Che pare, pare, *rullo di tamburi*... diventerà un film.
L'Angelo CadutoSusan Ee Fanucci320 pagine25 Luglio 201312,00€
Voto: ★ ★ ★ ★ ★
Un esercito di angeli sterminatori ha attaccato la Terra: dopo poche settimane la violenza dilaga ovunque, insieme alla paura e alla superstizione. Nella Silicon Valley ostaggio delle gang, la diciassettenne Penryn cerca di sopravvivere e proteggere la sua famiglia, fino a quando gli angeli guerrieri non rapiscono sua sorella minore, la più fragile, la più indifesa. L’unico modo per salvarla è affidarsi a un nemico, un angelo che ha perso le ali in combattimento e ora ha bisogno, come Penryn, di raggiungere la roccaforte delle crudeli creature alate a San Francisco. Nel viaggio che li porterà alla città, Penryn e Raf impareranno a contare solo l’una sull’altro, in un deserto in cui regnano la devastazione e il sospetto e in cui il pericolo è dietro ogni angolo.
La mia Recensione
So che molti storcono il naso, quando sentono parlare di angeli, non tanto per le figure in sé, quanto per il modo in cui queste sono costruite e maturano nel corso della storia. Ebbene, non tiratemi addosso frutta e verdura, ma a me piacciono molto, e non ho ancora trovato un libro che mi abbia fatto cambiare idea. Nemmeno questo ci è riuscito, anzi. Gli angeli mi hanno sempre affascinata, da -rullo di tamburi, qualcuno alzi gli scudi per proteggermi!- Fallen, la serie scritta da Lauren Kate, alla Guild Hunter di Nalini Singh. Più dei vampiri e dei lupi mannari, soprattutto quando mi sono votata a romanzi che, col passare del tempo, rendevano il vecchio Twilight acqua passata.
In ogni caso, il fatto che questi fossero presenti nel libro in questione -non che il titolo lasciasse molti dubbi- ha solo acuito il mio interesse, che ha toccato i picchi massimi quando ho capito si trattasse di una sorta di distopico-apocalittico. A quel punto ero sicura fosse il libro per me.
De L'angelo caduto, la pubblicità mette in mostra la somiglianza di Penryn con Katniss di Hunger Games. E diamine, persino io che non ho letto i libri, ma parlo solo per aver visto il film, quindi siate magnanimi, non posso negare che qualche piccolo dato in comune ci sia. Per esempio, il fatto che Penryn, protagonista forte, determinata, umana come potrebbe esserlo chiunque si trovi in una situazione difficile e disperata come quella in cui si trova lei, sia tanto responsabile e attenta da caricarsi sulle spalle il peso di una sorellina disabile, Paige, e di una madre che si è persa fra attacchi di follia e silenzi inquietanti, che Penryn odia per questo, ma come ogni figlia farebbe, non può permettersi di abbandonarla. O ancora, la sua ammirabile capacità di andare avanti, di adattarsi alle nuove condizioni, anche se rigide e per molti altri invivibili. Ma non per questo parliamo di un copia e incolla di uno dei distopici più amati dai lettori. L'angelo caduto ha la sua originalità, senza dubbio, principalmente per il fatto che gli elementi distopici si intrecciano a quelli fantasy con maestria e precisione, un gioco di incastri che tiene viva la storia fino alla fine.
A fare da sfondo, un panorama desolato e un ambiente ostile, rovine di una città attaccata dalla furia degli angeli. Si, avete capito bene. Non troverete gruppi di angeli che inseguono l'amore nei secoli o che guidano interi continenti, ma fieri, pericolosi angeli vendicatori che hanno dato inizio ad una vera apocalisse. A causa loro, le città sono deserte, le persone rifugiate negli angoli più bui e apparentemente riparati, in cui si lotta per ogni pezzo di cibo, comfort, materiale che possa dare un po' di fortuna a chi se ne impossessa. Soprattutto, qualsiasi parte del corpo di un angelo, se venduto, vale moltissimo, e permetterebbe ad un'intera famiglia di vivere per qualche tempo in serenità -sempre se di questo si può parlare. Il pezzo più ambito? Le ali. Penryn lo sa, e quando assiste allo scontro che le cambierà la vita, sfrutterà il vantaggio a suo favore.
Vedere cinque angeli che si battono contro uno solo, per quanto possa essere lo spettacolo più bello e ammaliante cui si possa assistere, è un enorme, luminoso segnale di pericolo. Se poi, come Penryn, si assiste alla caduta di un angelo che viene privato delle proprie ali, e ancora si interviene per aiutarlo, non puoi nemmeno pensare che l'espressione cacciarsi nei guai sia sufficiente. E quando uno di loro rapisce sua sorella, Penryn prova paura, un terrore cieco con conseguenze che mai, in un altro caso, avrebbe permesso accadessero. Decide di accudire l'angelo, tenendo in ostaggio le sue ali fino al suo ristabilimento, e gli propone di aiutarla a recuperare Paige, In cambio, lei lo aiuterà a tornare dagli altri angeli. Un patto pericoloso, ma inevitabile, il preludio di una storia che diventerà via via più avvincente e impressionante.
La lettura mi ha presa fin da subito. Forse per la tenacia della protagonista, per la sua incredibile forza d'animo, la sua incapacità di non cedere alle prime difficoltà, il suo voler contenere l'illusione della presenza di una madre che quasi non riconosce più la presenza delle figlie e il suo affetto incondizionato per Paige, tanto forte da volerla rincorrere nella tana del lupo dopo che viene rapita da uno degli angeli, durante uno scontro. Fra questi, è il rapporto con la madre che mi ha davvero colpita. E non vorrei svelare troppo, ma quanto può essere difficile sentirsi continuamente minacciati dai demoni della propria madre, starle accanto consci dei suoi problemi, anche dopo tutto quello che ha fatto alla famiglia?
Forse i tono apocalittici, gli elementi distopici in contrasto con quelli fantasy, la grandezza esplicita dei pericoli che si corrono in un mondo in cui potenti creature soprannaturali non hanno cura delle vite umane contro l'enormità delle debolezze umane, di migliaia di persone messe in ginocchio dalla mancanza di ciò di cui più hanno bisogno per vivere, e che fa fare loro cose impensabili.
O forse, per diretta conseguenza, l'incredibilità crudezza e autenticità che traspare dalle pagine, in un susseguirsi di interventi pericolosi, scene vivide di sentimenti sempre in mutamento, paure del passato che si affacciano sul presente e difficoltà del presente che minacciano un possibile futuro.
Qualunque sia la ragione scatenante, ci sono davvero tanti motivi per apprezzarlo.
Scopriamo questi angeli con Penryn, che non sa nulla di loro se non ciò che si può dedurre dall'esterno -la loro forza, la loro bellezza, e quanto sia sconsigliabile avere a che fare con loro. Lei e Raf, l'angelo che ha salvato, intraprendono un viaggio che ha la stessa meta, motivato da ragioni differenti.
Se escludiamo le dure condizioni con cui affrontano il viaggio, l'ironia della protagonista e il senso dell'umorismo di lui creano un interessantissimo diversivo dalla loro missione principale. Penryn è vera, autentica come spesso non capita in un contesto fantasy. E' un piacere annegare in una mente così dolce e orgogliosa, forte, intelligente e affettuosa, sarcastica e un po' malinconica, ma che non prende mai in considerazione l'idea di mollare sul serio. Per lei ci sono poche cose che contano davvero nella vita, e per quelle lotterebbe rischiando la sua vita. Il fatto che ad accompagnarla ci sia un tipo intenso e affascinante come Raf, saldo nei suoi principi e ostinato quanto lei, ma tanto passionale da infondere in lei un po' di questo sentimento, li rendono una coppia meravigliosa.
Affronteranno mille difficoltà, le loro strade si incroceranno con la dimostrazione viventi degli orrori prodotti tanto dal genere umano quanto dalla razza angelica. Si andranno delineando verità e rivelazioni che da incomprensibili troveranno il loro posto in un puzzle ancora troppo grande e confuso per essere chiaro, e che di certo merita approfondimenti con i prossimi volumi, date tutte le domande sorte spontaneamente dalla lettura di questo primo capitolo. E' raro trovare un romanzo che sia interamente così avvincente, e non riesco ancora a capacitarmi del finale -perfetto, calzante, che mi rende speranzosa ma anche positivamente contrariata. L'ho letteralmente divorato, in un giorno soltanto, e consiglio vivamente a tutti quelli che non l'hanno ancora fatto di rimediare. Non per chi cerca la solita storia d'amore impossibile in mezzo al caos e alle difficoltà, ma per chi è in cerca di emozioni forti, magnetiche, dolci, ostili, contraddittorie, umane nelle loro imperfezioni e magiche nei loro miglior pregi.
Lo stile dell'autrice è privo di convenevoli, diretto e magnificamente descrittivo o emozionante quando deve esserlo. Ragionamenti acuti, immediati, che si susseguono ad un ritmo tanto incalzante da impedire qualsiasi distrazione. Ho amato, davvero, amato il modo in cui l'autrice da vita a questo mondo sull'orlo della morte, il modo in cui costruisce la mitologia angelica di fondo e tutti quei piccoli dettagli che arricchiscono e rendono unico un libro. Una sana e molto apprezzabile ventata di aria fresca, che vale la pena sentire sulla pelle, non classificabile come il solito carino YA. E' geniale, e in ogni suo punto, in modo omogeneo. Non un inizio, centro o finale interessante mentre il resto è piatto. No, è tutto incredibilmente interessante; Susan Ee crea un ambientazione apocalittica che fa venire i brividi, vivida e cruda come potrebbe esserlo un autentico campo di guerra