Recensione "Inferno" - Dan Brown

Creato il 18 luglio 2013 da Maryg90
Sarò ancora in grado di scrivere una recensione decente dopo tutto questo tempo? Lascio la parola a voi, ma tentar non nuoce. Come potete vedere, il blog si è dipinto di blu e ha iniziato la sua fase 2.0. Piano piano vi svelerò tutte le novità, ma intanto potete notare che ho aggiunto in fondo ad ogni recensione un link per acquistare il libro su Amazon. Ovviamente è solo un consiglio poiché ci sono tantissimi altri distributori di pari valore, ma ammetto la mia debolezza e vi confesso che non potrei vivere senza Amazon e i suoi sconti.
Dopo questa parentesi, passiamo alle cose serie. Il libro di cui vi parlo oggi è Inferno di Dan Brown. Siete pronti?
Dan Brown
Inferno
ISBN: 9788804631446
Pagine: 528
Editore: Mondadori
In vendita dal 14 maggio 2013
Trama: Non è affatto sorprendente che lo studioso di simbologia Robert Langdon sia un esperto di Dante, anzi. È naturale che al poeta fiorentino e alla visionarietà con cui tradusse in forme solenni e oscure la temperie della sua epoca tormentata il professore americano abbia dedicato studi e corsi universitari ad Harvard. E quindi è normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il David e piazza della Signoria, il giardino di Boboli e Palazzo Vecchio siano per lui uno sfondo familiare, una costellazione culturale e affettiva ben diversa dal palcoscenico turistico percorso in tutti i sensi di marcia da legioni di visitatori.
Ma ora è tutto diverso, non c'è niente di normale, nulla che possa rievocare una dolce abitudine. Questa volta è un incubo e la sua conoscenza della città fin nei labirinti delle stradine, dei corridoi dei palazzi, dei passaggi segreti può aiutarlo a salvarsi la vita. Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza d'ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati su una sedia, ricorda infatti a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo. Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose che ricordano la Morte Nera che flagellò l'Europa medievale e simboli criptici connessi alla prima cantica del Divino poema, le labbra capaci di articolare, nel delirio dell'anestetico, soltanto un incongruo "very sorry", il professore deve scappare. E, aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti.
Comincia una caccia all'uomo in cui schieramenti avversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra: un'organizzazione chiamata Consortium è ambigua tanto quanto un movimento detto Transumanesimo e uno scienziato come Bertrand Zobrist può elaborare teorie che oscillano tra utopia e aberrazione.
RECENSIONE

Sono certa che il 99.9% di voi conosca Dan Brown. Tanti lo leggono, tanti lo criticano e arricciano il naso con fare un po' hipster, ma è sempre in cima alle classifiche dei libri più venduti in tutto il mondo. Il classico bestseller. Non nascondo che i suoi libri siano un mio guilty pleasure, un piacere non tanto proibito che alterno volentieri a letture universitarie impegnate, e pur non essendo dei capolavori letterari, hanno il pregio di avere un intreccio accattivante e una buona dose di suspance. Da questo punto di vista, Inferno non ci delude.



Ritroviamo lo studioso di simbologia Robert Langdon, che ormai oserei chiamare investigatore dopo tutti i casi risolti nei libri precedenti, nel suo habitat naturale: nel bel mezzo di un sinistro mistero che può mettere a repentaglio le sorti dell'intero genere umano. Questa volta il suo nemico numero uno è Bertrand Zobrist, la perfetta incarnazione dello scienziato pazzo e megalomane. Sotto spessi strati di follia, però, questo personaggio elabora teorie purtroppo non così tanto utopiche costringendo il lettore a pensare e a definire il confine tra aberrazione e soluzione ingegnosa. Brown è abile a mescolare invenzione e realtà e instaura un dialogo diretto tra libro e lettore mettendo in gioco tematiche interessanti come la teoria malthusiana.

Il libro, però, s'intitola Inferno e, come tutti noi italiani sappiamo bene, si tratta di un chiaro riferimento alla Divina Commedia di Dante. Come abbiamo già potuto osservare nei suoi libri precedenti, soprattutto in Angeli e Demoni, Brown ama l'Italia ed è affascinato dai suoi misteri e dalla sua letteratura. Questa sua "ossessione", però, inizia a creare i primi problemi del romanzo. Langdon conduce gran parte delle sua indagine a Firenze e lo scrittore descrive in modo quasi maniacale tutti i monumenti e le leggende legate alla città. Lo stesso fa quando l'azione si sposterà a Venezia e ad Istanbul. Per quanto sia sicuramente un grandissimo spot per la meravigliosa città toscana, certe volte queste descrizioni risultano esagerate e rallentano troppo l'azione. Nonostante io adori Firenze, non nascondo di aver saltato qualche paragrafo. In parte, poi, si manifesta lo stesso problema nei numerosissimi e ripetuti riferimenti alla Divina Commedia, che per un studente medio italiano appaiono scontati. Capisco che nel resto del mondo non si studi Dante come in Italia, ma alcune spiegazioni mi sono sembrate un po' banali e ripetitive.
L'intreccio è in linea con lo stile tipico di Dan Brown: colpi di scena, inseguimenti, tanti riferimenti storici e trovate geniali spesso al limite dell'assurdo. Il personaggio di Langdon è sempre una certezza e anche i personaggi di contorno non sono mal sviluppati. Una lettura leggera, forse un po' troppo lunga, che sono certa riuscirà a coinvolgervi se siete amanti del genere. Non è il migliore di Brown, ma non è certo il peggiore. Una cosa è certa, mi è venuta una gran voglia di tornare a Firenze!
L'avete letto? Siete d'accordo? Cosa ne pensate?
Leggete qui gratuitamente il primo capitolo dal sito ufficiale della Mondadori.
VOTO:

3 1/2 STELLE


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