Cristian Grei era solo un nome fra tanti prima che il best seller della James lo arricchisse di cinquanta sfumature erotiche. Da quel momento, nonostante la “h” mancante e l’italianissima “i” al posto della y, per il giovane Cristian di Prato niente è più come prima. La pericolosa assonanza non fa che risvegliare reminiscenze piccanti nel genere femminile. Gli basta presentarsi perché scatti l’associazione con il noto personaggio del romanzo, scatenando tempeste ormonali e creando false aspettative. Poco importa che sia un becchino, che guidi un carro funebre invece del celebre elicottero Charlie Tango e che sia ipocondriaco. Se si chiama così non può che essere un amante d’eccezione… del resto una stanza dei giochi ce l’ha pure lui, non è forse questo ciò che più conta? La verità è che Cristian è l’esatto contrario di un seduttore, con le donne è sempre stato maldestro e soffre di ansia da prestazione al punto di fare puntualmente cilecca. I giochi in cui eccelle e che custodisce nella sua stanza preferita, non hanno nulla a che vedere con bende e manette, ma sono tutti racchiusi nella sua preziosa console. La cosa più avventurosa che possa capitare a una ragazza invitata a casa sua è ritrovarsi con un joystick in mano a dar prova delle sue abilità in una partita di picchiaduro. Facendo leva sulla fortissima ironia che caratterizza la sua scrittura, Chiara Parenti si diverte a parodiare il sex symbol del momento regalandoci una pausa di sano divertimento in compagnia di un personaggio che, malgrado le debolezze e l’equivoco di cui è vittima, finisce per ritagliarsi un posto d’onore nei nostri cuori. La trama si sviluppa in un crescendo di qui pro quo e situazioni esilaranti, ma non è questo l’unico punto di forza del romanzo. Scherzando e ridendo, l’autrice dirotta la fantasia ‒ anche quella erotica ‒ sul sentiero della “normalità”, restituendo brio alle relazioni più semplici e mettendo in luce il fascino dell’imperfezione. Fra tante aspiranti Anastasia Steele, non a caso si farà largo Tony, la migliore amica di Cristian. A differenza delle altre donne lei è in grado di aiutarlo a sdrammatizzare la sua ipocondria ‒ tanto da aver inventato il gioco del Fanta Morbo allo scopo ‒ e di divertirsi anche rinchiusa in una stanza in cui ci sono unicamente lui e la playstation. In effetti, se non fosse solo un’amica, sarebbe la sua compagna ideale… A dispetto delle premesse e di quanto ci si può immaginare in prima battuta, il Cristian senza “h” si rivela non meno ricco di fascino del suo quasi omonimo. A renderlo intrigante, unico, adorabile, sono proprio le sue stranezze, i suoi limiti, le sue ossessioni… insomma, quei difetti che lo rendono umano e dolce, meno superuomo ma sicuramente più autentico ‒ dal mio personale punto di vista decisamente più interessante di Mr cinquanta sfumature che, peraltro, non ha mai goduto della mia simpatia, giacché i dominatori sono distanti anni luce dal mio tipo ideale. Ma per Cristian il destino non avrà solo in serbo approcci imbarazzanti e cocenti delusioni. Al di là di tutto, lui insegue l’amore, come ciascuno di noi, e arriverà il momento in cui riuscirà ad agguantarlo per la collottola. Quella vergata con tanto brio dalla Parenti è, infatti,una commedia romantica e, come tale, non poteva che inglobare anche una bellissima storia pregna di sentimento. Un romanzo spassoso e intelligente, in grado di farci ridere e sognare ricordandoci che il vero amore spesso è più vicino di quanto possiamo sperare, sta a noi riuscire a riconoscerlo e, soprattutto, a non farcelo scappare.
Recensione: L'importanza di chiamarsi Cristian Grei
Creato il 22 marzo 2015 da Miriam Mastrovito @miriammasCristian Grei era solo un nome fra tanti prima che il best seller della James lo arricchisse di cinquanta sfumature erotiche. Da quel momento, nonostante la “h” mancante e l’italianissima “i” al posto della y, per il giovane Cristian di Prato niente è più come prima. La pericolosa assonanza non fa che risvegliare reminiscenze piccanti nel genere femminile. Gli basta presentarsi perché scatti l’associazione con il noto personaggio del romanzo, scatenando tempeste ormonali e creando false aspettative. Poco importa che sia un becchino, che guidi un carro funebre invece del celebre elicottero Charlie Tango e che sia ipocondriaco. Se si chiama così non può che essere un amante d’eccezione… del resto una stanza dei giochi ce l’ha pure lui, non è forse questo ciò che più conta? La verità è che Cristian è l’esatto contrario di un seduttore, con le donne è sempre stato maldestro e soffre di ansia da prestazione al punto di fare puntualmente cilecca. I giochi in cui eccelle e che custodisce nella sua stanza preferita, non hanno nulla a che vedere con bende e manette, ma sono tutti racchiusi nella sua preziosa console. La cosa più avventurosa che possa capitare a una ragazza invitata a casa sua è ritrovarsi con un joystick in mano a dar prova delle sue abilità in una partita di picchiaduro. Facendo leva sulla fortissima ironia che caratterizza la sua scrittura, Chiara Parenti si diverte a parodiare il sex symbol del momento regalandoci una pausa di sano divertimento in compagnia di un personaggio che, malgrado le debolezze e l’equivoco di cui è vittima, finisce per ritagliarsi un posto d’onore nei nostri cuori. La trama si sviluppa in un crescendo di qui pro quo e situazioni esilaranti, ma non è questo l’unico punto di forza del romanzo. Scherzando e ridendo, l’autrice dirotta la fantasia ‒ anche quella erotica ‒ sul sentiero della “normalità”, restituendo brio alle relazioni più semplici e mettendo in luce il fascino dell’imperfezione. Fra tante aspiranti Anastasia Steele, non a caso si farà largo Tony, la migliore amica di Cristian. A differenza delle altre donne lei è in grado di aiutarlo a sdrammatizzare la sua ipocondria ‒ tanto da aver inventato il gioco del Fanta Morbo allo scopo ‒ e di divertirsi anche rinchiusa in una stanza in cui ci sono unicamente lui e la playstation. In effetti, se non fosse solo un’amica, sarebbe la sua compagna ideale… A dispetto delle premesse e di quanto ci si può immaginare in prima battuta, il Cristian senza “h” si rivela non meno ricco di fascino del suo quasi omonimo. A renderlo intrigante, unico, adorabile, sono proprio le sue stranezze, i suoi limiti, le sue ossessioni… insomma, quei difetti che lo rendono umano e dolce, meno superuomo ma sicuramente più autentico ‒ dal mio personale punto di vista decisamente più interessante di Mr cinquanta sfumature che, peraltro, non ha mai goduto della mia simpatia, giacché i dominatori sono distanti anni luce dal mio tipo ideale. Ma per Cristian il destino non avrà solo in serbo approcci imbarazzanti e cocenti delusioni. Al di là di tutto, lui insegue l’amore, come ciascuno di noi, e arriverà il momento in cui riuscirà ad agguantarlo per la collottola. Quella vergata con tanto brio dalla Parenti è, infatti,una commedia romantica e, come tale, non poteva che inglobare anche una bellissima storia pregna di sentimento. Un romanzo spassoso e intelligente, in grado di farci ridere e sognare ricordandoci che il vero amore spesso è più vicino di quanto possiamo sperare, sta a noi riuscire a riconoscerlo e, soprattutto, a non farcelo scappare.
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