere a un'amara conclusione. I romanzi fotocopia con il doppio punto di vista non servono a niente.
Adesso voi mi direte che in questo caso serviva eccome, perché Le Coincidenze dell'Amore è narrato dal punto di vista di Sky e tante cose di Holder non si sapevano, ed è vero, avete perfettamente ragione, ma serviva davvero un libro intero? Non sarebbe bastato che l'autrice aggiungesse dei capitoli in cui ci mostrava i suoi pensieri, il suo dolore e il suo passato? Oppure poteva essere sufficiente una sorta di racconto in appendice, o la raccolta delle lettere di Holder indirizzate alla sorella morta che sono stupendamente strazianti. Cavolo, alla fine mi è scesa pure la lacrimuccia!
Ma il punto è un altro. In questo romanzo c'è tanto di Holder e niente di tutto il resto.
Mentre ne Le Coincidenze dell'Amore ti vivi il libro, respiri i dialoghi, sbirci con discrezione l'intimità che si crea tra i protagonisti - un'intimità fatta di silenzi, sms, corse mattutine e segreti che invece di dividerli li uniranno ancora di più - qui non succede niente di tutto questo. Ti vivi solo Holder, e per carità, è un gran bel vivere, niente da dire, ma Sky? Lei che era così stramba, simpatica, insolita e divertente adesso è un'ombra, una marionetta, una figura che recita delle battute già sentite, ma senza emozionare.
E qui scatta la fatidica domanda. Come ha fatto Holder a innamorarsi di lei? Se nel precedente romanzo era tutto credibilissimo, in questo no. Ne Le Sintonie dell'Amore c'è un protagonista maschile stramegafighissimo che sa raccontarsi in modo toccante, le sue parole sono spine, le sue lacrime sangue, ma non riesce allo stesso modo a far emergere Sky. E Sky non può essere una semplice spalla! Anche qui potreste saltare su e dirmi che è normale, perché questo libro esiste solo grazie al precedente, ma non mi sta bene. Per me è un libro tronco. Sbilanciato.
Per carità, io ho amato Holder, e lo amo ancora (donna fedele sono!), infatti il libro l'ho divorato in due sere, eppure mi ha riempito il cuore senza svuotarmi la mente. Non sono riuscita a lasciarmi andare come faccio sempre quando leggo una bella storia d'amore e non ho potuto fare a meno di razionalizzare troppe cose. Di getto avrei dato 4 stelle. Dopo mezz'ora il voto era già sceso. Adesso a distanza di mesi non saprei... vorrei solo strappare le pagine con le lettere di Holder e incollarle in appendice a Le Coincidenze dell'Amore. Nonostante tutto so che molte lettrici più brave di me riescono a separare testa e cuore e di sicuro avranno amato e ameranno alla follia Le Sintonie dell'Amore. Vi invidio.
La mia "avventura" coi romanzi dal doppio pov invece finisce qui. Holder, perdonami se puoi ;_;
Il Bastardo di James Gabriel Berman
| Dalai Editore, 1998 | pag. 195 |
Billy Crapshoot è senza dubbio un bel ragazzo; sbarca il lunario in diverse attività ben avviate: tassista occasionale, occasionale ladro di automobili, spietato assassino, sempre occasionale, ovviamente. Ora Billy ha deciso di compiere il suo capolavoro: "Donatore di sperma. Cinquanta dollari a provetta. Facile come rubare le caramelle a un bambino", pensa. Caitlin Bourke, bionda, romantica, è una ragazza di classe. Desidera tanto un figlio che non può avere. Tanto da farsi inseminare artificialmente. Facile indovinare chi sia il donatore. E' l'inizio di un incubo per la famiglia Bourke, ma anche l'incipit di un romanzo agghiacciante che illumina spietatamente le pieghe oscure di un'ossessione.
Voto:
Una donna ossessionata dal desiderio di avere un figlio, e un uomo - il bastardo* - divertito all'idea di lasciare ai posteri una traccia di sé. E così, mentre Caitlin Bourke e suo marito seguono la complicata trafila dell'inseminazione artificiale, Billy Crapshoot* dona alla banca del seme il suo dna su cui è scritto "truffatore, ladro, assassino". E indovinate un po' in quale ventre crescerà il figlio di codesto demonio? Non riuscite proprio a immaginarlo, vero?
Ma veniamo alle cose serie. A quelle che mi hanno spinto a iniziare questo libro.
Ho trovato Il Bastardo al Libraccio alla modica cifra di 3 euro e a tentarmi (oltre il prezzo ovviamente) è stato il commento sul retro copertina del Publisher Weekly "Un libro che ricorda Rosemary's Baby, ma a cui si aggiunge un'atmosfera da Stephen King." Io non mi lascio mai infinocchiare dai classici specchietti per le allodole, a volte penso pure che questi fantomatici critici nemmeno li leggano i romanzi che recensiscono, ma citatemi King e metteteci pure Ira Levin vicino che parto per la tangente.
A Rosemary's Baby diedi cinque stelline a Il Bastardo tre. Non avrei dovuto paragonarli, ma mi è venuto spontaneo, e il romanzo di James G. Berman per quanto piacevole da leggere è cattivo in modo così lampante che toglie suspense e divertimento. Invece Ira Levin sa scivolare sotto i tappetti, tra le assi del parquet, sulle crepe dei muri... i suoi libri sembrano illuminati dalle tenebre, quelli di Berman hanno una lampada da 200 Watt puntata addosso.
Noticina: Nella mia edizione del 1998, sul risvolto di copertina, viene detto che da Il Bastardo sarà tratto un film con Franco Nero. A qualcuno risulta?
Alla prossima!