di Wulf Dorn
Prezzo Brossura: € 17,60
Prezzo E-Book: € 9,99
Editore: Corbaccio
Pagine: 400
Genere: Thriller Psicologico
Londra, una notte di dicembre nel quartiere di Forest Hill. L’automobile del marito
nel vialetto di casa. La chiave nella toppa. I passi che risuonano in corridoio. Rumori
familiari per Sarah Bridgewater. Ma l’uomo che trova in cucina non è Stephen. Eppure
indossa gli abiti di Stephen, ha la sua valigia, ed è arrivato fin lì con l’auto di Stephen.
Sostiene di essere Stephen, e conosce delle cose che solo il marito di Sarah può conoscere.
Per Sarah e per Harvey, il figlio di sei anni, incomincia un incubo atroce, anche perché lo
sconosciuto scompare così come era apparso e nessuno crede alla sua esistenza, né la polizia è
preoccupata del fatto che il marito risulti svanito nel nulla. Sarah sa che può contare solo su
una persona: l’amico psichiatra Mark Behrend. Con il misterioso sconosciuto ha così inizio un
duello psicologico, in cui ogni punto vinto o perso può significare riuscire a sopravvivere o
venire brutalmente uccisi…
che leggo dell'autore e dire che ne sono rimasta incantata è solo un'eufemismo. L'intreccio narrativo mi ha coinvolta sin dalle prime battute: l'autore ha realmente studiato psicologia e la sua esperienza, ma soprattutto la conoscenza dell'animo umano gli ha permesso di rendere vivo e palpitante ogni suo personaggio. La fobia è una forma di paura che ti cattura sin nel profondo di te stesso e ti intrappola impedendoti di respirare come prima, di muoverti e di pensare in maniera razionale. Attraverso Sarah e Mark, lo psichiatra del suo primo romanzo, l'autore entra nella mente umana e con assoluta lucidità ci riporta un quadro veritiero e disarmante: mi sono sentita spesso messa a nudo dalle descrizioni dei comportamenti che Dorn fa durante la narrazione, è come se una parte di me, quella più celata fosse emersa dalle pagine. Un ottimo romanzo davvero imperdibile.
Durata totale della lettura: un giorno e mezzo
Bevanda consigliata: Tè ai frutti rossi
Formato consigliato: E-Book
Età di lettura consigliata: dai 18 anni
Buongiorno Wulf Dorn e benvenuto su Reading At Tiffany's.
Ho appena finito, anche se dovrei dire divorato, il suo ultimo libro Phobia e l'ho trovato davvero straordinario. La lucidità delle azioni dei personaggi e la follia dell'uomo sfigurato sono i particolari che hanno reso la lettura davvero palpitante. Se penso alle prime 50 pagine del libro ho ancora la pelle d'oca: sebbene le abbia lette alla luce del sole ho provato la stessa paura di Harvey. Per me il buio rappresenta davvero una paura ancestrale e provo la stessa inspiegabile angoscia quando mi trovo da sola in casa senza mio marito.
- Come riesci a creare questi personaggi che sembrano così straordinariamente
reali? E’ molto importante per me conoscere molto bene i miei personaggi dato che in loro compagnia dovrò percorrere un lungo cammino
- Quanta parte della tua esperienza psichiatrica ritroviamo nei tuoi libri?Effettivamente fornisce un grosso aiuto alla scrittura perché guardi ai personaggi, ai loro comportamenti in un certo modo e anche alle m otivazioni dei loro gesti.
- Come riesci a ricreare in maniera vivida le paure ancestrali dell'uomo?In verità scrivo delle mie paure
- Qual è la tua paura più grande?La cosa che mi fa più paura sono i fanatici cioè quelli che devono cambiare il mondo con la violenza.
- All'inizio del libro Sarah, mentre Ë alla prese con una revisione dell'ennesimo romanzo thriller, riflette sul fenomeno editoriale che questo genere ha scatenato negli ultimi anni: sempre più libri thriller in cui l'orrore e la paura, le sevizie e le torture creano scenari horror. Mi chiedo cosa ne pensi di questo fenomeno? Purtroppo viviamo in un mondo violento, sempre più spesso
al telegiornale sentiamo di vittime di violenza quindi mi chiedo come è possibile che l'uomo abbiamo bisogno di ritrovare queste stesse cose in un libro che dovrebbe essere fonte anche di svago? Io stessa amo particolarmente questo filone narrativo e sono incuriosita dal percorso mentale. Io non credo che il mondo sia diventato più violento. Pensate anche solo a tutte le guerre e le stragi degli ultimi secoli fino al Medio Evo. Quello che è cambiato è la nostra “consapevolezza” di tutta la violenza che ci circonda. Abbiamo molte più informazioni attraverso la stampa La TV, internet ecc. Concordo sul fatto che libri e film sono diventati più espliciti in termini di violenza. Specialmente i thriller e gli horror.. Fino ad un certo punto sono d’accordo che sia così ma la violenza deve rientrare nella storia che viene narrata, esserne parte integrante. Quello che non mi piace è quando la violenza diventa fine a se stessa. Perché la violenza non crea suspense. Infatti è la paura di quello che potrebbe succedere che ci tiene in tensione. Ed è il motivo per il quale mi concedo questo rimando nel mio romanzo quando Sarah è annoiata dai romanzi di uno scrittore che fa continuamente leva sulle scene di violenza. Come lei anche io non sono un fan di quello che si chiama “la pornografia della tortura” nei libri e film.
- Cito da Wikipedia La fobia è una manifestazione psicopatologica riguardante stati dell'Io non pienamente inserito con l'ambiente che lo circonda. Puo’ spiegarmi meglio la sua scelta di basare il suo ultimo romanzo su questa manifestazione? Quanto può essere distruttiva sulla psiche
di una persona? Il nostro mondo è cambiato dagli attacchi terroristici di New York, Londra e Madrid. Non siamo più al sicuro a casa nostra. C’è la possibilità che qualcuno o qualcosa entri nella nostra vita e la distrugga. Questa consapevolezza causa paura nella nostra società così come le epidemie come l’Ebola, la distruzione della natura, il cibo alterato e la crisi economica. Viviamo in un mondo pieno di paure e dobbiamo imparare a conviverci se non vogliamo che ci dominino. Questa è la ragione per la quale ho scelto la paura come tema del mio ultimo romanzo.
- In un mondo editoriale dove i thriller la fanno quasi da padroni C'è un autore che consiglieresti? Che apprezzi come collega?Amo molto Paul Cleave (“Il vendicatore”), Joe Hill, Lars Kepler e Donato Carrisi. Sono tutti fantastici scrittori!
- Come sei diventato uno scrittore? Cosa ti ha portato su questa strada? E' stato un percorso lungo e difficile vedere il tuo primo romanzo pubblicato?Le storie mi piacciono da quando sono piccolo. Ho sempre letto molto e mi è sempre piaciuto raccontare storie. I miei genitori mi dicono che ero un bambino con una fervida fantasia. A dodici anni ho scritto il mio primo racconto e mi ha affascinato il processo di scrittura. Era come aprire la porta su un mondo immaginario. E così ho cominciato a scrivere sempre di più. Per molto tempo ho scritto per me stesso e i miei amici. Non ritenevo che i miei testi fossero abbastanza buoni da meritare la pubblicazione.
E’ stata mia moglie a convincermi a spedire i miei testi agli editori. Che li hanno rifiutati.
Poi ho incontrato un agente letterario che mi ha dato eccellenti consigli e ha trovato l’editore giusto per me. E lavoriamo insieme da 8 anni ormai.
- C'è un personaggio a cui ti senti particolarmente legato? E perchË? E’ come chiedermi quale figlio preferisco! :) Li amo tutti naturalmente. Ognuno di loro è speciale per me.
- E ora passiamo ad una domanda personale e alleggeriamo i toni dell'intervista:è la prima volta che parliamo e vorrei chiederti se dovessi scegliere cinque aggettivi per descriverti quali sceglieresti e perchèCurioso, ambizioso, talvolta impaziente, con una dipendenza dai Libri e dalla caffeine… :)
- Per concludere raccontaci qualcosa di buffo e divertente su di teDopo aver cominciato a studiare l’italiano ho messo alla prova le mie capacità in un ristorante di Milano. Ho ordinato del te e una macedonia. Il cameriere mi ha portato un te alla frutta e un’insalata mista!
Grazie per le vostre belle domande!
A presto,
Wulf
Ti ringrazio per aver partecipato a questa intervista, grazie del tempo
che ci hai dedicato ma soprattutto grazie per i tuoi libri magistralmente scritti.
A presto,
Holly