Recensione “Io e te” di Niccolò Ammaniti

Creato il 13 marzo 2012 da Yellowflate @yellowflate

…Questo è il mondo nel quale Ammaniti s’ionoltra, né più né meno. E’ la semplicità di una formuletta scientifica (biologica, per essere precisi) che diventa esistenza, o meglio, vita. Questo fatto con uno stile particolarissimo che si richiama al realismo Verghiano ma lo rielabora alla Pirandello. Ovvero, il personaggio narra le vicende che gli sono accaduta qund’era adolescente (quattordicenne) ma aderisce totalmente alla visione adolescenziale che aveva allora, senza far percepire che a narrare sia ormai un adulto. Allo stesso tempo però si trova a narrare l’apatia, ovvero il nulla. Perciò il protagonista si trova a narrare se stesso e l’apatia nella quale era immerso e così, di fatto, se non si trova a narrare il nulla poco ci manca. Per quanto la personalità del ragazzo emerga in piccla parte attraverso leggeri sprazzi, sostanzialmente il narratore ci racconta delle forme che che assumeva durante la sua adolescenza, dei suoi ”Uno, nessuno e centomila” ridotti a tre o quattro forme, le più utili. Se da una parte c’è l’adesione totale dell’io narrante al protagonista, dall’altra è il protagonista che viene meno attraverso le sue crisi d’identità. Questo è il paradosso che Ammaniti vuole mostrarci, paradosso nel quale oggi tutti viviamo.

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All’apparenza non sembra esserci distinzione tra vita biologica del protagonista e la sua esistenza. Ma man mano che si sfoglia il libro emerge a sprazzi la sua personalità, in passi che sembrano quasi “errori”, considerato che Lorenzo (è questo il nome del protagonista) non vuole dirci niente di lui, a parte quanto è felice nello stare da solo col “nulla” che ha in corpo. Per fortuna quegli sprazzi di personalità ci fanno e gli fanno ricordare che è umano anche lui, nonostante la sua vacua purezza. Infatti l’atteggiamento indifferente e la conseguente vacuità della sua persona diventano purezza, o per meglio dire, purezza scientifica. La sua unica preoccupazione è sfuggire ai “predatori”, ovvero i suoi coetani che potrebbero prenderlo in giro o compiere su di lui atti di bullismo di ogni sorta. Insomma, l’importante è non perire, limitare i danni e soffrire il meno possibile. Così Lorenzo sta in disparte a scuola e cerca sempre di scansare la presenza altrui e, quando si trova sotto attacco e non ne può più, ricorre alla violenza istintiva, tipica degli animali. Da qui il ricorso da parte dei suoi genitori ad uno psicologo infantile. La diagnosi è istantanea: disturbi della personalità, “Lorenzo ha il Sè grandioso”. Ma non si può ingabbiare una persona in una diagnosi, soprattutto se si parla di Lorenzo. Il suo mimetismo va via via affinandosi e, come dice egli stesso, il lettino dello psicologo gli servirà soltando ad assorbire i racconti lì fatti da altri bambini per sembrare uno di loro.>

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