Recensione: L’estate dei segreti perduti di Emily Lockhart

Creato il 19 luglio 2014 da Coilibriinparadiso @daliciampa

Buongiorno!
Oggi recensirò il libro L’estate dei segreti perduti di Emily Lockhart, che ho letto grazie al Torneo Trelibri che lo proponeva come primo libro. Si tratta di un uscita recentissima, infatti è nelle librerie italiane solo dal 24 Giugno.

  • Titolo: L’estate dei segreti perduti (We were liars)

  • Autore: Emily Lockhart

  • Casa Editrice: De Agostini
  • Data pubblicazione: 6 Maggio 2014
  • Prima edizione italiana: 24 Giugno 2014
  • Pagine: 304
  • Genere: Young Adult, Romantico
  • Trama: Da sempre la famiglia Sinclair si riunisce per le vacanze estive a Beechwood, una piccola isola privata al largo delle coste del Massachusetts. I Sinclair sono belli, ricchi, potenti, spensierati. E Cady Sinclair, l’erede dell’isola, del patrimonio e di tutte le speranze, non fa eccezione. Ma l’estate in cui la ragazzina compie quindici anni le cose cambiano. Cady si innamora del ragazzo sbagliato, l’unico che la sua famiglia non potrebbe mai accettare, e ha un incidente. Un incidente di cui crede di sapere tutto, ma di cui in realtà non sa niente. Finché, due anni dopo, torna sull’isola e scopre che nulla è come sembra nella bellissima famiglia Sinclair. E che, a volte, ci sono segreti che sarebbe meglio non rivelare mai.

Opinione personale:

La prima cosa che mi viene da dire è che questo è uno di quei libri che migliorano e si rivelano andando avanti con la lettura. All’inizio pensavo che si trattasse di un amore adolescente tra Cadence e Gat e della loro amicizia con Johnny e Mirren, gli altri due Bugiardi e cugini di Cady. Come nella maggior parte dei casi, mi sbagliavo! La storia è molto più complessa e sinceramente bellissima. Devo dire che mi è piaciuta tantissimo: è originale, struggente e inaspettata. L’amicizia e l’amore tra i ragazzi sono solo una parte della storia: Cadence fa parte di una famiglia al quanto particolare, i ricchi, belli e influenti Sinclair,  e Gat è l’unico dei personaggi a non farne parte, nonostante passi comunque le vacanza estive con loro. È proprio in queste estati su un’isola privata che si ambienta la storia: l’anno dei suoi quindici anni Cadence ha un incidente di cui non ricorda nulla, ma di cui si porterà dietro i sintomi fino a quando, dopo due anni, tornerà nell’isola e potrà scoprire cosa è realmente accaduto con l’aiuto dei Bugiardi, o almeno crede.
Non posso ovviamente rivelare il finale, ma è proprio lì che c’è il “colpo di scena”, che almeno personalmente non avrei potuto immaginare. È la parte più ricca di angoscia, ma anche la più intensa ed emozionante, o forse l’unica. Nelle poche pagine finali l’autrice riesce a mettere in ridicolo lo stile di vita dei Sinclair, incentrato sui soldi e l’eredità, con un modo di pensare classista e quasi razzista. Riesce a sottolineare la solitudine di queste persone e i fantasmi che si aggirano nelle loro menti nonostante le apparenze, o forse proprio a causa delle apparenze che si sforzano di mantenere: l’alcolismo, gli incubi notturni, gli antidolorifici. Ho trovato il tutto davvero molto intenso.
Il problema è stato il resto del libro: credo che i personaggi siano stati caratterizzati male, troppo stereotipati. Johnny e Mirren, che dovrebbero essere tra i protagonisti, sono descritti con pochissime parole e il loro carattere non emerge affatto durante le vicende.  Le tre sorelle, madri e zie dei Bugiardi, sembrano fatte con la fotocopiatrice, sia per aspetto che per carattere; stessa cosa per i cugini più piccoli e per i Bugiardi. Tutti biondi con gli occhi azzurri e la pelle chiara, soffocatori di emozioni, quasi senza sentimenti. Solo Cadence riesce a differenziarsi e solo dopo l’incidente. Non è molto verosimile, o forse sì, ma rende la narrazione pesante e monotona. Non ho trovato verosimili neanche alcuni dialoghi o situazioni come l’impassibilità totale di qualunque membro della sua famiglia nei confronti dell’instabilità psicologica di Cady. Insomma la prima parte mi è sembrata troppo superficiale, non riuscivo a capire a cosa volesse arrivare, dato che non concentrava l’attenzione su nulla in particolare. Diciamo che mi sono un po’ annoiata, ma dovevo andare avanti per scoprire cosa sarebbe successo.
Poi però ho capito e in parte ho giustificato!
Cadence scrive anche delle fiabe, che a volte interrompono la narrazione, ma sono esposte al momento giusto. Fanno tutte riferimento alle vicende della sua famiglia, ma non tutte sono di immediata comprensione.
La trama forse meriterebbe il massimo del punteggio, ma non si può dire lo stesso per la cornice. Lo consiglio, ma bisogna avere un po’ di pazienza…il colpo di scena è mozzafiato!
Ho inserito anche la copertina originale: trovo che l’immagine sia più carina, e il titolo più appropriato.

Confondeva la frugalità con la filantropia, e si era sbarazzata di tutti i suoi averi senza per questo fare del bene.
Confondeva la sofferenza con il coraggio e pativa le pene dell’inferno aspettandosi di essere elogiata per il suo stoicismo.
Confondeva l’arguzia con l’intelligenza e sapeva come far ridere le persone, ma non sapeva consolarle o spingerle alla riflessione.

Il mio voto:

L’autrice:
Emily Lockhart: è autrice di quattro libri per young adult di straordinario successo, tradotti in dieci lingue e molto amati dalla critica. È stata finalista al National Book Award, il più prestigioso premio letterario americano. Al momento, insegna scrittura creativa alla Hamline University.


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