Recensione: L'anello d'oro di Cristina Bruno

Creato il 10 giugno 2015 da Roryone @colorelibri

Prezzo e-book: € 2,49
Pagine: 231
Editore: La Ponga Edizioni
Genere: Spy Story
Peter Sullivan è un esperto programmatore che si è trasferito a Mosca per lavorare come insegnante, qui conosce Ksenija, una giovane collega che dopo una notte di passione insieme svanisce nel nulla...
Qualche giorno dopo la sua scomparsa improvvisa Ksenija chiama Peter per chiedere il suo aiuto: l'uomo scoprirà all'interno della sua reflex una scheda sd nascosta lì dalla ragazza e contenete informazioni riservate su i traffici tra Russia e America! Inizia così una caccia all'uomo e Peter e Ksenija si lasciano dietro una scia di feriti e morti... Riusciranno a sfuggire a coloro che li vogliono morti?

Personalmente non amo molto le spy story, ma se scritte bene sono comunque una piacevole lettura carica di adrenalina, colpi di scena e con un ritmo serrato che non lascia il tempo nemmeno di prender fiato... Purtroppo L'anello d'oro non ha nessuna di queste caratteristiche e più che una spy story alla fine è un normalissimo romanzo con una storia d'amore tra i protagonisti...

La trama e l'ambientazione sono senza dubbio originali, ma tutti quei nomi in russo per me incomprensibili e impronunciabili hanno reso ancora più pesante una lettura già resa lenta dall'eccessso di descrizioni.
Ho avuto molta difficoltà a ricordare i nomi dei vari personaggi menzionati nel libro, di cui non conoscevo neanche la pronuncia e questo ha rallentato ancor di più la lettura: leggere deve risultare piacevole, ma se bisogna fare uno sforzo per ricordarsi i nomi o capire come pronunciarli alla fine non ci si rilassa e ci si demoralizza. Una spy story dovrebbe avere un ritmo serrato, carico di adrenalina e colpi di scena, ma l'autrice eccede nelle descrizioni, fornisce troppe informazioni spesso inutili, come ad esempio cosa mangia a colazione il protagonista o quanti treni deve prendere prima di arrivare a lavoro... Inoltre capisco che è una consulente informatica, ma usa troppi termini tecnici e si sofferma troppo a spiegare come funzionano i vari programmi utilizzati dai due protagonisti: per chi non conosce nulla di informatica tutto ciò annoia e ci si sente isolati, distoglie l'attenzione dalla storia e porta il lettore a saltare quelle parti; chi invece di informatica se ne capisce trova piccole falle in quello che viene affermato su alcuni programmi attribuiti al protagonista.
A causa delle eccessive descrizioni anche le scene più movimentate vengono smorzate, l'interesse del lettore non fa a tempo ad accendersi che subito come una doccia gelata gli cadono addosso lunghe inutili descrizioni che spezzano il ritmo e annoiano.
Più volte proseguendo nella lettura mi son trovata a sentire il bisogno di saltare intere pagine cariche di nozioni che non avevano nessuna attinenza con il romanzo.
I due protagonisti sono l'uno la copia dell'altro, tutti e due informatici che lavorano con programmi di sicurezza e che riescono in qualche modo a pensare come un'unica mente: pur essendo ben descritti il lettore difficilmente entra in sintonia con loro, spesso persi nei loro discorsi in informatichese o troppo chiusi all'interno dei loro segreti...
Il finale mi ha sorpreso ed ha dato una spinta alla lettura, ma purtroppo l'azione è arrivata tardi e il lettore arrivato alla fine si ritrova come se si fosse perso tra una descrizione e l'altra, non riuscendo più ad apprezzare a pieno un finale apparentemente degno di una spy story.
L'anello d'oro è il romanzo d'esordio di Cristina Bruno e pur essendo scritto molto bene è ancora troppo acerbo: l'autrice si è lasciata trasportare troppo dal creare un contorno alla storia di spionaggio, che viene sviluppata poco e offuscata dalle  eccessive descrizioni di Mosca e dei protagonisti.
Una lettura troppo lenta fin dalle prime pagine, poco coinvolgente e priva di scene emozionanti e cariche di adrenalina che ci si aspetta di solito da un romanzo di questo genere.

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