Cinque famiglie: amore e odio, speranza e angoscia condivisi tra legami frammentati ma indissolubili. Cinque potenze pronte a scontrarsi verso un unico e inevitabile futuro, la Seconda guerra mondiale. A due anni dal primo volume della Century Trilogy, iniziata con La caduta dei giganti, Ken Follett torna a parlarci di guerra. Purtroppo il sollievo portato dal termine del primo conflitto mondiale, come è tristemente noto a tutti, è del tutto illusorio, oltre che di breve durata: tanti, troppi eventi ed interessi sono rimasti in sospeso, e mentre in una Germania ridotta alla fame prende piede facilmente la falsa promessa di indipendenza e sicurezza portata avanti dal partito di Hitler, il popolo russo è passato dal giogo dell'Impero a quello del comunismo, mentre gli Stati Uniti si avvicinano sempre di più al ruolo moderno di prima potenza mondiale, aumentando il coinvolgimento nella politica internazionale, sfruttando risorse interne ed estere. Gli eventi bellici del secolo scorso ¾ ancora vivi nei ricordi di molti di noi sia per la loro vicinanza storica e generazionale, sia per i cambiamenti diretti e indiretti che hanno subito le vite di tutti gli abitanti del pianeta ¾ risultano già di per sé estremamente drammatici anche se solo riportati nei libri di storia canonici come mero elenco di date e fatti. Piaccia o meno lo stile di Ken Follett, siano criticabili le scelte su descrizioni e ambientazioni, oppure risulti difficoltoso per alcuni (sic) tenere in mano tomi di quasi mille pagine, è innegabile la capacità di questo autore di portare letteralmente alla vita intere famiglie di personaggi, rendendo sicuramente il lavoro degli sceneggiatori di potenziali drama tratti dalle sue opere una passeggiata. Le storie delle famiglie von Ulrich, Fitzherbert, Peshkov, Williams e Dewar, per nominare le principali, si svolgono sotto gli occhi del lettore come una pellicola cinematografica. Le vite dei protagonisti tedeschi e austriaci, in particolare, colpiscono per la descrizione della loro discesa verso l'inferno nazista. La dittatura si presenta con prepotenza come soluzione alla rovina conseguente alla Grande Guerra e trascina il Paese e i suoi abitanti verso una disfatta ancora più tragica. Giovani come Erik von Ulrich, e quest'ultimo nonostante i genitori Walter e Maud e la sorella Clara siano ferventi antagonisti del nazismo, restano soggiogati dal fascino degli slogan hitleriani e si votano al partito e alla guerra con un fervore simile al fanatismo religioso. Il risveglio alla realtà dei fatti porta nel caso di Erik a una shockante presa di coscienza.
Erik sentì una scarica di fucili e si chiese per un momento chi stesse sparando, ma poi accantonò il pensiero per concentrarsi sul lavoro. [...] Sentì di nuovo sparare e si inoltrò un poco nella foresta, incuriosito dalla presenza del reparto speciale. La neve tra gli alberi appariva calpestata da tanti passi e insozzata di cicche, torsoli di mela, giornali spiegazzati e altra spazzatura, come se da lì fosse passata una comitiva in gita aziendale. Arrivò in una radura che fungeva da parcheggio per camion e pullman. In quel posto dovevano essere state portate tante persone. Alcun pullman ripartirono costeggiando il luogo dell'incidente, e un altro arrivò mentre Erik attraversava lo spiazzo. Oltre il parcheggio si imbatté in un centinaio di russi di tutte le età, apparentemente prigionieri, anche se molti avevano valigie, scatole e sacchi che stringevano a sé come se contenessero beni preziosi. Un uomo teneva in mano un violino. Una bambina con una bambola attirò l'attenzione di Erik, che avvertì nel profondo un senso di cupa premonizione. [...] I prigionieri raggiunsero il fondo pietroso della cava. Fino a quel momento si erano trascinati avanti come un gregge di pecore, senza parlare né guardarsi intorno, ma a quel punto si rianimarono mentre indicavano qualcosa in basso. Scrutando tra i fiocchi di neve, Erik vide quelli che sembravano cadaveri sparsi tra le pietre, con gli abiti infarinati di neve. Soltanto allora scorse dodici soldati armati di fucile in piedi sul bordo della cava, tra gli alberi. Dodici prigionieri, dodici soldati: comprese quello che stava per accadere, e l'incredulità mista all'orrore montò come bile dentro di lui. [...] «Oddio, mio padre aveva ragione» gemette. «Stiamo assassinando la gente.»Sua sorella Carla, si oppone invece fin dall'inizio al regime, arrivando a collaborare come spia insieme al suo amante Werner Franck e in veste di infermiera non rinuncia a curare poveri ed ebrei, rischiando la vita e subendo ogni tipo di violenza, alle quali reagisce con forza e tenacia incrollabili. In Inghilterra Lloyd Williams scopre il segreto celato dietro l'identità di suo padre e, dopo aver combattuto sia nella guerra di Spagna sia in Francia, conferma le sue ambizioni politiche con l'elezione a sottosegretario al ministero degli Esteri e sposa Daisy, figlia del gangster russo-americano Lev Peskov. Woody Dewar, figlio del senatore statunitense Gus, rinuncia alla carriera politica dopo aver perso sia la fidanzata sia il fratello, la prima durante l'attacco di Pearl Harbour, il secondo durante la guerra nel Pacifico, e dopo aver assistito indirettamente alla preparazione della bomba atomica. Intraprendere una soddisfacente carriera di fotoreporter e un nuovo amore non gli fanno dimenticare gli orrori vissuti.