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All’apparenza non sembra esserci distinzione tra vita biologica del protagonista e la sua esistenza. Ma man mano che si sfoglia il libro emerge a sprazzi la sua personalità, in passi che sembrano quasi “errori”, considerato che Lorenzo (è questo il nome del protagonista) non vuole dirci niente di lui, a parte quanto è felice nello stare da solo col “nulla” che ha in corpo. Per fortuna quegli sprazzi di personalità ci fanno e gli fanno ricordare che è umano anche lui, nonostante la sua vacua purezza. Infatti l’atteggiamento indifferente e la conseguente vacuità della sua persona diventano purezza, o per meglio dire, purezza scientifica. La sua unica preoccupazione è sfuggire ai “predatori”, ovvero i suoi coetani che potrebbero prenderlo in giro o compiere su di lui atti di bullismo di ogni sorta. Insomma, l’importante è non perire, limitare i danni e soffrire il meno possibile. Così Lorenzo sta in disparte a scuola e cerca sempre di scansare la presenza altrui e, quando si trova sotto attacco e non ne può più, ricorre alla violenza istintiva, tipica degli animali. Da qui il ricorso da parte dei suoi genitori ad uno psicologo infantile. La diagnosi è istantanea: disturbi della personalità, “Lorenzo ha il Sè grandioso”. Ma non si può ingabbiare una persona in una diagnosi, soprattutto se si parla di Lorenzo. Il suo mimetismo va via via affinandosi e, come dice egli stesso, il lettino dello psicologo gli servirà soltando ad assorbire i racconti lì fatti da altri bambini per sembrare uno di loro.>
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