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Recensione, L'IPOTESI DEL MALE di Donato Carrisi

Creato il 06 maggio 2013 da Leggiamo
Al richiamo di Carrisi io rispondo. Sempre! Mi capita per pochi autori e che uno di questi sia italiano mi riempe di soddisfazione. Adesso a distanza di giorni sono ancora qui che penso se mi è piaciuto di più Il Suggeritore o L'Ipotesi del Male e la risposta cambia sempre.
Donato, vorrei averti a casa con me, vorrei che mi raccontassi le favole della buonanotte, anche se forse non farei sogni d'oro... ma correrei il rischio...
L'Ipotesi del Male di Donato Carrisi
| Longanesi, 04/2013 | 430 pagine | € 18.60 |
Recensione, L'IPOTESI DEL MALE di Donato Carrisi«Hai mai desiderato scomparire?» C’è una sensazione che tutti, prima o poi, abbiamo provato nella vita: il desiderio di sparire. Di fuggire da tutto. Di lasciarci ogni cosa alle spalle. Ma per alcuni non è solo un pensiero passeggero. Diviene un’ossessione che li divora e li inghiotte. Queste persone spariscono nel buio. Nessuno sa perché. Nessuno sa che fine fanno. E quasi tutti presto se ne dimenticano. Mila Vasquez invece è circondata dai loro sguardi. Ogni volta che mette piede nell'ufficio persone scomparse – il Limbo – centinaia di occhi la fissano dalle pareti della stanza dei passi perduti, ricoperte di fotografie. Per lei, è impossibile dimenticare chi è svanito nel nulla. Anche perché la poliziotta ha i segni del buio sulla pelle, come fiori rossi che hanno radici nella sua anima. Forse per questo Mila è la migliore in ciò che fa: dare la caccia a quelli che il mondo ha dimenticato. Ma se d’improvviso alcuni scomparsi tornassero con intenzioni oscure? Come una risacca, il buio restituisce prima gli oggetti di un’esistenza passata. E poi le persone. Sembrano identici a prima, questi scomparsi, ma il male li ha cambiati. Alla domanda su chi li ha presi, se ne aggiungono altre. Dove sono stati tutto questo tempo? E perché sono tornati? Mila capisce che per fermare l’armata delle ombre non servono gli indizi, non bastano le indagini. Deve dare all'oscurità una forma, deve attribuirle un senso, deve formulare un’ipotesi convincente, solida, razionale… Un’ipotesi del male. Ma per verificarla non c’è che una soluzione: consegnarsi al buio.
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R e c e n s i o n e
Una volta ho detto che quando un romanzo è bello, la recensione è una naturale conseguenza, viene da sè, si scrive quasi da sola... be' non è vero. Non sempre almeno. Perché io sono qui, davanti alla tastiera e ancora una volta sono senza parole. Come con La Donna dei Fiori di Carta. Come quando lessi quattro anni fa Il Suggeritore che dopo 450 pagine, dopo avermi fatto conoscere il buio, mi riconsegnava alla luce. Una luce abbagliante che continuava a distorcere la realtà offuscandone i contorni e ingannandomi. Perché le storie di Carrisi sono fatte per raggirarti in ragnatele di intrighi e cospirazioni... e io adoro farmi imprigionare dalle sue parole.
Così sono tornata nel buio. Dopo il caso del Suggeritore rieccomi di nuovo nel Limbo (sezione persone scomparse) insieme a Mila, una poliziotta ferita nel corpo e nell'anima, coinvolta in indagini che non sa mai dove la porteranno. Rapimenti? Omicidi? Allontanamenti volontari? Ma a Mila non dovrebbe interessare, lei è dal buio che viene, ed è al buio che deve ritornare...
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