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Recensione "L'albero del mondo" di Mauro Mazza (Fazi Editore)

Creato il 20 febbraio 2012 da Maila Tritto
Cari lettori,
in questo post vorrei parlarvi di un libro che ho avuto modo di leggere in questi giorni. Si tratta, infatti, de L'albero del mondo opera prima di Mauro Mazza, edito dalla Fazi Editore e appartenente alla collana Le strade. Il libro di Mazza appartiene alla letteratura italiana ed è incentrato sulla figura dell'antifascista Giaime Pintor. Con L'albero del mondo, Mauro Mazza ha realizzato un romanzo caratterizzato da elementi appartenenti alla fiction, oltre che alla filosofia e con importanti riferimenti storici.

Sinossi: Nell'autunno del 1942 il ventitreenne Giaime Pintor ed Elio Vittorini, di undici anni più anziano, si incontrano a Weimar, al raduno degli scrittori europei organizzato dalla propaganda nazista guidata da Joseph Goebbels. La città di Goethe e Schiller è la culla della nuova "civiltà" nata sotto le insegne del Terzo Reich. Ma proprio in quei giorni, quasi all'improvviso, le sorti della guerra sembrano capovolgersi. Tre storie e tre destini si intrecciano inaspettatamente: sono quelli di due tra i più conosciuti intellettuali italiani e del più crudele e implacabile ministro di Hitler. In questo esordio narrativo di Mauro Mazza, in bilico tra fiction e realtà, non tutto corrisponde alla verità storica dei fatti. Ma è come se tutto fosse vero. Tra scavo psicologico e ragioni del cuore si susseguono amori, separazioni, colpi di scena, lavorio degli 007 mentre le dittature vacillano e il Vecchio Continente va in pezzi. E se la missione affidata a Pintor dall'Intelligence inglese - recarsi a Lipsia in cerca di Ettore Majorana, scomparso portando con sé i segreti della bomba atomica - è frutto di immaginazione, anticipa solo di un anno l'incontro del giovane germanista con i servizi segreti anglosassoni. Un'opera prima che, con piglio romanzesco, trasforma in epico racconto la complessa personalità di Pintor, che nel dicembre del '43 sarebbe caduto combattendo nelle file degli Alleati.
Recensione: «Le foglie di quest'albero dall'Oriente/venuto a ornare il mio giardino/celano un senso arcano che il saggio sa capire./C'è in esso una creatura/che da sola si spezza?/o son due che per scelta voglion/essere una sola?/Per chiarire il mistero/ho trovato la chiave:/non senti nel mio canto anch'io/pur essendo uno anche duplice sono?»
Questi versi fanno parte della poesia scritta da Johann Wolfgang von Gothe: La foglia di Ginkgo, del 1819. A leggere queste parole è un giovane Giaime Pintor, personaggio di spicco dell'opera prima di Mauro Mazza.
La mia scelta di riportare tali versi, non è affatto casuale. Infatti, l'albero di ginkgo è definito anche come 'albero del mondo', che rappresenta una metafora di un antico mito pagano. Ed è proprio da tale poesia che l'autore attinge il titolo del suo romanzo: L'albero del mondo, edito da Fazi Editore e pubblicato il 26 gennaio 2012.
La lirica goethiana è tutta dedicata all'origine dell'umanita, tema cruciale dell'opera di Mazza. Infatti, attraverso la psicologia - nonché i vari riferimenti storici - della vita di una celebre figura come Pintor - senza dimenticare la presenza importante di un letterato come Elio Vittorini -, l'autore analizza - nelle pagine che compongono il libro - un periodo storico piuttosto difficile e complesso. Caratterizzato, questo, dai conflitti che portano alla Seconda guerra mondiale e - cosa ben più grave, ma anche rilevante - l'avvento del nazionalsocialismo. Come tutti sanno, tale ideologia - e il movimento politico di origine tedesca, che ne consegue - ha fatto sì che quella stessa umanità avesse una 'fine'. Con L'albero del mondo, Mauro Mazza ha scritto un romanzo che è caratterizzato da fatti veri, insomma dalla realtà storica.
I protagonisti sono personaggi realmente esistiti. Sebbene i loro dialoghi e pensieri siano frutto della fantasia dell'autore, risultano però essere verosimili.
Nel libro, Mazza cerca di immaginare - e di raccontare - Pintor e Vittorini prima della scelta che fa da spartiacque nelle loro vite. Infatti, nel romanzo è raccontata la loro umanità. Soprattutto individuiamo: i dubbi, i momenti di terrore, la paura e le angosce che due uomini provano nei confronti degli eventi che hanno caratterizzato quel particolare periodo storico. Personalmente, ho trovato L'albero del mondo una lettura interessante. In particolare, ho apprezzato - come già precedentemente accennato - la fantasia dell'autore nel dare voce a personaggi di spicco della storia nazionale, prima che mondiale.
Come spesso ho avuto modo di dire, in alcune mie recensioni, la caratteristica che indubbiamente apprezzo di un libro è la buona suddivisione dei capitoli che lo compongono. E, in effetti, leggendo il romanzo di Mazza ho avuto, in tal senso, un ottimo riscontro. Questo ha contribuito a rendere più semplice la lettura di un testo caratterizzato da eventi - di per sé - complessi. Ma se dovessi esprimere una mia preferenza, direi che l'elemento che - più fra tutti - mi ha lasciato qualcosa di rilevante è il modo in cui l'autore abbia cercato di trarre dalla psicologia dei personaggi, l'umanità stessa. Insomma, i personaggi che tutti noi conosciamo e che hanno caratterizzato la storia, sono stati prima di tutto uomini che si sono ritrovati in un periodo non certo semplice per essere in grado - liberamente - di prendere una qualsiasi decisione. L'albero del mondo, è un opera che deve necessariamente essere letta con attenzione, affinché si possa comprendere appieno l'essenza della stessa. Consiglio di leggere il romanzo a tutti coloro che sono sensibili alle tematiche che sono state affrontate da Mauro Mazza.
Titolo: L'albero del mondo
Autore: Mauro Mazza
Editore: Fazi Editore
Collana: Le strade
Genere: narrativa- letteratura italiana
Data di pubblicazione: 26 gennaio 2012
Prezzo: 16,00 Euro
Pagine: 290 pp.
ISBN: 978-8864112978
L'AUTORE: Mauro Mazza è nato a Roma nel 1955. Ha pubblicato un saggio su Giovanni Papini, L’inquietudine di un secolo, e sulla storia della televisione italiana, TV: moglie, amante, compagna. Giornalista dal 1979, ha lavorato al GR1 e al TG1. Dal 2009 è direttore di RAI 1, dopo aver guidato per sette anni il TG2.

Recensione a cura di Maila Tritto

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