Recensione: "L'Intervallo"

Creato il 27 maggio 2014 da Giuseppe Armellini
presenti spoiler
L'intervallo è un frattempo.
L'intervallo è un tempo tra due tempi, un tempo stretto e costretto tra due altri tempi.
Che poi di tempi infiniti alla fine mica ce ne sono, tutto se vogliamo è un intervallo, tutto è un frattempo, tutto è tempo tra due tempi, tra il tempo di nascere e quello di morire, tra il tempo di arrivare e quello di andarsene, tra il tempo di battere e quello di levare.
Ma l'intervallo è un frattempo riconoscibile, che lo individuii quando inizia perchè è altro da prima e lo sai quando finisce perchè è altro da dopo.
E il prima per Salvatore è una mattina in cui partire con il suo carretto delle granite di limone, che non saranno come quelle sicule ma anche a Napoli, la Napoli di Salvatore i limoni sono grandi e gialli.
E il dopo per Salvatore è rimettere il carretto a posto la sera tardi, insieme a suo padre, anch'esso venditore di granite.
Domattina ci sarà ghiaccio nuovo, il carretto ripartirà e poi la sera tardi ritornerà.
Questo è il prima e il dopo per Salvatore, tutti i giorni.
Ma oggi tra quel prima e quel dopo c'è un intervallo particolare, una giornata che invece che spaccar ghiaccio lo vede custode e sentinella di una ragazza di 15 anni.
Lei è Veronica e anche lei vivrà un intervallo di un solo giorno tra il prima della sua vita di dolori e vezzi femminili e il dopo di dolori e vezzi femminili.
Lei deve star là, in quel palazzo fatiscente, sgarruppato come dissero dei bambini in una classe di tanti anni fa.
Lei deve star là per una specie di punizione. E lui deve sorvegliarla, fare in modo che non scappi.
Il motivo non lo sappiamo e non lo sa nemmeno Salvatore.
Ma c'è gente a cui è meglio non far domande che l'ha messo là.
E i ragazzi dovranno passare così un'intera giornata insieme.
Prima si odieranno, poi piano piano si avvicineranno perchè la vita che vivono può essere difficile quanto vuoi ma se hai 16 anni e ce l'hai anche te prima o poi ci riconosciamo.
Lui, ragazzo schivo e profondo, timido e puro, lui che ama la natura, che conosce i nomi delle piante, che conosce tutti gli uccelli, gli uccelli che anche se gli apri la gabbia non escono lo stesso, gli uccelli che si coprono di olio le piume perchè arriverà la pioggia, gli uccelli che cantano di dolore e d'amore.
Lei, ragazza invece sfrontata e troppo matura, lei che guarda l'aereo passargli sopra la testa e non l'abbandona finchè la vista glielo preclude, lei che poi anche tutte le altre volte che sentirà rumore d'aereo girerà la testa verso l'alto anche se sopra di sè ci sono soltanto tetti cadenti.
Lei dice che quello che vuole per il suo futuro ancora non esiste sulla terra.
Chissà cos'è, ci chiediamo noi, chissà se c'entrano quegli aerei che cerca con la vista e capta con l'udito.
I ragazzi stanno là, in un palazzo, forse ex ospedale, che non finisce mai (e l'uso spaziale e delle luci della regia, opera prima di Di Costanzo, è miracoloso nel muoversi in quei luoghi bui e impervi), grandissimo, distrutto, pieno di animali ed erbacce, pieno di ricordi, pieno d'acqua nelle fondamenta, pieno di morte, come quella drammatica e tremenda di un'altra 15enne che viveva là.
E parlano di luoghi lontani dove gli gnu vanno a bere acqua anche se sanno che i coccodrilli li aspettano per mangiarli, e fanno finta di essere in un reality,e raccontano detti popolari della tradizione come quello della moglie del Diavolo, diavolo se dev'esser brutta,e parlano di leggende metropolitane che di leggenda hanno ben poco, perchè gente che muore sparata lì da loro ce n'è, eccome se ce n'è, e forse ce n'è stata anche per loro.
Poi l'intervallo finisce, la gente brutta e cattiva ritorna, ciao Veronica, ciao Salvatore.
E Veronica deve affrontare uno parecchio cattivo, uno che sembra un impiegatuccio di banca ma che se gli gira male e muove un dito nel modo sbagliato manda qualcuno a farti fuori.
L'amore, la passione, anche così da bambina Veronica, non sono permessi fuori da dove devi stare.
Sono le leggi.
E posa quel punteruolo, non ne vale la pena, magari troverai altri modi per scappare, non quello, fai bene così, posalo.
Si esce dal palazzo, l'intervallo è finito, si torna alla vita di prima, con lo schifo di prima.
Con la sensazione che quell'intervallo da carcerata è sembrato tanto più simile alla libertà della vita vera.
E' finito l'intervallo anche per te Salvatore, prenditi sti soldi per il disturbo.
"Tutto a posto?" gli chiede il babbo tornato la sera.
"Tutto a posto" gli risponde Salvatore.
( voto 7.5)

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