Quando la Giunti mi ha mandato la newsletter con le anteprime di giugno, questo era il libro che più di tutti m'incuriosiva - merito del titolo e della trama, sicuramente non per la copertina che, oltretutto, ora posso dirvelo, non c'azzecca un cavolo con la sinossi. Ad ogni modo, ho iniziato a leggerlo praticamente appena il postino me l'ha consegnato..ma la delusione era dietro l'angolo. Partiamo da un breve excursus della trama: Viola è una ragazzina..e qui probabilmente vi aspettate che io scriva "come tante altre", ed invece no, perchè Viola è lontanissima dall'immaginario della ragazzina comune. Ella ha una malattia genetica chiamata, xeroderma pigmentoso (XP): in parole semplici, le manca il gene che impedisce ai raggi uv di danneggiare il suo corpo ed il suo dna. La nostra protagonista quindi, non può uscire alla luce del sole e non può vivere sotto lampade al neon. La sua vita si svolge prevalentemente di notte, quando, al calare del buio, inforca i suoi occhiali notturni e se ne va a passeggio per il bosco vicino casa: scuola e amici sono due cose che può avere solo grazie al suo computer con un collegamento ad internet che le permette di tenersi in contatto con altri ragazzi con l'XP. In una di queste sue giorn..nottate fuori casa, Viola ha incontro inaspettato - no, niente principi azzurri sul cavallo bianco - un uomo. Un uomo che seppellisce dei soldi nel bosco e che poi da fuoco ad una macchina..e ad un altro uomo. Ora, una bambina normale, per quanto curiosa, ad un certo punto sarebbe scappata. Mentre Viola no, rimane lì come se fosse ad uno spettacolo al cinema e si gode la scena, per poi tornare a casa come se niente fosse, rispondendo "non ho visto niente", ogni qual volta sua mamma le chiede di quella macchina ritrovata dalla polizia bruciata nel bosco. Ora, prima di andare avanti, faccio una precisazione: la famiglia di Viola non se la passa granchè bene con gli affari. E la loro condizione di allevatori, li costringe a chiedere spesso dei prestiti - a questo punto, ci sta l'idea che la bambina in questione possa andare a recuperare i soldi nel bosco per conservarli nel granaio e spedirli di volta in volta ai suoi genitori anonimamente..ci sta, si, se non fosse che, a detta della stessa Viola, nel sacco sepolto dall'uomo c'è un milione di dollari. Ora, ok, che i soldi sono fatti di carta, ma come cavolo è possibile che una bambina, da sola, scavi una buca, tiri fuori un sacco pieno di soldi e lo trascini fin verso il capannone vicino casa, infilandolo in un'intercapedine..da sola? E senza che nessuno si accorga di quella protuberanza nel capannone? ..Probabilmente è la figlia dell'incredibile Hulk. Comunque, la sua "missione" inizia ed i genitori, quando iniziano ad arrivare i soldi, non fanno una piega..si fanno giusto due domande preliminari, per poi concludere dicendo che, se sono arrivati, ci sarà un motivo divino che l'ha voluto (ottima spiegazione, no?). Beh, ovviamente, ad un certo punto arriva anche la polizia, che non fa granchè, si limita a chiedere e accetta ciò che le viene detto senza fare una piega (ma quando mai?? Sarà anche una ragazzina, ma non si sono mai visti dei poliziotti tanto arrendevoli), e arriva anche un giornalista che vuole scrivere un articolo su Viola e sulla sua malattia e che risulta essere una triste ma funzionale pubblicità, considerato che tutta la città - che fino a quel momento non sapeva dell'esistenza di Viola (?!) - decide di tenere aperti negozi, musei e ristoranti per permetterle di vivere una parvenza di vita normale. Beh, in sostanza, la curiosità di Viola per l'assassinio avvenuto nel bosco è talmente tanta da spingerla ben oltre la semplice osservazione, fino all'incontro effettivo con l'uomo misterioso. La conclusione lascio che la scopriate da soli, vi dico solo che si, il famigerato gufo che viene menzionato nel titolo c'è: uno spettatore silenzioso della vita della giovane Viola e della sua avventura notturna.
Ora, come avrete sicuramente notato, questa lettura mi ha lasciata un po' così..vuota. Nel senso che alla fine del libro non ho sentito niente (e neanche durante la lettura). L'ho trovato un romanzetto un po' insipido, privo di coinvolgimento e - considerata la storia della vita di Viola - si poteva puntare effettivamente ad un grado di coinvolgimento decisamente maggiore, oltre che ad un pizzico in più di credibilità. Purtroppo, come ho letto già diverse volte nella blogsfera, la copertina non aiuta sicuramente, in quanto totalmente fuori tema, impersonale e a tratti angosciante (non in senso buono però!). Un po' deludente quindi, la nuova uscita della Giunti..ma confidiamo in tempi
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