Recensione: “In verità è meglio mentire” di Kerstin Gier.

Creato il 19 giugno 2012 da Stefi @Giardinorose

Titolo: In verità è meglio mentire
Titolo originale: In Wahrheit wird viel mehr gelogen
Autrice: Kerstin Gier
Editore: Corbaccio
Collana: Narratori Corbaccio
Pagine: 220, rilegato
Prezzo: 9,90 euro

Trama

158 di quoziente intellettivo, plurilaureata, brava musicista, una maga con i numeri, carina, un po’ freak e… vedova a nemmeno trent’anni: Carolin trova che la sua vita sia decisamente complicata e che la sua intelligenza rappresenti più che altro un impiccio nella ricerca della felicità. Ha abbandonato il fidanzato Leo per il padre di lui, Karl, uomo ben più affascinante e in grado di apprezzare le sue qualità. Ma dopo cinque anni Karl muore improvvisamente lasciandola in un mare di guai, primi fra tutti una favolosa eredità di cui Carolin non sospettava l’esistenza, e un esercito di parenti infuriati che la rivendicano. Fra psicoterapeute incapaci, farmacisti sospettosi e avvocati minacciosi, Carolin cerca di superare il suo dolore, cavarsi fuori dai guai, e, perché no?!, trovare l’uomo giusto per lei, a cui non importi se è «troppo» intelligente…

La mia recensione

Questa volta sono veramente nei pasticci! Dovete sapere che è da un po’ di giorni che ho finito di leggere questo libro e non so quante volte ho iniziato a prendere carta e penna per scriverne la recensione. Ah! Nota estemporanea: non sono una super tecnologica, io ho un quaderno dove scrivo “a mano” ed in “bella calligrafia” tutte le recensioni e solo successivamente le riporto sul PC. Pazza vero? In una precedente vita probabilmente ero un amanuense!

Torniamo al libro, ogni volta che prendevo la matita in mano non sapevo cosa iniziare a scrivere e così, richiudevo il quaderno e passavo ad altra lettura. Oggi mi sono detta, costi quel che costi, questa recensione deve uscire fuori. Voi mi chiederete, perché tutta questa difficoltà? Non ti è piaciuto il libro? Basta dirlo! Ecco, è proprio qui il punto, non so nemmeno se mi è piaciuto oppure no!

Partiamo da una questione fondamentale: ho adorato la “Trilogia delle Gemme” di Kerstin Gier, per la storia, per il suo modo di scrivere leggero, scorrevole, ironico e mai banale. Chiaramente non posso paragonare questa saga al nuovo libro della Gier, perché sono due generi completamente opposti ma … è questo ma che non riesco ad esprimere, quindi ora andiamo con ordine e magari alla fine riuscirò a tirare fuori il mio pensiero.

Carolin è una ragazza non ancora trentenne, ma con una storia decisamente complicata alle spalle.

Cinque anni fa Carolin conosce Leo, un ragazzo normalissimo, con genitori separati e due sorelle, forse un po’ troppo protettivo nei confronti delle donne della famiglia perché il padre li ha abbandonati, ma del resto come dargli torto.

Carolin ha un quoziente intellettivo di 158, si è diplomata a sedici anni ed a diciannove ha preso la laurea in geofisica e meteorologia, sa suonare gli strumenti musicali tra i quali il cembalo e il mandolino e conosce ben cinque lingue.

Secondo la sua passata esperienza quando gli uomini venivano a conoscenza di queste sue qualità, trovavano la cosa scoraggiante e per niente erotica. Quando incontra Leo decide di tenergli tutto nascosto! Ovviamente questa soluzione non risulterà ottimale perché come sempre si dice: “le bugie hanno le gambe corte” e Carolin dovrà sperimentarlo sulla propria pelle.

La nostra protagonista non si ferma solo a mentire a Leo, che effettivamente tanto simpatico ed interessante non mi sembra: asseconda troppo le sorelle e non prende mai le parti di Carolin, la quale dal canto suo, complica ancora di più la sua vita lasciando il fidanzato per il padre di lui.

Karl sembra l’unica persona che riesca a capirla ed accettare la sua super intelligenza. La loro non è stata semplicemente una scappatella, si sposano e vivono insieme felici per cinque anni, fino a quando Karl muore improvvisamente.

Da questo punto in poi la Gier sposta il racconto sulla sbalorditiva eredità lasciata da Karl, di cui Carolin era assolutamente ignara e che tutti i famigliari di Karl rivendicano.

Alla fin fine è un libro da ombrellone, come lo definisco io, cioè un libro leggero, una storia ben poco impegnativa, perfetta da leggere quest’estate in spiaggia sotto l’ombrellone sorseggiando una bibita fresca.

La Gier, anche qui non si smentisce: la sua scrittura è leggera, scorrevole e fresca, è un libro che si legge anche in un pomeriggio.

L’unica cosa che proprio devo dire è che non mi ha fatto per niente ridere! Il New York Time scrive: “… per la geniale, sarcastica, irresistibile comicità che gronda da tutti i suoi best seller”. Beh! Questa volta proprio no, probabilmente la colpa è mia, forse non ero dell’umore adatto per leggere questo libro.

Per concludere voglio dare a questa storia tre stelline, perché la Gier come scrittrice mi piace molto e spero che ritorni sui suoi passi e ci faccia nuovamente sognare con le sue fantastiche avventure.